Concetti Chiave
- La cena è sia un addio ai discepoli sia uno sguardo verso il futuro, simbolo di speranza davanti alla morte.
- Le differenze nei racconti evangelici della cena riflettono esperienze personali, non protocollabili oggettivamente.
- La data della cena varia: i sinottici la collegano al Pesah, Giovanni alla sua vigilia.
- Le divergenze sullo svolgimento riguardano la sequenza del pane e del calice, con versioni alternate tra tradizioni.
- Le parole dell'istituzione variano, con Luca e Paolo che includono "fate questo in memoria di me", assente in Marco e Matteo.
L'ultima cena
La cena da un lato è una cena d’addio, riepilogo della vita e del testamento per i discepoli. Giovanni e Luca completano infatti il racconto con discorsi di addio. Dall’altro indirizza lo sguardo al futuro escatologico, segno di speranza di fronte alla morte. Quanto alla possibilità di una sua ricostruzione storica, vale quanto vale per i vangeli in generale: essi parlano di esperienze che non possono essere protocollate in maniera semplicemente oggettiva ma possono essere testimoniate in maniera personale e questo spiega le diversità:
1. Circa la data, secondo i sinottici venne celebrata la festa del Pesah, secondo Giovanni invece alla vigilia di questa festa, cosicché la crocifissione avvenne nella medesima ora in cui nel tempio si macellavano gli agnelli [“agnello di Dio”];
2. Circa lo svolgimento, la tradizione riportata da Paolo e Luce separa l’azione del pane e del calice, ma Marco e Matteo dicono che l’azione compiuta sul pane e quella compiuta sul calice siano avvenute l’una dopo l’altra.
3. Circa le parole dell’istituzione, Luca e Paolo riportano il comando “fate questo in memoria di me” mentre Marco e Matteo non lo riportano, questo significa che forse l’ultima cena non venne necessariamente interpretata già nel momento del suo svolgimento come l’istituzione di un sacramento;
Accedi a tutti gli appunti
Tutor AI: studia meglio e in meno tempo
