Concetti Chiave
- La displasia congenita dell'anca, precedentemente nota come lussazione congenita, ora raramente presenta lussazioni grazie alla diagnosi precoce.
- L'incidenza della displasia congenita dell'anca è significativamente più alta nelle femmine rispetto ai maschi, con un rapporto di incidenza F/M di 6:1.
- I principali fattori di rischio includono genetica, fattori geografici ed etnici, anatomia dell'anca alla nascita e fattori meccanici intrauterini.
- L'anatomia dell'anca alla nascita, con angoli di inclinazione e declinazione particolari, contribuisce all'instabilità articolare aumentando la probabilità di displasia.
- Studi storici e recenti mostrano che la displasia dell'anca è più comune nella razza bianca e quasi sconosciuta tra le popolazioni africane.
Indice
Evoluzione della diagnosi dell'anca
In passato veniva spesso definita lussazione congenita dell’anca, questo perché l’anomalia si accompagnava sempre ad una lussazione, oggi invece, grazie alla diagnosi precoce, è al contrario raro trovare una lussazione, che è tipica delle forme misconosciute, dette inveterate.
Le conoscenze su questa patologia ortopedica si sono evolute moltissimo negli anni, molte cose sono state sostituite con altri concetti, sono stati fatti nuove scoperte e studi. Epidemiologia:
● Incidenza F/M: 6:1;
● Maggiore incidenza nella razza bianca, meno frequente nell’etnia africana;
● Dato storico di frequenza clinica: 5/1000 nascite;
● Frequenza ecografica: 2-7/100 nascite.
Fattori di rischio alla nascita
La frequenza clinica fa riferimento alla diagnosi basata su esame obiettivo e radiografico fatta in passato, in epoca pre-ecografica (fino agli anni 80’).
Alla nascita, o nel periodo immediatamente successivo, diversi fattori patologici e fisiologici concorrono a determinare un aumentato rischio di perdita dei corretti rapporti articolari ed eventualmente a stabilire la gravità (displasia, sublussazione o lussazione).
In questo caso la displasia potrebbe essere definita come lussabilità, ovvero una condizione che in concomitanza con altri fattori può manifestarsi come stato patologico.
Marino Ortolani, pediatra di Ferrara, si è dedicato per tutta la vita a cercare le cause e definire la displasia dell’anca.
Fattori intrinseci della displasia
I principali fattori intrinseci riconosciuti:
● Fattori genetici: c’è una ereditarietà e una familiarità in circa il 10% dei casi.
Se la mamma del bambino ha avuto displasia dell’anca (familiarità materna) c’è indicazione all’esecuzione di ecografia alla nascita o nelle settimane successive.
● Fattori geografici ed etnici: studiando le diverse migrazioni delle popolazioni nel corso della storia si è osservato che, per esempio, pellerossa ed eschimesi sono popolazioni particolarmente colpite dalla patologia, o ancora mentre nella popolazione africana è quasi sconosciuta, nella popolazione americana in alcuni sottogruppi è particolarmente presente, in altri meno.
● Anatomia dell’anca alla nascita: in base all’ampiezza degli angoli di inclinazione e declinazione alla nascita, l’articolazione risulta già meno stabile e più lussabile. Inoltre, l’angolo di copertura in cui l’acetabolo chiude la testa femorale è aumentato alla nascita. Il tetto acetabolare è più sfuggente. Alla radiografia l’indice acetabolare, ovvero l’angolo di continenza dell’acetabolo, nell’adulto è di circa 20°, mentre può raggiungere i 40° alla nascita: questo contribuisce a rendere l’articolazione instabile. Alla nascita vi può essere una lassità capsulo-legamentosa, un margine acetabolare più aperto/inclinato e un collo femorale più valgo.
● Fattori meccanici intrauterini: presentazione podalica (in passato veniva usata una manovra ostetrica per cui il bimbo veniva preso dai piedi e potenzialmente questo poteva lussare l’anca), oligoidramnios.
● Lassità capsulo-ligamentosa: può essere una condizione ereditaria o ormonale, per cui c’è una
alterazione della forma e posizione dell’anca al momento della nascita.
Per esempio, durante il parto si verifica un aumento della lassità capsulo-ligamentosa del bacino della madre per allargare il canale del parto in modo da facilitare la fuoriuscita del feto.
Domande da interrogazione
- Qual è stata l'evoluzione nella diagnosi della displasia congenita dell'anca negli anni?
- Quali sono i principali fattori di rischio per la displasia congenita dell'anca?
- Come varia l'incidenza della displasia congenita dell'anca tra i diversi gruppi etnici?
- Qual è l'importanza dell'ecografia nella diagnosi della displasia congenita dell'anca?
La diagnosi precoce ha ridotto significativamente la presenza di lussazioni, che erano comuni in passato quando la patologia veniva diagnosticata più tardi. Grazie agli avanzamenti tecnologici, come l'ecografia, è ora possibile identificare la condizione molto prima, riducendo così la gravità delle manifestazioni.
I fattori di rischio includono genetica, con una ereditarietà e familiarità nel 10% dei casi, fattori geografici ed etnici, l'anatomia dell'anca alla nascita, fattori meccanici intrauterini come la presentazione podalica, e la lassità capsulo-ligamentosa, che può essere sia ereditaria che ormonale.
L'incidenza è maggiore nella razza bianca e meno frequente nell'etnia africana. Studi hanno mostrato che alcune popolazioni, come i pellerossa ed eschimesi, sono particolarmente colpite, mentre la patologia è quasi sconosciuta nella popolazione africana, ma varia significativamente tra i sottogruppi della popolazione americana.
L'ecografia gioca un ruolo cruciale nella diagnosi precoce della displasia congenita dell'anca, permettendo di identificare la condizione subito dopo la nascita o nelle settimane successive. Questo strumento diagnostico ha contribuito a ridurre la frequenza di lussazioni non riconosciute, migliorando significativamente l'esito per i pazienti.