Concetti Chiave
- La contaminazione dei campioni avviene quando il sangue è mischiato con soluzioni di infusione, alterando i risultati degli esami.
- Un campione emolitico presenta problemi con alcuni analiti, come LDH e potassio, a causa della rottura dei globuli rossi e rilascio di emoglobina.
- Il laboratorio analisi richiede nuovi prelievi in caso di contaminazione sospetta o emolisi, specificando di interrompere le infusioni.
- La centrifugazione distingue plasma o siero, e il colore indica il livello di emolisi, con l'emoglobina libera che ne determina la gravità.
- Non tutti i parametri vengono refertati in caso di emolisi, soprattutto quelli con alta concentrazione intra-eritrocitaria rispetto all'esterno.
Indice
Contaminazione del campione di sangue
Un altro errore riscontrato in sede di prelievo è quello di contaminare il campione di sangue con delle soluzioni di infusione. Se, infatti, il paziente ha un’infusione in corso, sia essa una glucosata, una fisiologica o un’eparinata, la si deve interrompere, bisogna pulire il catetere utilizzato e buttare via un certo quantitativo di sangue che potrebbe essere stato contaminato da quell’infusione. Una contaminazione potrebbe causare una diluzione degli analiti, tale da renderli così bassi da raggiungere un valore critico, e indurre così il medico a somministrare una terapia scorretta e pericolosa. Per esempio, una diluizione potrebbe causare un abbassamento della concentrazione di potassio del campione esaminato inducendo il clinico a somministrare potassio causando iperkaliemia.
In caso di infusione di eparina si alterano tutti gli esami inerenti la coagulazione, e anche altri.
In casi di sospetta contaminazione, il laboratorio analisi chiama il reparto di appartenenza e richiede un nuovo campione, specificando la necessità di sospendere l’infusione al paziente.
Effetti dell'emolisi sul campione
Quando il laboratorio riscontra un campione con emolisi, invece che spedire il referto manda l’indicazione di campione emolitico, con la necessità di effettuare un nuovo prelievo.
Dopo centrifugazione si ottiene plasma o siero, e, se il campione è normale, si presenta di colore giallo, mentre diventa via via più rosso man mano che l’emolisi cresce. Quindi, più globuli rossi si sono rotti e più si libera emoglobina, responsabile della colorazione del campione. La procedura di analisi dei campioni è compiuta da una strumentazione che, prima di saggiare la concentrazione di tutti gli analiti, misura l’indice di emolisi in ogni campione che viene caricato sullo strumento. L'indice di emolisi è la misurazione della concentrazione, nel plasma o nel siero, dell’emoglobina libera. Se viene superato un determinato cut off di emoglobina libera, quel campione non risulterà analizzabile.
Nell’immagine soprastante sono mostrate le cause principali di emolisi in vitro.
Conseguenze dell'emolisi sui parametri
Perché quando si ha emolisi del campione, alcuni parametri in modo particolare non possono essere refertati? Non sono refertabili quegli analiti la cui concentrazione intra-eritrocitaria è normalmente alta o molto più alta di quella extra-eritrocitaria. Ad esempio, LDH è 160 volte più concentrato nel globulo rosso rispetto all’esterno, il potassio è 25 volte più concentrato e l’AST è 3 volte più concentrato. Se si ha un'emolisi di lieve entità, i primi parametri che non vengono refertati sono: LDH, K e ALT; via via che l’emolisi aumenta, poi, verranno alterati anche altri parametri per interferenze chimiche o spettrofotometriche. Non è detto, quindi, che tutto il campione venga refertato come emolitco, ma lo possono essere solo alcuni analiti, in base all’entità dell’emolisi.
Domande da interrogazione
- Qual è l'importanza di evitare la contaminazione dei campioni di sangue durante il prelievo?
- Cosa succede se un campione di sangue presenta emolisi?
- Quali sono gli effetti dell'emolisi sui parametri analitici?
- Come viene determinato se un campione è emolitico?
Evitare la contaminazione è cruciale per prevenire la diluizione degli analiti, che potrebbe portare a risultati critici e a terapie scorrette e pericolose, come l'iperkaliemia.
Se un campione presenta emolisi, il laboratorio non invia il referto ma richiede un nuovo prelievo, poiché l'emolisi altera la concentrazione di alcuni analiti, rendendo il campione non analizzabile.
L'emolisi influisce su parametri come LDH, potassio e AST, che hanno concentrazioni intra-eritrocitarie molto più alte rispetto all'esterno, rendendo questi parametri non refertabili.
Un campione è considerato emolitico se l'indice di emolisi, che misura la concentrazione di emoglobina libera nel plasma o nel siero, supera un determinato cut off, rendendo il campione non analizzabile.