Concetti Chiave
- L'iperglicemia provoca danni variabili agli organi, colpendo la pelle, le gonadi, il sistema osteoarticolare, i polmoni, il cervello e il tratto digerente.
- Nonostante il miglioramento delle cure, la mortalità diabetica rimane alta, spesso sottostimata nelle schede di morte ufficiali.
- Nel tempo, la mortalità per cause cardiovascolari nei diabetici è diminuita, mentre quella per tumori è aumentata, suggerendo future tendenze inverse.
- Le principali complicanze acute del diabete includono ipoglicemia, chetoacidosi diabetica (T1DM) e sindrome iperosmolare non chetosica (T2DM).
- La chetoacidosi diabetica è caratterizzata da iperglicemia, iperchetonemia, acidosi metabolica e disidratazione, risultante dalla carenza di insulina.
Indice
Impatto dell'iperglicemia sugli organi
In realtà l’iperglicemia causa un danno d’organo molto eterogeneo. La cute può avere delle manifestazioni patologiche così come le gonadi, l'apparato osteoarticolare (spalla congelata), i polmoni (fibrosi), il cervello (demenza), il tubo digerente. Questo determina un’aumentata mortalità nelle persone diabetiche.
Mortalità e diabete: dati e cause
Il dato di mortalità è sceso nell’ultimo ventennio, questo grazie alle cure migliori. Nonostante questo, dei 4 milioni di malati 125.000 muoiono. Tuttavia in molte schede di morte il diabete non è citato come causa di morte o come
causa di accompagnamento: tuttavia spesso il diabete non è uno spettatore innocente, ed ha avuto probabilmente un ruolo rilevante.
Se si osservano i dati ottenuti dalle schede di morte (con tutti i limiti che hanno) in questo studio di Verona risalente agli anni ’80 le morti per malattie cardiovascolari sono il 39,8%, per i tumori 27% e per il diabete 12,7%.
Tuttavia il diabete viene conteggiato come causa di morte solo se nella scheda di morte c’è scritto “diabete” (ad esempio sindrome iperosmolare non chetosica o la chetoacidosi) quando in realtà ci sono morti per ictus, infarto o insufficienza renale terminale legata al diabete, che non vengono conteggiati nel diabete.
Evoluzione delle cause di morte
Spostandosi avanti di quasi 20 anni qualche numero cambia: la causa di morte cardiovascolare diventa 34,3%, quella per tumore diventa 31%, e il diabete rimane con la stessa percentuale (12,8%). Nel corso del tempo si sta riducendo la mortalità per cause cardiovascolari, nella popolazione ed anche nei diabetici, aumenta invece la morte per tumori.
Quindi oggi i diabetici vengono curati meglio sul versante cardiovascolare, ma le armi contro i tumori non sono state implementate più di tanto. Ora la possibilità per un diabetico di morire di tumore sta aumentando e probabilmente in futuro sorpasserà la probabilità di morire per una malattia cardiovascolare.
Complicanze acute del diabete
Le complicanze acute del diabete sono 3:
1. ipoglicemia
2. chetoacidosi diabetica (T1DM)
3. sindrome iperosmolare non chetosica (T2DM), dove non c’è chetoacidosi, ma la glicemia è molto alta ed è tipica del diabete di tipo II. L’incidenza è di 0,5-1 caso ogni 100 persone all’anno e 20-40000 mila casi per anno in Italia.
Chetoacidosi diabetica: definizione e cause
Chetoacidosi diabetica (DKA)
È la complicanza più temuta nel DM1. Ancora adesso, su 100 pazienti con T1DM, in un anno ci sono 1-5 casi in Italia, quindi 200 – 1000 casi in un anno.
È uno scompenso metabolico caratterizzato da:
• aumento di corpi chetonici (a cui seguono iperchetonemia e chetonuria) > 5mM/L;
• acidosi metabolica e riduzione di bicarbonati , che vengono consumati per cercare di mantenere il pH quanto più vicino possibile alla normalità;
• disionia, caratterizzata soprattutto da diminuzione di potassio, ma anche di fosfato;
• iperglicemia ma non eclatante (> 300 mg/dL, in alcuni testi >250 mg/dL);
• disidratazione: il soggetto è stato per un certo lasso di tempo iperglicemico e quindi glicosurico, ha introdotto meno liquidi e si è disidrato, motivo per cui è ragionevole pensare che sia anche ipoteso.
Un’altra definizione di chetoacidosi diabetica è di un grave scompenso metabolico con:
• iperglicemia (>250 mg/dl)
• iperchetonemia (>3 mmol/l) e chetonuria
• acidosi metabolica (pH ≤ 7,3 e diminuzione bicarbonati)
• disidratazione
N.B. Entrami i valori sono accettabili, l’importante è ricordare le varie alterazioni Alla base di tutto ciò vi è:
• carenza assoluta di insulina;
• aumento degli ormoni controinsulari, soprattutto glucagone: nel diabete di tipo I l’autoimmunità è selettiva e risultano distrutte solo quelle secernenti insulina ma quelle del glucagone, che sono intatte. Se l’insulina manca, manca anche l’inibizione al glucagone, che quindi aumenta.
• e/o aumentata sensibilità agli ormoni controinsulari, che agiscono tramite:
o effetto diretto innalzamento della glicemia, perché aumentano la produzione epatica di glucosio;
o effetto indiretto aggravamento dell’insulino-resistenza.
Dunque, in queste condizioni, l’insulina (compresa quella esogena) non riesce a compiere la sua funzione fisiologica perché questi ormoni esercitano un’azione di ostacolo.
Domande da interrogazione
- Quali organi possono essere danneggiati dall'iperglicemia?
- Come è cambiata la mortalità per diabete negli ultimi vent'anni?
- Quali sono le principali complicanze acute del diabete?
- Qual è la complicanza più temuta nel diabete di tipo 1?
- Quali sono le cause alla base della chetoacidosi diabetica?
L'iperglicemia può causare danni a vari organi, tra cui la cute, le gonadi, l'apparato osteoarticolare, i polmoni, il cervello e il tubo digerente.
La mortalità per diabete è diminuita grazie a cure migliori, ma il diabete spesso non è citato come causa di morte, nonostante il suo ruolo rilevante.
Le complicanze acute del diabete includono ipoglicemia, chetoacidosi diabetica (T1DM) e sindrome iperosmolare non chetosica (T2DM).
La complicanza più temuta nel diabete di tipo 1 è la chetoacidosi diabetica, caratterizzata da iperglicemia, iperchetonemia, acidosi metabolica e disidratazione.
La chetoacidosi diabetica è causata da una carenza assoluta di insulina e un aumento degli ormoni controinsulari, come il glucagone, che ostacolano l'azione dell'insulina.