Concetti Chiave
- Le prime testimonianze sull'unzione degli infermi riguardano preghiere di consacrazione dell'olio, utilizzato sia per scopi sacri che profani.
- La "Tradizione apostolica" di Ippolito menziona una preghiera del vescovo per l'olio, insieme a benedizioni su olive e formaggio.
- Fino all'VIII secolo, l'unzione era comune tra i cristiani che utilizzavano l'olio consacrato a casa per la guarigione e la protezione.
- L'unzione degli infermi non era inizialmente concepita come sacramento per i moribondi, ma per il rafforzamento spirituale e fisico.
- Dall'VIII secolo, l'unzione è diventata un sacramento per i moribondi, a causa di penitenze associate e limitazioni imposte ai sacerdoti.
Uso dell'olio consacrato
Le uniche testimonianze che dicono qualcosa sull’unzione degli infermi, sono le preghiere per la consacrazione dell’olio, che serve soprattutto per rinvigorire e guarire e non sempre è possibile distinguere il suo uso profano da quello sacro. Una testimonianza in questo senso è fornita da “Tradizione apostolica” di Ippolito che oltre alle preghiere di benedizione sulle olive e sul formaggio, esso contiene anche una preghiera del vescovo sull’olio.
Evoluzione dell'unzione degli infermi
Fino al VIII° secolo si può dire che l’unzione degli infermi fosse molto diffusa, grande importanza si annetteva al fatto che i cristiani possedessero olio consacrato e lo utilizzassero in casa loro, quest’olio riceveva la sua forza sanante e protettiva del male dallo spirito santo invocato. In questo periodo l’unzione degli infermi non viene concepita come sacramento dei malati in pericolo di morte, ma nel VIII° secolo ha inizio una dilazione temporale che porta a considerare il sacramento ora amministrato alla dine della vita. I motivi sono le penitenze pesanti e spesso destinate a durare tutta la vita collegate all’unzione, ma anche il fatto che solo i sacerdoti fossero autorizzati ad amministrarlo ed esigessero alti onorari e così questo sacramento diventa praticamente il sacramento dei moribondi.