Concetti Chiave
- Il dipinto "Giuditta e Oloferne" vede Giuditta rappresentata dalla cortigiana Fillide Melandroni, una modella ricorrente nei lavori di Caravaggio.
- Caravaggio utilizzava rappresentazioni di storie storiche per ottenere commissioni prestigiose, dimostrando la sua abilità artistica.
- Il quadro mostra la maestria nel trasporre emozioni, evidenziate nello sguardo disgustato e concentrato di Giuditta e nell'urlo straziante di Oloferne.
- Una figura anziana osserva la scena con sguardo impaziente, tenendo un panno in mano, contribuendo all'atmosfera drammatica.
- Lo sfondo oscuro contrasta con la luce intensa che illumina la scena centrale, creando un effetto visivo potente.
Il ruolo di Giuditta
In questo dipinto il ruolo di Giuditta è presentato alla perfezione dalla cortigiana dell'epoca Fillide Melandroni, la stessa che comparve numerose volte nei dipinti di Caravaggio.
Caravaggio e le commissioni
La rappresentazione pittorica di historie poteva consentire a Caravaggio di ottenere commissioni molto importanti, dimostrando di essere capace di gestirle facilmente e quindi di venire subito inquadrato come grande pittore del secolo.
La Giuditta e Oloferne fu un segno di questa evidenza.La scena della decapitazione
Il dipinto compenetra le precedenti ricerche nell'ambito della trasposizione dell'anima, evidenti nello sguardo disgustato e concentrato di Giuditta nello sforzo della decapitazione di Oloferne; quest'ultimo d'altra parte contribuisce all'atmosfera cupa con un urlo straziante. Questa scena viene assistita da una vecchia che, impaziente e con sguardo cupo, regge in mano un panno. Lo sfondo è praticamente oscuro e in contrasto con la potente luce che illumina l'avvenimento.