Concetti Chiave
- La paziente di 91 anni presenta edema polmonare acuto con un tracciato ECG che mostra onde T negative indicative di ischemia cardiaca infero-laterale diffusa.
- Nonostante l'ischemia miocardica, a causa delle comorbilità della paziente, viene adottato un trattamento conservativo piuttosto che aggressivo.
- Un altro paziente con scompenso cardiaco mostra fibrillazione atriale con frequenza di circa 150 bpm e presenza di extrasistoli ventricolari.
- L'asse elettrico del cuore del secondo paziente tende a destra, con alcune alterazioni della ripolarizzazione evidenti nel tracciato.
- Nei casi di shock cardiogeno, i pazienti vengono indirizzati alla terapia intensiva e trattati con catecolamine per il supporto emodinamico.
Caso clinico di signora di 91 anni con edema polmonare acuto
La paziente è una signora di 91 anni con edema polmonare acuto che all’ingresso aveva questo tracciato ettrocardiografico. La frequenza cardiaca è circa 70 bpm dunque è normocardica, è ritmica e sono presenti le onde P, dunque, presenta un ritmo sinusale. Ciò che è molto evidente dal tracciato sono delle onde T negative visibili in quasi tutte le derivazioni che sono chiaramente di un quadro di ischemia cardiaca infero- laterale diffusa. Questo potrebbe essere un quadro di edema polmonare acuto cardiogeno dovuto a unaischemia miocardica e quindi si dovrebbe effettuare un trattamento mirato all’ischemia, tuttavia essendo la paziente fragile di 91anni con diverse comorbilità tra le quali una lieve insufficienza renale viene trattata con un atteggiamento conservativo. Nel tracciato ci sono anche complessi Qrs che sforano la carta e dunque con voltaggi aumentati, probabilmente la paziente aveva anche una cardiopatia ipertensiva.
Altri aspetti
Il paziente arriva con scompenso cardiaco al pronto soccorso dove viene effettuato un Ecg. Dal tracciato il paziente risulta tachicardico con una frequenza di circa 150 bpm ed è aritmico in quanto gli intervalli R-R sono irregolari. Le derivazioni dove meglio si vede meglio l'onda P sono V1 e D2 che vengono riportate anche in striscia lunga, in questo caso l’onda P è assente quindi si tratta di un ritmo non sinusale e poiché il complesso Qrs questo è stretto si può concludere che questo tracciato mostra una fibrillazione atriale. Sono presenti anche diverse extrasistoli, per capire se queste sono sopraventricolari o ventricolari bisogna guardare il complesso Qrs che in questo caso è largo, quindi si tratta di extrasistoli ventricolari. Le extrasistoli sono monomorfe ovvero hanno la stessa morfologia. Per determinare l’asse del Qrs vanno valutate solo le derivazioni periferiche, il Qrs in questo caso tende a essere più positivo in D3, dunque,l’asse elettrico del cuore è verso destra. Ci sono anche delle lievi alterazioni della ripolarizzazione. Il referto dell’ECG di questo paziente risulta essere una fibrillazione atriale a risposta ventricolare rapida con battiti ectopici ventricolari ed asse tendente a destra.
La digitale infatti ha un effetto proaritmico soprattutto se sono presenti delle alterazioni elettrolitiche per tale ragione è bene assicurarsi prima della somministrazione che i loro valori siano nella norma. La fibrillazione atriale ad alta frequenza in un paziente scompensato è l'unica indicazione che è rimasta per l'utilizzo della digossina mentre non viene più utilizzata in un paziente con scompenso cardiaco cronico.
Il paziente che invece si presenta con ipotensione se non addirittura con shock cardiogeno deve essere indirizzato alla terapia intensiva, il paziente può essere gestito sia in uciI, sia in terapia intensiva ordinaria ad alta intensità. In questo caso il diuretico non va fatto se non associato a farmaci ionotropi positivi per sostenere la sua condizione emodinamica. Nei casi più gravi di shock cardiogeno conclamato vengono utilizzate le catecolamine ed in particolare la noradrenalina, questo tipo di pazienti vengono mandati in terapia intensiva dove viene fatto un supporto emodinamico con amine simpatico-mimetiche.
Domande da interrogazione
- Qual è la condizione clinica della signora di 91 anni descritta nel testo?
- Quali sono le caratteristiche principali del tracciato elettrocardiografico della paziente?
- Come viene gestito un paziente con fibrillazione atriale e scompenso cardiaco al pronto soccorso?
- Qual è il trattamento per un paziente con shock cardiogeno?
- Quali sono le indicazioni per l'uso della digossina nei pazienti con scompenso cardiaco?
La signora di 91 anni presenta un edema polmonare acuto, probabilmente di origine cardiogena dovuto a ischemia miocardica, e viene trattata con un approccio conservativo a causa della sua fragilità e comorbilità.
Il tracciato mostra onde T negative indicative di ischemia cardiaca infero-laterale diffusa, un ritmo sinusale con frequenza cardiaca di circa 70 bpm, e complessi QRS con voltaggi aumentati, suggerendo una possibile cardiopatia ipertensiva.
Il paziente viene valutato con un ECG che mostra fibrillazione atriale a risposta ventricolare rapida e battiti ectopici ventricolari. La gestione include il controllo dei valori elettrolitici prima della somministrazione di digossina, che è indicata solo in caso di fibrillazione atriale ad alta frequenza.
Un paziente con shock cardiogeno viene indirizzato alla terapia intensiva, dove può ricevere supporto emodinamico con catecolamine, in particolare noradrenalina, e farmaci ionotropi positivi per sostenere la condizione emodinamica.
La digossina è indicata solo per la fibrillazione atriale ad alta frequenza in pazienti scompensati, mentre non è più utilizzata per il trattamento dello scompenso cardiaco cronico.