Concetti Chiave
- Il Nuovo Testamento, come l'Antico, colloca la relazione con Dio al centro dell'esperienza umana, evidenziando la fragilità personale e la misericordia divina.
- Gesù sfida il legalismo dei farisei, enfatizzando che il bene e il male emergono dal cuore anziché dalle azioni esteriori.
- Paolo introduce il termine "sinenesis" nel Nuovo Testamento, associandolo alla consapevolezza morale e agli obblighi davanti a Dio.
- Secondo Paolo, la coscienza è un giudizio morale innato che permette a ogni uomo di discernere il bene dal male.
- Paolo sottolinea l'importanza dell'azione salvifica di Dio e la centralità di Cristo per agire in conformità ai valori morali.
La relazione con Dio
Il NT al pari dell’AT pone al centro dell’esperienza dell’uomo la relazione con Dio e questo è l’ambito in cui si coglie la valutazione del bene e del male e la sperimentazione della fragilità personale e della misericordia di Dio. Gli evangelisti non presentano il termine sinenesis ovvero coscienza ma nell’esperienza del Gesù storico vi è una ripresentazione del concetto del cuore, avviene spesso in un contesto polemico in cui Gesù affronta istanze presentate dai farisei che avevano legato la giustizia all’osservanza dei precetti dell’uomo. Gesù rigetta questo legalismo, non abolisce la legge ma pone il discriminante dell’agire morale non nelle azioni esterne ma nel cuore perché da lì vengono male e bene, qui si ha la percezione dei valori morali e qui decide cosa fare riguardo a questi valori.
Paolo e la coscienza
Paolo è il primo autore del NT ad usare il termine di sinenesis e lo fa all’interno della sua antropologia, il termine però era già conosciuto dal I secolo a.C. e si trova spesso nella filosofia greca e latina, in cui significa essere consapevole, conoscere. Questo senso di consapevolezza lo si trova in Paolo in cui assume un carattere più morale, come consapevolezza dei propri obblighi morali, è interessato all’integrità della persona davanti a Dio e in Romani 2 dice “quando i pagani che non hanno la legge agiscono secondo la legge, sono legge a se stessi. Dimostrano che quanto la legge esige è scritto nei loro cuori” capacità di giudizio morale che ogni uomo possiede e grazie alla quale anche il pagano stabilisce ciò che è bene e ciò che è male.
Il giudizio morale
Il progetto di Dio secondo lui è scritto nel cuore di ogni uomo, quella stessa coscienza con ragionamento ora accusa ora difende le azioni dell’uomo, in Corinzi afferma invece “non tutti hanno la conoscenza”, si scaglia contro la problematica del fare offerte alle divinità pagane e per il mondo ebraico non ci si poteva contaminare con cibi offerti agli idoli.
Lui dice che gli idoli non esistono, ma se mangiare questo cibo offende gli altri allora non si può fare in quanto la coscienza indica capacità di giudizio morale in relazione con la conoscenza dei valori. In altri passi parla della sua coscienza, coma capacità di discernimento ma anche come giudizio che una persona da del suo stesso agire, quanto la testimonianza ressa dalla conoscenza è positiva allora dice “buona coscienza” al contrario “coscienza bollata a fuoco” questi testi portano alla conclusione che la coscienza è la capacità interiore e innata che l’uomo ha di cogliere il bene dal male e di giudicare la conformità del proprio agire rispetto ai valori morali. Secondo Paolo però non senza influsso stoico ritiene ce tutti gli uomini possiedano capacità di giudizio parole o scienza ma per raggiungere la coscienza non basta, e infatti anche i pagani sono oggetto dell’ira di Dio malgrado la loro conoscenza di come comportarsi, anche se la coscienza gli suggerisce come comportarsi non gli dà la forza per farlo.
Il primato dell'azione divina
Dunque un elemento fondamentale è il primato dell’azione salvifica divina e il carattere cristocentrico, solo sotto il riconoscimento della centralità di Cristo si può agire secondo il modello che Paolo indica.
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo della coscienza secondo Paolo nel Nuovo Testamento?
- Come Gesù affronta il concetto di giustizia rispetto ai farisei?
- In che modo Paolo vede la relazione tra coscienza e conoscenza?
- Qual è la posizione di Paolo riguardo agli idoli e al cibo offerto ad essi?
- Qual è l'importanza del riconoscimento della centralità di Cristo secondo Paolo?
Paolo introduce il termine "sinenesis" come consapevolezza morale, sottolineando l'integrità davanti a Dio e la capacità di giudizio morale innata in ogni uomo, scritta nel cuore.
Gesù rigetta il legalismo dei farisei, ponendo l'accento sul cuore come sede del bene e del male, piuttosto che sulle azioni esterne.
Paolo distingue tra coscienza e conoscenza, affermando che la coscienza guida il giudizio morale, ma la conoscenza da sola non è sufficiente per agire correttamente.
Paolo afferma che gli idoli non esistono, ma se mangiare cibo offerto ad essi offende gli altri, non si dovrebbe farlo, poiché la coscienza implica un giudizio morale in relazione ai valori.
Paolo sostiene che solo riconoscendo la centralità di Cristo si può agire secondo il modello morale che egli indica, poiché la coscienza da sola non dà la forza per comportarsi correttamente.