Concetti Chiave
- Saul si apre in medias res con una forte contrapposizione tra la mente sana di David e quella turbata di Saul, evidenziando l'isolamento e la paranoia del re.
- La scenografia del secondo atto riflette il contrasto tra il lusso della tenda di Saul e la modestia dei soldati, simbolizzando la fragilità del suo potere.
- Il conflitto interiore di Saul è alimentato da Abner, che rappresenta l'anti-coscienza, mentre David è la proiezione del bene che esiste ancora nel re.
- Il dualismo si esprime anche nello stile della rappresentazione, alternando monologhi lunghi e dialoghi brevi, simbolizzando i pensieri contrastanti di Saul.
- La musica integra l'atmosfera della tragedia, sottolineando i caratteri dei personaggi e i momenti di tensione, come l'arrivo di Micol o la sicurezza di Abner.
Recensione Saul
Adattamento televisivo in due tempi.
Saul: Salvo Randone
Gionata: Nando Gazzolo
Micol: Valentina Fortunato
David: Gianmaria Volante
Abner: Mario Feliciani
Musiche originali di Fiorenzo Carpi
Scene di Mariano Mercuri
Costumi di Ezio Frigerio
Luci di Giampiero Puliti
Regia di Claudio Fino
L’inizio in medias res ci inserisce “violentemente” nella vicenda: solitario si staglia sulla scena David, vestito di stracci e con il capo coperto, lo sguardo rivolto lontano, a meditare della sua condizione.
Il tono è forte, ma non passionale, almeno non in una maniera “bruciante”: il suo equilibrio si scontra con il turbamento di Saul, opponendo una mente “sana” a una “malata”. La comparsa di Gionata permette al pubblico di comprendere quale sia l’antefatto: dal discorso tra i due amici, infatti, veniamo a scoprire il motivo dell’odio di Saul per il suo precedente beniamino, ossia la velenosa influenza di Abner. La conversazione consente anche di presentare tutti i personaggi principali della tragedia: viene nominata anche Micol, dolce sposa di David, provvedendo all’inserimento del tema dell’amore matrimoniale. David quindi non solo è un soldato valoroso per Saul e un amico fedele per Gionata, ma anche un marito amorevole per Micol.Particolare valore hanno le parole di David nella scena IV, ancora del primo atto: l’eroe dice di preferir morire tra i suoi. In questo ho notato un’altra differenza tra David e Saul: il primo è circondato dai suoi affetti, il secondo è invece isolato, e l’unica persona che gli sta accanto, Abner, lo fa con secondi fini. L’isolamento funge da punizione e da mezzo per rendere consapevole Saul dei suoi errori.
L’atto secondo si apre con un cambio di scenografia: ci troviamo presso la sontuosa tenda del re, una musica dal ritmo potente accompagna l’entrata di Saul: anche le vesti sono lussuose, con le pietre che mandano piccoli bagliori, quasi a contrasto con le modeste tende dei soldati sul fondo.
La personalità vacillante di Saul si manifesta nella confessione dei suoi turbamenti e nel fatto che Abner lo convince con facilità che David sia fonte della sua “sofferenza”.
Il re infatti non è capace di comprendere cosa stia realmente accadendo: la sua detronizzazione non è frutto di una congiura ai suoi danni, frutto invece delle sue paranoie, ma della volontà di Dio, incomprensibile e non modificabile.
La figura di David, nel conflitto interiore del protagonista, è una mera proiezione del “bene che c’è in Saul”, mentre Abner è quell’anti-coscienza che spinge il re alla rovina.
David, ancora, mette Saul dolorosamente davanti ai suoi limiti: egli vorrebbe affermare sé stesso come eroe, ma ne è impedito dalla sua fragilità, in questo caso la sua vecchiaia.
Questa è la tragedia della superbia, schiacciata da fragilità sempre più incombenti: solo la morte, per quanto estrema, può liberare il re, che nello svolgersi della vicenda è corroso in un vero e proprio processo di autodistruzione, come se si ripiegasse su sé stesso. Dopo un alternarsi tra lucidità e follia, il suicidio è l’unica soluzione per recuperare l’onore di re e, soprattutto, di padre.
Il dualismo si nota, ancor più nella trasposizione teatrale, anche nello stile, nell’alternarsi di lunghi monologhi (principalmente quelli di David, Micol e Saul) e di battute brevi (ad esempio, l’incontro tra Gionata e David). Anche il ritmo delle battute risulta incostante e spezzato, come se rappresentassero i pensieri contrastanti del re.
La musica si fonde perfettamente con l’atmosfera della tragedia: la dolce e delicata melodia tra la seconda e la terza scena del primo atto accoglie l’arrivo di Micol, anticipandone la gentilezza, da non scambiare però come debolezza. L’animo della donna è coraggioso e forte, creando la perfetta compagna per l’eroe. Un altro esempio consiste nella musica tuonante e “martellante” di una delle ultime scene: Abner è in armatura, ben dritto nella postura e sicuro dell’efficacia che avranno le sue parole. Proprio questa sicurezza sembra fondersi con il sottofondo musicale.
Per quanto riguarda l’interpretazione, quella Valentina fortunato, attrice nelle vesti di Micol, è stata per me la meglio riuscita: le espressioni facciali mutevoli, lo sguardo prima addolorato e poi felice, il tono di voce distrutto e poi deciso, rendono in maniera chiara tutte le sfaccettature di questo personaggio. Particolare menzione deve ricevere anche il modo in cui Salvo Randone interpreta gli scatti d’ira di Saul: la voce è quasi tremolante, come se davvero “ribollisse il sangue”, e il tono di voce tuonante contribuisce a rendere una figura “titanica” della Bibbia.
Commento personale
La tragedia del Saul ha da subito attratto il mio interesse: il cosiddetto “peccato di ùbris” è l’argomento che più mi affascina, in quanto mi permette di ricordarmi sempre quali siano i limiti dell’uomo. La figura del Saul può essere associata con numerosi personaggi della letteratura, dall’Aiace di Sofocle, all’Amleto di Shakespeare (entrambi rompono la tradizione dell’ereditarietà del titolo, passandolo a un uomo esterno alla famiglia, ma fidato), e infine Eteocle, ultimo eroe della saga tebana, lacerato dal suo valore di re e la consapevolezza di portare in sé una colpa, che può essere estinta solo con la morte, come nel caso di Saul. Personalmente non ho apprezzato completamente a trasposizione televisiva: il personaggio di David mi appare fiacco, quasi piatto: probabilmente ciò è dovuto al fatto che egli rappresenta comunque il tipico eroe, oltre che alla maggior caratterizzazione di Saul, che appare molto più umano, proprio in quanto instabile e dubbioso. La brevità della vicenda, di sole ventiquattro ore, concorre alla creazione della suspense, alimentata anche dai continui cambiamenti di opinione di Saul: non si sa mai cosa aspettarsi.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale della tragedia "Saul"?
- Come viene rappresentato il personaggio di David nella trasposizione televisiva?
- Qual è il ruolo di Abner nella vicenda?
- Come viene utilizzata la musica nella tragedia?
- Quali sono le somiglianze tra Saul e altri personaggi letterari?
Il tema principale della tragedia "Saul" è il "peccato di ùbris", che esplora i limiti dell'uomo e la superbia schiacciata dalla fragilità, culminando nel suicidio di Saul come unica soluzione per recuperare l'onore.
Nella trasposizione televisiva, David è rappresentato come un eroe tipico, ma appare fiacco e piatto rispetto a Saul, che è caratterizzato in modo più umano e complesso.
Abner funge da anti-coscienza per Saul, influenzandolo negativamente e spingendolo verso la rovina, convincendolo che David sia la fonte della sua sofferenza.
La musica si fonde perfettamente con l'atmosfera della tragedia, accompagnando e anticipando le emozioni e le azioni dei personaggi, come la dolce melodia per Micol e la musica tuonante per Abner.
Saul può essere associato a personaggi come Aiace di Sofocle e Amleto di Shakespeare, che rompono la tradizione dell'ereditarietà del titolo, e a Eteocle, che condivide con Saul la consapevolezza di una colpa estinguibile solo con la morte.