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Concetti Chiave

  • Le azioni interne in un solido prismatico derivano da forze esterne e contrastano le deformazioni.
  • Le deformazioni elastiche scompaiono con l'annullamento delle forze, mentre quelle anelastiche possono persistere.
  • Le deformazioni elastiche sono temporanee, mentre quelle anelastiche possono essere permanenti o aumentare nel tempo.
  • La progettazione si basa sulla conoscenza della resistenza dei materiali per controllare le deformazioni.
  • Il progettista deve garantire che le deformazioni non compromettano la funzionalità e la sicurezza delle strutture.

Le deformazioni interne al solido prismatico

Quando un corpo è sollecitato da un generico sistema di forze esterne, a risultante non nulla, al suo interno si generano altre forze, dette azioni interne, la cui intensità è funzione sia del materiale di cui è composto il corpo, sia dall’entità degli stessi carichi. Il ruolo di queste forze interne è quello di opporsi all’azione deformante delle sollecitazioni esterne.
Le deformazioni sono definite:
    elastiche, se all’annullarsi delle sollecitazioni, anche le deformazioni si annullano.
    anelastiche, se permangono anche dopo l’annullarsi delle forze esterne.
Nel primo caso le deformazioni sono temporanee, il corpo riprende il suo stato iniziale, e non resta traccia alcuna della deformazione.
Nel secondo caso, le deformazioni, totali o in parte, diventano permanenti oppure aumentano nel tempo. Conoscendo le caratteristiche dei materiali, ovvero la loro resistenza alle varie sollecitazioni si progetta in modo da controllare le deformazioni che inevitabilmente insorgeranno. Ricordiamo infatti che il corpo perfettamente rigido, non deformabile è un’astrazione. Non esiste un corpo così, trattasi semplicemente di un modello.
Compito del progettista è dunque quello di evitare che lo stato deformativo possa compromettere la funzionalità dell’opera e nei casi più gravi l’incolumità delle persone.

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