Concetti Chiave
- Il coma lattacidemico è caratterizzato da sintomi come anoressia, nausea, vomito, dolore epigastrico, ipotensione e iperventilazione.
- Nei pazienti con respiro di Kussmaul e terapia con metformina, si deve sospettare il coma lattacidemico, confermato da livelli elevati di acido lattico e bicarbonati bassi.
- La gestione del coma lattacidemico include il riempimento volemico, l'uso di vasopressori, e in caso di acidemia grave, l'aggiunta di bicarbonato.
- Lo scompenso cardiaco acuto si manifesta con dispnea, astenia ed edema agli arti inferiori, distinguibili dalla polmonite per la bilateralità dei rumori polmonari.
- Una rete di prevenzione per lo scompenso cardiaco cronico potrebbe ridurre i ricoveri ospedalieri, monitorando il peso dei pazienti per prevenire l'edema polmonare.
Sintomi del paziente
Il paziente di solito si presenta con questi segni e sintomi:
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- Ipotensione (fino allo shock), tachicardia, aritmie
- Iperventilazione (respiro di Kussmaul)
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Agli esami di laboratorio invece:
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- Potassio può essere elevato per lo shift intraextracellulare innescato dall’acidosi
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Trattamento del coma lattacidemico
Il coma lattacidemico è una situazione ad elevato rischio di mortalità e rappresenta un’emergenza non così
rara.
- Se il pazeinte è in shock (per vasodilatazione e ridotto inotropismo cardiaco): riempimento volemico
+ vasopressori;
- Se presenta acidemia grave (ph ≈7): alla precedente terapia bisogna aggiungere bicarbonato.
La mortalità rimane comunque elevata anche se il trattamento è adeguat.o
Eventualmente si può fare un trattamento dialitico (anche in assenza di insufficienza renale terminale) per rimuovere il farmaco accumulatosi. Fondamentale è la prevenzione: bisogna assolutamente evitare il trattamento con biguanidi nel paziente diabetico con insufficienza renale o epatica.
Sintomi dello scompenso cardiaco acuto
Lo scompenso cardiaco acuto è una sindrome clinica dovuta a una disfunzione cardiaca i cui sintomi cardinali sono dispnea, che determina l’accesso per paziente in Ps, e astenia. A questi si accompagnano segni clinici caratteristici, ossia l’edema bilaterale agli arti inferiori (talvolta è un vero e proprio stato anasarcatico, frequente è anche il versamento pleurico), e rumori umidi bilaterali all’auscultazione polmonare (rantoli, crepitii), più marcati a livello delle regioni basali.
In un paziente con dispnea e tosse, la bilateralità ci permette di distinguere lo scompenso da una polmonite, che invece avrà rumori più localizzati, in aggiunta a febbre e altri segni di infezione. Molto spesso nel paziente cardiopatico cronico, affetto da una cardiopatia strutturale nota in terapia, c’è un evento che determina lo scompenso. L’evento scatenante può essere proprio un’infezione, e in questo caso la diagnosi differenziale può non essere semplice.
Prevenzione dello scompenso cardiaco cronico
Lo scompenso cardiaco cronico è una delle patologie più diffuse nella popolazione > 65. Determina frequenti episodi di accessi in Ps, ospedalizzazione, compromettendo la qualità di vita e ricucendo
dell’aspettativa di vita.
Oltre 1 milione di persone sono colpite ogni anno in Italia, ogni giorno ci sono 500 ricoveri ospedalieri, e il costo sanitario è di 550 milioni di euro l’anno. Sarebbe quindi importante mettere in atto una rete di prevenzione efficiente. Se si seguissero questi pazienti a casa in maniera integrata, coinvolgendo nel monitoraggio sia i Medici di Medicina Generale sia i medici specialisti, si potrebbe spendere meno in termini di ricoveri. Ad esempio, dando indicazione al paziente cardiopatico di pesarsi frequentemente, un primo segno di necessità di intervenire potrebbe essere l’aumento di peso, dovuto agli edemi declivi. Se questo dato sfugge all’attenzione del medico, nell’arco di 5-7 giorni potrebbe comparire anche edema polmonare, che porta il paziente a recarsi al PS: prima dell’exitus saranno ricoverati mediamente 2-3 volte.
Domande da interrogazione
- Quali sono i sintomi principali del coma lattacidemico?
- Quali esami di laboratorio sono indicativi di un coma lattacidemico?
- Qual è il trattamento per un paziente in shock a causa di coma lattacidemico?
- Quali sono i sintomi caratteristici dello scompenso cardiaco acuto?
- Come si potrebbe migliorare la gestione dei pazienti con scompenso cardiaco cronico?
I sintomi principali del coma lattacidemico includono anoressia, nausea, vomito, dolore epigastrico, ipotensione, tachicardia, aritmie, iperventilazione (respiro di Kussmaul), confusione e obnubilamento fino al coma.
Gli esami di laboratorio indicativi di un coma lattacidemico mostrano glicemia normale o lievemente aumentata, potassio elevato, acido lattico elevato (>5 mmol/L), bicarbonati bassi e chetoni negativi.
Il trattamento per un paziente in shock a causa di coma lattacidemico include riempimento volemico e vasopressori; se c'è acidemia grave, si aggiunge bicarbonato alla terapia.
I sintomi caratteristici dello scompenso cardiaco acuto includono dispnea, astenia, edema bilaterale agli arti inferiori, versamento pleurico e rumori umidi bilaterali all'auscultazione polmonare.
La gestione dei pazienti con scompenso cardiaco cronico potrebbe migliorare con una rete di prevenzione efficiente, monitoraggio integrato a casa da parte di Medici di Medicina Generale e specialisti, e indicazioni per il paziente di monitorare il peso per rilevare precocemente l'aumento dovuto agli edemi.