Concetti Chiave
- La teologia unisce il discorso (logos) e Dio (theos), esplorando sia Dio come oggetto di conoscenza che come soggetto che parla.
- Nella tradizione greco-romana, la teologia ha tre accezioni distinte: mitologica, filosofica e cultuale.
- L'accezione mitologica si riferisce ai discorsi sugli dei in opere come la Repubblica di Platone e attraverso i poeti come Esiodo e Omero secondo Aristotele.
- Aristotele introduce l'accezione filosofica della teologia come scienza prima, che studia i principi fondamentali dell'essere e la causa prima.
- L'accezione cultuale viene utilizzata dalla Stoà per descrivere il parlare agli dèi nel contesto del culto religioso e civile, come nel caso degli addetti al culto a Delfi.
Teologia – Storia e significato
La parola teologia, dal greco theologia, va letteralmente ad unire “parola/discorso” (logos) e “Dio” (theos), indicando dunque il proprio contenuti, si tratta infatti di una parola/discorso “di Dio”, dove il genitivo “di Dio” ha un valore sia oggettivo sia soggettivo. Come genitivo oggettivo dice che la teologia ha Dio come proprio specifico oggetto di conoscenza, e cioè che Dio è “Colui di cui si parla”, o meglio “a cui si parla”, mentre come genitivo soggettivo dice che Dio è il Soggetto del discorso della teologia, e cioè che Dio è “Colui che parla”. Unendo i due significati nell’orizzonte della rivelazione ebraico-cristiana, possiamo dire, in una prima descrizione, che la teologia è la parola che il pensiero umano afferma e scrive, a Dio e su Dio, a partire dalla Parola che Dio ha detto all’uomo su di Sé, sull’uomo e sulla creazione intera, nella storia della salvezza e in modo singolare e definitivo in Cristo Gesù. Nella tradizione greco-romana, troviamo tre distinte accezioni del termine teologia, quella mitologica, quella filosofica e quella cultuale, che possono essere spiegate in questo modo:
-
• Accezione Mitologica, si nota nello specifico in Platone e Aristotele, dove il termine teologia viene usato innanzitutto nel suo significato di discorso di tipo mitologico sugli dei. Per quanto riguarda Platone, fondamentale è il riferimento al secondo volume della sua opera Repubblica, in cui i responsabili della cosa pubblica, devono conoscere secondo l’autore i modelli normativi, chiamati typoi, ai quali adeguarsi nei «discorsi sulla divinità». In modo che “come il dio si trova ad essere, così andrebbe sempre raffigurato, sia che lo si faccia in versi epici, o lirici, o in una tragedia”. Per quanto riguarda Aristotele invece, egli usa abitualmente il termine theologoi applicandolo ai poeti dei miti come Esiodo o Omero) in contrapposizione ai “fisici” ionici.
• Accezione Teologica. In Aristotele, però, troviamo anche un uso diverso del termine teologia, ovvero quello di theologikè philosophia o epistéme, come cioè la «scienza prima» tra le tre scienze teoretiche, ovvero la fisica e la matematica, in quanto essa considera i principi primi dell’essere e risale alla “causa prima”.
• Accezione Cultuale. Il terzo uso del termine teologia lo ritroviamo nella Stoà, col significato di «parlare agli dèi nel culto» all’interno dello spazio religioso e civile della “città”', un esempio è infatti Plutarco, che definisce theologoi gli addetti al culto a Delfi, così come, più avanti, saranno chiamati theologoi gli addetti al culto imperiale. Anche per questo motivo, i filosofi greci si guardavano bene dal designare se stessi con questo nome.
Domande da interrogazione
- Qual è il significato etimologico della parola "teologia"?
- Come viene interpretata la teologia nella tradizione greco-romana?
- Qual è l'accezione mitologica della teologia secondo Platone e Aristotele?
- In che modo Aristotele utilizza il termine teologia in un contesto filosofico?
La parola "teologia" deriva dal greco "theologia", che unisce "logos" (parola/discorso) e "theos" (Dio), indicando un discorso "di Dio", sia come oggetto che come soggetto.
Nella tradizione greco-romana, la teologia ha tre accezioni: mitologica, filosofica e cultuale, ciascuna con un significato specifico legato a discorsi sugli dei, alla scienza prima e al culto religioso.
Platone e Aristotele usano la teologia in senso mitologico per riferirsi ai discorsi sugli dei, con Platone che sottolinea l'importanza dei modelli normativi nei discorsi divini e Aristotele che applica il termine ai poeti dei miti.
Aristotele utilizza il termine teologia come "theologikè philosophia" o "epistéme", considerandola la "scienza prima" che studia i principi primi dell'essere e la causa prima, distinguendola dalla fisica e dalla matematica.