Concetti Chiave
- I simboli sacramentali nella teologia uniscono corpo e spirito, esemplificati da gesti come il riso per esprimere gioia.
- Esistono simboli reali che non solo rappresentano un concetto, ma lo realizzano, come una stretta di mano per una promessa.
- Simboli rappresentativi indicano qualcosa di non immediatamente percepibile, come un segnale stradale per un dosso.
- I sacramenti sono visti come simboli reali che manifestano e realizzano la fede e l'appartenenza dei nuovi membri alla Chiesa.
- Secondo la visione cristiana, la fede e l'assemblea rispondono a un'iniziativa divina, riflettendo la parola di Dio.
Indice
Il simbolo nella teologia sacramentaria
Il simbolo nella teologia sacramentaria può essere spiegato in chiave antropologica: essendo composto di corpo e spirito, l’uomo si realizza in espressioni corporee manifestando per esempio nel riso la sua gioia. In tali simboli l’amore e la ripulsione non vengono solo segnalati ma anche realizzati, per illustrare questo dato si distingue tra:
Simbolo reale e segno realizzante
- Simbolo reale e segno realizzante, non informa solo su un dato, non lo rappresenta soltanto, ma lo realizza ponendo il segno [una stretta di mano che sugella una promessa, un firma che conclude un contratto];
- Simbolo rappresentativo e segno informante, come un segnale stradale che richiama l’attenzione sulla presenza di un dosso, rappresenta quindi la cosa non percepibile a lunga distanza, la cosa però esisterebbe indipendentemente dal segno;
I sacramenti come simboli reali
In questo senso i sacramenti possono essere concepiti come simboli reali, con il rito d’iniziazione la Chiesa manifesta e realizza l’accoglimento di nuovi membri che manifestano e realizzano la loro fede in Cristo e la loro appartenenza alla comunità dei fedeli. Tuttavia è bene ricordare che secondo la concezione cristiana, sia la fede del singolo che l’assemblea del popolo di Dio non costituiscano l’inizio, ma siano già una risposta a un’iniziativa di Dio, un’eco della sua parola.