paoletz00
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Concetti Chiave

  • Gli esami di secondo livello, come l'uretrocistoscopia, vengono utilizzati quando gli esami di primo livello non sono conclusivi per sospette neoplasie.
  • L'uretrocistoscopia flessibile si esegue in ambulatorio per scopi diagnostici quando la citologia urinaria è negativa e l'ecografia non è dirimente.
  • L'uretrocistoscopia rigida e la TURV sono scelte in caso di forte sospetto di neoplasia, permettendo la biopsia o l'asportazione della vescica.
  • Il materiale resecato viene analizzato per identificare la neoplasia e determinarne lo stadio di invasione locale.
  • La diagnosi si basa sull'integrazione di dati raccolti tramite esami diversi, come endoscopia e anatomia patologica.

Indice

  1. Esami di secondo livello
  2. Uretrocistoscopia flessibile
  3. Uretrocistoscopia rigida e Turv
  4. Analisi del materiale resecato
  5. Integrazione dei dati diagnostici
  6. Aspetti endoscopici

Esami di secondo livello

Se si rende necessario approfondire la natura della massa, ad esempio per stadiarla e definirla meglio o perché gli esami di primo livello non sono stati conclusivi e permane il sospetto di neoplasia, si può passare agli esami di secondo livello, più invasivi, che consistono essenzialmente nell’uretrocistoscopia.

Uretrocistoscopia flessibile

Questa può essere svolta in sede ambulatoriale con cistoscopio flessibile (accertamento con finalità puramente diagnostica) in caso la citologia urinaria sia negativa e l’ecografia non dirimente, ma permane appunto un sospetto di neoplasia.

Uretrocistoscopia rigida e Turv

Nel caso invece ci sia un sospetto molto forte o una quasi certezza di neoplasia (citologia ed ecografia positive), si preferisce utilizzare un cistoscopio rigido o resettoscopio in sala operatoria con paziente in anestesia. In questo caso, nell’atto diagnostico si inizia già anche la prima parte di quello terapeutico (biopsia della neoplasia o asportazione completa della vescica).
Si utilizza, infatti, uno strumento simile ad un cistoscopio, ma più grosso, che presenta un carrello con una slitta manovrabile che può essere retratto o allungato, e su questo è montata un’ansa metallica (filo di tungsteno conformato a U) sulla quale è applicata una corrente elettrica che riscalda il filo. Quest’ultimo abbraccia la neoplasia e ne effettua la resezione. Nel momento resettivo cauterizza i vasi evitando quindi che la vescica si riempia di sangue con conseguente problematica nella visione endoscopica.
Ciò che viene resecata è la parte vegetante della neoplasia insieme alla sua base. Questa procedura prende il nome di resezione vescicale trans-uretrale (TURV).

Analisi del materiale resecato

Si analizza poi il materiale resecato per identificare la neoplasia e farne una stadiazione in termini di invasione locale. Spesso anche macroscopicamente all’endoscopia è già possibile, se l’operatore è esperto, farsi un’idea di che tipo di neoplasia si tratta e sulla sua gravità in termini di invasione di parete (neoplasie vegetanti con piccola base d’impianto sono generalmente poco aggressive).

Integrazione dei dati diagnostici

La diagnosi deve sempre essere posta sulla base dell’integrazione di tutti i dati raccolti tramite i diversi esami condotti (endoscopia, anatomia patologica etc).

Aspetti endoscopici

In questa immagine è possibile osservare diversi aspetti endoscopici dei tumori della vescica: in alto a sinistra si vede il tipico tumore papillare con aspetto a “cavolfiore”. In alto a destra si può vedere una neoplasia multifocale. In basso a sinistra si vede un carcinoma in situ, che non ha un aspetto particolarmente eclatante come i casi precedenti. Infine, in basso a destra si nota un tumore infiltrante tozzo e voluminoso, il quale è molto molto pericoloso.

Domande da interrogazione

  1. Qual è lo scopo degli esami di secondo livello?
  2. Gli esami di secondo livello sono utilizzati per approfondire la natura di una massa sospetta, specialmente quando gli esami di primo livello non sono conclusivi o c'è un sospetto di neoplasia.

  3. Quando si preferisce l'uretrocistoscopia rigida rispetto a quella flessibile?
  4. L'uretrocistoscopia rigida è preferita quando c'è un forte sospetto o quasi certezza di neoplasia, con citologia ed ecografia positive, e viene eseguita in sala operatoria con il paziente in anestesia.

  5. Cosa avviene durante la resezione vescicale trans-uretrale (TURV)?
  6. Durante la TURV, la neoplasia viene abbracciata e resecata con un'ansa metallica riscaldata elettricamente, cauterizzando i vasi per evitare sanguinamenti e problemi di visione endoscopica.

  7. Come si integrano i dati diagnostici per una diagnosi accurata?
  8. La diagnosi si basa sull'integrazione di tutti i dati raccolti tramite diversi esami, come endoscopia e anatomia patologica, per ottenere un quadro completo della neoplasia.

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