Concetti Chiave
- La scomunica era una prassi della chiesa antica per escludere chi aveva peccato gravemente dalla comunione eucaristica.
- Il processo penitenziale si articolava in tre fasi: scomunica, tempo della penitenza e riconciliazione.
- Durante la scomunica, il vescovo imponeva una penitenza pubblica e il penitente era simbolicamente escluso dalla comunione.
- Il tempo della penitenza poteva durare anni e includeva digiuni e attività sociali, con una partecipazione limitata alla vita comunitaria.
- La riconciliazione avveniva tramite una liturgia solenne, ma i penitenti restavano con divieti come "cristiani di seconda categoria".
La prassi penitenziale antica
La chiesa antica sviluppò la prassi penitenziale indicata da Matteo e da Paolo: chi ha peccato gravemente viene escluso pubblicamente dalla comunione eucaristica e, dopo un certo periodo di purificazione con duri esercizi penitenziali, viene riammesso, questo procedimento si articola in tre fasi:
Le fasi della penitenza
1. Scomunica, dopo la confessione dei peccati, il vescovo impone una penitenza, di fronte alla comunità gli impone le mani, gli fa vestire un abito penitenziale e lo esclude simbolicamente dalla comunione;
2. Tempo della penitenza, processo che poteva durare anche diversi anni in cui bisognava compiere le pene imposte come digiuni, elemosine, attività sociali e rinunzie e potevano partecipare solo in misura limitata alla comunità, possono andare a messa ma abbandonare la chiesa con la celebrazione eucaristica;
Il processo di riconciliazione
3. Riconciliazione, liturgia solenne che si conclude con la ricezione della comunione eucaristica, tuttavia i penitenti dovranno sottostare a una serie di divieti rimanendo “cristiani di seconda categoria”;
Due fattori in particolare contribuiscono al superamento del peccato, ovvero il lavorio personale del penitente e la riconciliazione con la comunità, ovviamente la penitenza doveva corrispondere al peccato.