Concetti Chiave
- Un paziente giovane con febbre, tosse produttiva e dispnea mostra una storia di broncopolmoniti ricorrenti, sospettando una diagnosi più complessa di polmonite a lenta risoluzione.
- La diagnosi accurata richiede esami invasivi come endoscopia respiratoria e broncoscopia, per raccogliere campioni biologici e ottenere una prima analisi istologica.
- La storia di tossicodipendenza del paziente e i sintomi ricorrenti suggeriscono una possibile endocardite batterica, soprattutto nel contesto di immunocompromissione.
- L'ecocardiografia rivela vegetazioni valvolari, confermando il sospetto di endocardite, trattata con antibiotici ad ampio spettro e mirati contro Staphylococcus aureus.
- Il miglioramento clinico rapido del paziente porta alla decisione di programmare una sostituzione valvolare a causa del danno severo alle valvole cardiache.
Indice
Presentazione clinica e storia medica
Maschio di 25 anni, si presenta in ps per la terza volta con febbre, tosse produttiva e dispnea. Riferisce una storia di broncopolmoniti ricorrenti negli 6 ultimi e la diagnosi era stata di broncopolmonite a lenta risoluzione (all’ultima indagine radiografica si vedeva un quadro similare a quello dei precedenti accessi un PS ma con clinica spenta).
Alla nuova radiografia rimane il sospetto di broncopolmonite, ma in realtà è raro trovare tanti focolai diffusi in un paziente giovane (più probabile un unico focolaio magari più aggressivo) e avrebbe dovuto porre un diverso sospetto diagnostico:
Procedure diagnostiche avanzate
• Esami più invasivi con la raccolta di campioni biologici tessutali: l’endoscopia respiratoria. Di solito segue la Tc che è anche utile agli endoscopisti per avere una visione più specifica di dove eseguire un broncolavaggio o una biopsia transbronchiale. Lo scopo della broncoscopia è quindi il prelievo di campioni biologici più che la visione dell’aspetto macroscopico delle vie respiratorie. Assicura la prima analisi istologica che può essere fondamentale e spesso dirimente per definire le caratteristiche del quadro di polmonite a lenta risoluzione.
• Se il prelievo bioptico non è diagnostico si può procedere con indagini ancora più invasive con la toracopneumoscopia e una biopsia mirata del polmone. Fortunatamente è raro arrivare a questo step diagnostico.
Anamnesi e sospetto clinico
All’anamnesi si riscontra una storia di tossicodipendenza che aveva indotto a pensare ad uno stato di immunocompromissione (anche se era negativo per Hiv), e perciò il paziente era sempre stato trattato con cicli antibiotici di qualche settimana che davano un miglioramento temporaneo.
All’esame obiettivo del torace si riscontrano rantoli diffusi a piccole bolle con rumori di broncospasmo associati e, dato che non era stato segnalato in precedenza, soffio olosistolico di 2-3/6 udibile su tutti i focolai. Il chiaro sospetto clinico è un’endocardite batterica, che praticamente va sospettata in tutti i pazienti giovani, con storia di tossicodipendenza endovenosa con febbre ricorrente anche in assenza di soffio cardiaco. Tipicamente in questi casi interessa il cuore destro, e più difficilmente dà soffi apprezzabili perché a più bassa pressione rispetto al cuore sinistro.
Si esegue quindi un controllo ecocardiografico che mostra evidenti vegetazioni valvolari sia sulla mitrale che sulla tricuspide.
Terapia e miglioramento del paziente
Il paziente comincia una terapia antibiotica ad ampio spettro per l’endocardite e, presumendo che l’infezione sia causata da un Gram + (tipico dei pazienti con storia di abuso di droghe per via ev), si associano le penicilline a Vancomicina. Il risultato dell’emocoltura conferma l’infezione da Staphylococcus aureus, come suggerisce l’epidemiologia. Il paziente migliora in modo evidente diventando apiretico nell’arco di pochi giorni e in una settimana migliora anche la sintomatologia respiratoria. Dato il severo danno valvolare viene messo in lista d’attesa per sostituzione valvolare.
Domande da interrogazione
- Qual è la diagnosi iniziale del paziente e quali sono i sintomi presentati?
- Quali esami diagnostici sono stati suggeriti per chiarire la diagnosi?
- Qual è il sospetto clinico emerso dall'anamnesi e dall'esame obiettivo?
- Qual è stato il trattamento e l'esito per il paziente?
Il paziente, un maschio di 25 anni, si presenta con febbre, tosse produttiva e dispnea. La diagnosi iniziale era di broncopolmonite a lenta risoluzione, con una storia di broncopolmoniti ricorrenti.
Sono stati suggeriti esami più invasivi come l'endoscopia respiratoria per raccogliere campioni biologici tessutali, seguita da una TC per guidare il broncolavaggio o la biopsia transbronchiale. Se necessario, si può procedere con la toracopneumoscopia e una biopsia mirata del polmone.
Dall'anamnesi emerge una storia di tossicodipendenza, inducendo il sospetto di immunocompromissione. L'esame obiettivo del torace ha rivelato rantoli diffusi e un soffio olosistolico, portando al sospetto di un'endocardite batterica.
Il paziente ha iniziato una terapia antibiotica ad ampio spettro per l'endocardite, con penicilline e Vancomicina. L'emocoltura ha confermato un'infezione da Staphylococcus aureus. Il paziente è migliorato rapidamente, diventando apiretico e migliorando la sintomatologia respiratoria, ma è stato messo in lista d'attesa per la sostituzione valvolare a causa del danno valvolare severo.