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Concetti Chiave

  • "La grande bellezza", film di Paolo Sorrentino del 2013, segue la vita di Jep Gambardella, un giornalista e critico d'arte a Roma.
  • Il protagonista vive immerso nella mondanità romana, circondato da festini e superficialità, ma consapevole della sua mancanza di emozioni autentiche.
  • Roma emerge come scenografia principale, rappresentando una cornice di ostentazione e corruzione lontana dalla verità.
  • L'ispirazione per il film viene da "La dolce vita" di Federico Fellini, evidente nel formato dell'immagine e nell'atmosfera.
  • Jep riflette nostalgicamente sui ricordi di bellezza autentica e sull'unica donna amata, musa del suo capolavoro letterario.

La grande bellezza - Analisi e commento

Il 2013, l’anno che ha partorito questo film, co-scritto e diretto da Paolo Sorrentino. Jep Gambardella, il protagonista interpretato da Toni Servillo, è un affermato giornalista e critico d’arte, nonché autore di un romanzo che ha fatto la storia della letteratura italiana.
In questo film il protagonista non fa altro che sguazzare nella mondanità degli abitanti della magnifica città eterna: Roma.
Agli occhi di molti, il nostro scrittore fa una una vita invidiabile, con festini pieni di alcol, droga e sesso.

Cero, agli occhi di molti ciechi, forse. Il nostro protagonista non fa altro che partecipare al solito e monotono teatrino che gli riempie le giornate che pian piano lo accompagneranno alla morte. Ogni parola che esce fuori dalla bocca dei personaggi può essere sostituita con la parola “Ipocrisia”, ed avrebbe lo stesso significato.
A fare da scenografia a questa pellicola, è un’incredibile Roma che fa da cornice a questa flottiglia di ostentazione e corruzione, tutto ciò che è più lontano dal vero. E questo, Jep lo sa, sa che non prova più emozioni autentiche da quando era solo un ragazzino, da quando scrisse, come lo definisce lui, un romanzetto adolescenziale. Per questo riecheggia nella sua testa momenti di instancabile bellezza passati con forse l’unica donna che ha amato, che ha fatto da musa per il suo capolavoro.
Paolo Sorrentino non nega di essersi tremendamente ispirato a La dolce vita di Federico Fellini. Lo si può notare dal formato dell’immagine (2,35:1) lo stesso utilizzato da Fellini. Perfetto per immergere il protagonista nella magnifica Roma. La Città Eterna, infatti, viene elevata a co-protagonista.

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