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Concetti Chiave

  • Il disturbo traumatico da stress (PTSD) viene diagnosticato in base ai sintomi, senza esami sierologici o strumentali per dimostrarlo oggettivamente.
  • I sintomi del PTSD devono durare più di un mese e causare un disagio significativo che impatta la vita quotidiana della persona.
  • I flashback sono il sintomo più tipico del PTSD, caratterizzati da immagini intrusive e vivide che fanno rivivere l'evento traumatico.
  • Le reazioni dissociative possono portare a una perdita di consapevolezza dell'ambiente, aumentando la sofferenza psicologica e le reazioni fisiologiche.
  • L'evitamento di ricordi, pensieri o situazioni collegate all'evento traumatico può ridurre lo spazio vitale della persona affetta da PTSD.

Diagnosi di disturbo traumatico da stress

La diagnosi si fa sulla base dei sintomi: in psichiatria non esiste un esame sierologico o un esame strumentale da fare per dimostrare oggettivamente la malattia. Non è possibile dimostrare la patologia con dei dati oggettivi, ma questo non vuol dire che la malattia abbia meno importanza. Nel ptsd ci sono una serie di criteri diagnostici a cui la persona deve rispondere:
• I sintomi durano durare più di 1 mese
• Questi sintomi causano un distress, un disagio, una sofferenza che impatta negativamente sulla quotidianità della persona.

Il sintomo più tipico che compare durante il ptsd sono i flashback: immagini di memoria intrusive, involontarie e persistenti, che compaiono generalmente nei momenti in cui lo stato di veglia è meno forte, come nella fase di addormentamento o del risveglio.

Queste immagini che compaiono nella mente del paziente sono così vivide e forti che la persona ha la sensazione di rivivere il momento.
Tutti noi a seguito di un evento che ci ha turbato (per esempio un esame andato male), come meccanismo fisiologico cerchiamo di non pensarci per poi dimenticare. Nel ptsd questo meccanismo non funziona: l’immagine compare in maniera continua e ripetuta, e ogni volta si rivive il momento di difficoltà (ogni volta che si chiudono un po’ gli occhi ricompare l’immagine dell’esame), quale la morte reale o una minaccia di morte, grave lesione, oppure violenza sessuale, facendo un’esperienza diretta o indiretta dell’evento traumatico oppure venendo a conoscenza di un evento traumatico violento o accidentale accaduto ad un membro della famiglia o ad un amico stretto.
insorgano dopo l’evento traumatico, e possono manifestarsi sotto forma di ricordi del trauma ricorrenti, involontari ed intrusivi, immagini, sogni spiacevoli ricorrenti in cui il contenuto e/o le emozioni del sogno sono collegati all’evento traumatico e reazioni dissociative come flashback in cui la persona ha la sensazione psichica ed emotiva e agisce come se l’evento traumatico si stesse ripresentando.
Tra le reazioni che possono conseguire a questo, vi sono le reazioni dissociative, in cui la persona si stacca dall’ambiente in cui fino ad arrivare alla completa perdita di consapevolezza dell’ambiente circostante.
Tutto ciò causa nella persona una intensa e prolungata sofferenza psicologica, nonché marcate reazioni fisiologiche, che si riattivano ogni volta che la persona è esposta a eventi scatenanti, interni o esterni, che simboleggiano o assomigliano a qualche aspetto dell’evento traumatico.
Esempio: la professoressa racconta di un ragazzo rifugiato in Italia dopo un viaggio attraverso la Libia. Ogni volta che questo ragazzo doveva fare la doccia nel centro di accoglienza, aveva delle reazioni d’ansia intensissime e inspiegabili, si pensava che non volesse lavarsi. In realtà il rumore dell’acqua che scrosciava era un rumore che ricollegava alla prigionia in Libia e che gli ricordava l’evento cardine della sua esperienza traumatica: nel periodo di prigionia, il momento della doccia consisteva nel fare uscire tutti i prigionieri e lavarli con un idrante. Il collegamento del rumore e della parola doccia con il dover fare la doccia, anche in un luogo totalmente sicuro quale era il centro di accoglienza, riattivava in maniera talmente intensa l’emozione e gli aspetti emotivi di quello che il ragazzo aveva vissuto in Libia, che per lui era impossibile fare la doccia.

Esempio: l’odore di fumo e di carta bruciata scatena nelle crisi d’ansia nei sopravvissuti all’attacco dell’11 settembre).
Quindi la reazione psichica non è legata solo all’essere esposti di nuovo all’evento traumatico reale, ma anche a un qualcosa che lo simboleggia o lo ricorda viene
messo in atto dopo l’evento traumatico. La persona evita o tenta di evitare ricordi spiacevoli, pensieri o sentimenti relativi o strettamente associati all’evento traumatico.
Questo fa sì che lo spazio vitale della persona che soffre di questo disturbo si riduca sempre di più. Nell’esempio del ragazzo rifugiato l’evitamento riguardava soltanto la doccia, ma ci sono altre situazioni in cui vengono evitati anche fattori esterni quali persone, luoghi, conversazioni, attività, oggetti e situazioni che possono suscitare ricordi spiacevoli, pensieri o sentimenti relativi o strettamente associati all’evento traumatico.

Domande da interrogazione

  1. Come viene diagnosticato il disturbo traumatico da stress?
  2. La diagnosi si basa sui sintomi e non esistono esami oggettivi per dimostrare la malattia.

  3. Quali sono i criteri diagnostici per il disturbo traumatico da stress?
  4. I sintomi devono durare più di 1 mese e causare un disagio che influisce sulla vita quotidiana.

  5. Qual è il sintomo più tipico del disturbo traumatico da stress?
  6. I flashback, che sono immagini intrusive e persistenti che la persona ha la sensazione di rivivere.

  7. Cosa succede durante i flashback nel disturbo traumatico da stress?
  8. La persona rivive intensamente l'evento traumatico con immagini vivide e forti.

  9. Cosa causa l'evitamento nel disturbo traumatico da stress?
  10. L'evitamento riguarda la volontà di evitare ricordi, pensieri o situazioni che sono associati all'evento traumatico.

Domande e risposte