Introduzione
Ofelia: donna, 45 anni.In anamnesi: gravidanza a termine a 35 anni, normopeso; riferit i bassi valori pressori con presunt i episodi sincopali attribuiti a ipotensione ortostatica; da un po’ lamenta artromialgie diffuse a caviglie e ginocchia con gonfiore per cui da qualche mese sta facendo terapia con Fans. Si presenta in PS per astenia particolarmente marcata da qualche giorno, accompagnata da colorito giallastro.
Ad una prima valutazione laboratoristica presenta/Si tratta chiaramente di un caso di anemia emolitica, caratterizzata da:
- tipico aumento degli indici di emolisi (bilirubina indiretta, Ldh);
- consumo dell’aptoglobina;
- aumento compensatorio della conta reticolocitaria;
- anemia normocitica normocromica (talvolta, nelle anemie emolitiche, Mcv può essere leggermente aumentato per forte risposta reticolocitaria).
Una volta definito che si tratta di un’anemia emolitica, essa va caratterizzata meglio in funzione della scelta della strategia terapeutica, che varia radicalmente a seconda dell’eziologia.
Anemie emolitiche congenite da difetto di membrana
Le proteine interessate sono:• ankirina (50% dei casi);
• β-spectrina;
• banda 4.2;
• banda 3;
• α-spectrina;
• glicoproteina associata a Rh.
In realtà, a fronte di questa linearità fisiopatologica, la clinica è molto più subdola e variabile: da pazienti paucisintomatici che arrivano all’età adulta senza diagnosi, a pazienti con grave anemia già nei primi anni di vita e che necessitano di intervento pediatrico urgente. Quindi, un’anemia cronica associata ad ittero, magari oscillante, e soprattutto a , soprattutto in occasione di crisi intercorrenti, ad esempio dovute ad infezioni virali. Talora, i pazienti vengono anche candidati a procedure per ridurre la necessità trasfusionale, come la stimolazione con agenti eritropoietici.
Digressione storica: l’anemia falciforme è una malattia storica, in quanto prima malattia molecolare riconosciuta, scoperta da Linus Pauling, doppio premio Nobel per la chimica (e poi anche per la pace) che concepì la struttura delle proteine. Egli pubblicò, insieme ai suoi collaboratori, uno studio su Science nel 1949 (“Sickle Cell Anemia, a Molecular Disease”). Nello studio vennero presentati i tracciati elettroforetici di persone affette da anemia falciforme, mostrando un’importante differenza di migrazione rispetto alla normale distribuzione dell’emoglobina. Il biochimico, nella sua interpretazione, considerando anche la familiarità che si era osservata studiando la patologia, si rese conto che il difetto molecolare era dovuto a una mutazione genetica del gene per l’Hb, che provocava un’alterazione delle proprietà della proteina stessa. La modernità dello studio si esplica nel fatto che gli autori descrivono la presenza di un gene responsabile alla base di una malattia complessa, la cui alterazione determina una modifica delle caratteristiche molecolari e strutturali dell’Hb e quindi al processo di falcemizzazione, persino prima che fosse scoperto il Dna.