Concetti Chiave
- I margini trascorrenti sono caratterizzati da zolle che scorrono parallelamente senza creare o distruggere la litosfera.
- Questi margini formano grandi faglie trasformi a causa della sfericità della Terra e del movimento delle placche.
- Possono collegare zone convergenti, divergenti o una combinazione di entrambe, con tipici esempi osservabili nelle dorsali oceaniche.
- L'espansione dei fondali oceanici avviene per tronconi separati, creando margini conservativi tra segmenti della stessa dorsale.
- Lungo questi margini si verificano violenti terremoti superficiali, ma non vi è attività vulcanica.
Margini trascorrenti
I margini conservativi sono quelli lungo i quali le zolle scivolano parallelamente una lungo l’altra senza formazione o distruzione della litosfera. Questi margini danno origine a grandi faglie trasformi. La loro esistenza è dovuta alla sfericità della terra perché il movimento delle placche sulla superficie terrestre avviene attorno ad un asse passante per il centro della terra stessa. La velocità angolare è uguale in ogni punto ma ha diversa velocità angolare. Scendendo, infatti, verso l’equatore aumenta l’arco di circonferenza percorso nel medesimo intervallo di tempo producendo fratture trasversali.I margini trascorrenti possono connettere due zone convergenti, una divergente e una convergente oppure entrambe divergenti.
Il caso tipico di quest’ultima connessione si osserva a livello delle dorsali dove l’espansione dei fondali oceanici avviene per tronconi separati perché la diversa quantità di lava emessa nei singoli tratti della stessa dorsale fa sì che questi si espandano con velocità differenti. Tra un segmento e l’altro della dorsale si formano i margini conservatici i quali coincidono con le faglie trasformi. Lungo queste faglie le zolle scorrono in verso opposto solo nel tratto compreso tra i due tronconi mentre nei tratti esterni ad esso il senso del loro movimento è lo stesso. A causa dell’attrito tra le due zolle, lungo questi margini si verificano violenti terremoti con ipocentro superficiale perché le placche tettoniche accumulano energia potenziale a sufficienza per rompere la forza di attrito che le tiene unite sul piano della faglia. Non c’è, però, attività vulcanica.