Concetti Chiave
- Il linguaggio cinematografico coinvolge profondamente gli spettatori, rendendo le esperienze più intense e memorabili rispetto alla realtà quotidiana.
- Le inquadrature variano per distanza e angolazione, includendo campi lunghissimi, primi piani e dettagli, ognuna con un ruolo specifico nella narrazione.
- L'angolazione di ripresa influisce sulla percezione dei personaggi, con inquadrature dall'alto o dal basso che possono suggerire debolezza o autorità.
- I movimenti della macchina da presa, come panoramiche e zoom, aiutano a coinvolgere lo spettatore e a guidare il ritmo narrativo del film.
- L'inquadratura soggettiva permette allo spettatore di immedesimarsi nel punto di vista del personaggio, aumentando l'empatia e la partecipazione emotiva.
Indice
Il potere suggestivo del linguaggio cinematografico
Il linguaggio cinematografico è molto suggestivo perché gli spettatori arrivano ad essere coinvolti in profondità sia dal lato affettivo quanto da quello emotivo. Lo spettatore usufruisce in modo omnicomprensivo delle immagini in movimento e del suono per cui quando viene proiettato viene percepito come vero e vissuto come se succedesse in prima persona. Fra l’altro, bisogna anche tener conto che il linguaggio cinematografico è spesso più coinvolgente della realtà perché in pochi minuti riesce a condensare ciò che realmente succede in tanti anni. Oppure, al contrario, fa durare ben oltre il reale scene che si svolgono in pochi secondi. Di conseguenza si può affermare che il film annulla la noia della quotidianità e amplia sensazioni ed emozioni che spesso nel quotidiano sui dileguano rapidamente. Inoltre, la sala cinematografica ingrandisce il potenziale suiggestivo grazie alla qualità delle immagini, al grande schermo, al buio, al silenzio presente in sala, alla presenza di altre persone che condividono nello stesso momento le identiche nostre emozioni. Il linguaggio cinematografico ha una sua grammatica specifica per quanto riguarda gli aspetti visivi, fondata sulle inquadrature e sui movimenti della macchina da presa.
L’inquadratura
L’inquadratura è l’immagine inquadrata dall’obbiettivo della macchina da presa fra due intervalli. Le inquadrature si distinguono in base alla distanza e all’angolazione di ripresa. Nella distanza di ripresa si parla di campi e di piani. Il campo di ripresa corrisponde alla parte di spazio inquadrata, mentre il piano si riferisce alla porzione del corpo umano inquadrata. Il campo può essere lunghissimo, lungo, medio a figura intera, americano, primo piano, primissimo piano, controcampo, dettaglio.• Si ha il campo lunghissimo, che di solitosi abbrevia con C.L.L., quando la macchina da presa inquadra uno spazio molto vasto, che può perdersi fino all’orizzonte. Esso serva da introduzione al film, come presentazione ambientale. Viene usato anche nelle scene di massa, nelle battaglie o per mostrare la folla che applaude allo stadio.
• Il campo lungo o C.L., è simile all’inquadratura a campo lunghissimo, però in questo caso le figure umane sono riconoscibili, pur essendo collocate in un ambiente di vasto respiro. I loro gesti, le loro espressioni facciali possono essere notate; interagiscono con l’ambiente circostante e l’ambiente è vivo e di solito accade qualcosa che lo spettatore dovrà notare perché importante per lo sviluppo della trama.
• Il campo medio e figura intera (C.M.) si ha quando una o due persone sono riprese per intero e si vede anche una parte dell’ambiente. Se viene inquadrata una persona soltanto, senza ambientazione, allora si parla di figura intera (F.I.).
• Il piano americana (P.A.) si ha quando l’attore è inquadrato dalle ginocchia in su. Si tratta di un tipo di inquadratura frequente nei film western per poter inquadrale i cinturoni con le munizioni oppure i movimenti delle mani pronte ad impugnare le pistole, collocate sulle cosce.
• Il primo piano (P.P.) si ha quando la macchina da presa inquadra il volto di un personaggio e a volte una parte del suo busto. In questo caso, si viene a creare una certa intimità con lo spettatore.
• Il primissimo piano (P.P.P.) è quando vengono inquadrati dei particolari del corpo, per esempio l’espressione del viso o gli occhi. Questa inquadratura è utile per enfatizzare una frase pronunciata dall’attore e a volte un primissimo piano può essere molto più espressivo di alcune parole.
• Il controcampo (C.C.) è utilizzata nella ripresa di una conversazione. Durante il montaggio, vengono alternati i primi piani degli attori, uno dopo l’altro in rapida successione; ogni attore mentre recita, viene inquadrato in primo piano, mentre il suo interlocutore appare solo in parte oppure di spalle. In pratica gli attori sono ripresi da due punti di vista opposti. Tradizionalmente, è un’inquadratura utilizzata nelle scene di dialogo, dove i due interlocutori sono inquadrati dalla macchina da presa in modo contrapposto e speculare.
• Infine abbiamo il dettaglio o particolare, cioè un primo fatto ad un oggetto o ad una parte specifica del corpo umano: una mano che, impugnata la pistola, spara, una bocca che emette fumo di sigaretta, una mano che scrive. Questo di inquadratura contribuisce ad aumentare il ritmo drammatico del film.
Da un’inquadratura all’altra si può passare in modo netto (= stacco) oppure con la tecnica della dissolvenza, quando l’immagine lentamente scompare e l’immagine successiva compare a poco a poco.
Le inquadrature possono essere anche statiche o dinamiche: è una distinzione fondamentale dal punto di vista espressivo poiché un’inquadratura statica comporta uno sguardo oggettivo sul personaggio, mentre un’inquadratura dinamica (cioè con diversi punti vista), crea maggiore immediatezza e soprattutto un grande coinvolgimento dello spettatore e della sua soggettività
L’angolazione
Essa può essere fatta dal basso, dall’alto, in modo frontale, in modo obliquo oppure soggettivo. Se l’inquadratura è fatta dall’alto, il personaggio appare come schiacciato, sottomesso e senza potere. A volte serve per accentuare un sentimento che prova il personaggio, come il terrore. Se invece la cinepresa punta verso l’alto, il soggetto appare, ovviamente ingigantito e quindi esso manifesta supremazia, forza, potere ed autorità. L’inquadratura obliqua, cioè fatta in modo tale che la linea di visuale non è orizzontale, ma corre da un angolo all’altro, fa perdere senso di realtà all’ambiente e alle persone riprese. Con l’inquadratura soggettiva, viene mostrato il punto di vista di uno dei personaggi; si viene a creare una notevole partecipazione da parte dello spettatore che si immedesima col personaggio. In letteratura questa corrisponde all’uso dello stile indiretto libero con cui la realtà viene vista attraverso gli occhi del personaggio e la posizione dello scrittore resta impersonale.
I movimenti della macchina da presa
Senza entrare troppo negli aspetti tecnici del problema, i movimenti della macchina da presa (panoramica, zoom, carrellata, ecc.) sono utili quando si vuole porre lo spettatore al centro dell’azione oppure per far capire che ci stiamo avvicinando alla fine dell’azione o del film. Esiste addirittura una particolare macchina da presa, chiamata steady-cam, che montata sul corpo dell’operatore, grazie ad un sistema molto sofisticato, è capace di riprodurre i movimenti degli attori con grande realismo.Domande da interrogazione
- Qual è l'effetto del linguaggio cinematografico sugli spettatori?
- Come si classificano le inquadrature nel linguaggio cinematografico?
- Qual è la differenza tra un'inquadratura statica e una dinamica?
- Come influisce l'angolazione di ripresa sulla percezione dei personaggi?
- Quali sono i principali movimenti della macchina da presa e il loro scopo?
Il linguaggio cinematografico coinvolge profondamente gli spettatori sia a livello affettivo che emotivo, facendo percepire le immagini in movimento e il suono come reali e vissuti in prima persona, ampliando sensazioni ed emozioni che nella quotidianità si dileguano rapidamente.
Le inquadrature si classificano in base alla distanza e all'angolazione di ripresa, distinguendosi in campi lunghissimi, lunghi, medi, americani, primi piani, primissimi piani, controcampo e dettagli, ognuno con specifiche funzioni narrative e emotive.
Un'inquadratura statica offre uno sguardo oggettivo sul personaggio, mentre un'inquadratura dinamica, variando i punti di vista, crea maggiore immediatezza e coinvolgimento dello spettatore, rendendo l'esperienza più soggettiva.
L'angolazione di ripresa può alterare la percezione dei personaggi: se fatta dall'alto, il personaggio appare sottomesso, mentre se fatta dal basso, appare ingigantito e dominante. L'angolazione obliqua distorce la realtà, e quella soggettiva immedesima lo spettatore nel punto di vista del personaggio.
I movimenti della macchina da presa, come la panoramica, lo zoom e la carrellata, servono a porre lo spettatore al centro dell'azione o a indicare l'avvicinarsi della fine dell'azione o del film. La steady-cam, in particolare, riproduce con realismo i movimenti degli attori.