Rosabianca 88
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Concetti Chiave

  • Il montaggio diventa rapido e alternato, mostrando una modella morente e un fotografo al lavoro.
  • La carrellata in avanti simula la macchina fotografica che assorbe la vita della modella, coinvolgendo anche lo spettatore.
  • Una pausa con primi piani fissi crea un gioco di sguardi tra il fotografo e la modella, culminando con un sorriso del fotografo.
  • La scena finale si allontana lentamente, mostrando la modella senza vita e includendo l'intero set.
  • Il montaggio sequenziale ritmico utilizza l'effetto vertigo per evocare disagio e complessità nella narrazione.

Analisi corto Shortcut

Verso la fine della storia, il montaggio diviene ancora più rapido e alternato tra le immagini di una modella sempre più morente, e scene del fotografo che scatta. Queste riprese del fotografo vengono realizzate tramite una carrellata in avanti verso l’obbiettivo (forse accentuato da un effetto vertigo); l’idea è quella di rappresentare, tramite questi movimenti, il senso che la macchina fotografica stia assorbendo la vita della ragazza, e tramite questo trac-in verso la lente è come se ne venissimo inglobati anche noi da questo procedimento.


Successivamente c’è una pausa, data da un una serie di gioco di sguardi (primi piani realizzati con una camera fissa) tra il fotografo e la modella; essa tiene uno sguardo vuoto e perso nel nulla. Vi un’ultima inquadratura sul fotografo, un primissimo piano dell’uomo che accenna un sorriso di compiacimento per l’opera appena realizzata. La scena finale è caratterizzata da una carrellata lenta indietro: si parte dal primo piano della modella, ormai priva di vita, per allontanarsi piano piano, inquadrando sempre più oggetti e il set. Il movimento si conclude con un campo medio, ove viene mostrata la figura per intero della modella, adagiata su una sedia, con la mano pendente.
il montaggio impiegato per questo corto è sequenziale ritmico comprende stacchi e girati montati in fase alternata per dare quella sensazione incasinata alla storia del racconto.
uso massiccio del effetto vertigo per dare quella sensazione di disagio alla protagonista ripresa in più sfaccettature dall'occhio della camera.

Domande e risposte