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Concetti Chiave

  • Il sacramento della penitenza è visto come una "seconda tavola dopo il naufragio" ma sta vivendo una crisi di accettazione.
  • La prassi penitenziale è percepita come moralistica, con giudizi etici non oggettivi, e c'è un rifiuto dell'obbligo di confessarsi.
  • Nell'Antico Testamento, miseria e colpa sono collegati con un percorso di peccato, conseguenza, e nuova possibilità offerta da Dio.
  • La conversione implica azioni concrete e simboliche come la confessione, la richiesta di misericordia, e riti comunitari.
  • I riti penitenziali, pur prescritti da Dio, sono criticati dai profeti, sottolineando l'importanza di un cambiamento di comportamento sociale.

Penitenza

Il processo penitenziale viene considerato dai padri della chiesa “seconda tavola dopo il naufragio” e quindi la possibilità di una penitenza post battesimale, negli ultimi anni questo sacramento è però entrato in crisi, la sua accettazione è infatti diminuita e le cause sono molteplici. Tra cui il fatto che la prassi penitenziale venga intesa in senso moralistico [la chiesa afferma delle azioni proibite pronunciando su di esse un giudizio etico non oggettivamente fondato] ma il rifiuto dell’obbligo di confessarsi è anche frutto del bisogno di proteggere la propria sfera intima dall’intrusione delle istituzioni pubbliche. Nell’AT miseria e colpa sono uniti, lo illustrano già i racconti della caduta nel peccato della storia biblica delle origini a cui 4 elementi ricorrenti forniscono una struttura comune: gli uomini peccano, percepiscono la conseguenza della loro colpa, tale nesso diventa chiaro attraverso Dio, Dio offre una possibilità nuova. la conversione deve però tradursi in azioni concrete e gesti simbolici riconosciuti dall’AT:
- Parola, quindi la confessione della colpa, l’invocazione della misericordia e la richiesta di purificazione con un cuore nuovo;
- Azioni simboliche, come l’assemblea della comunità, il digiuno, il sacrificio di una vittima, il rivoltarsi nella cenere ecc.;
I riti penitenziali da un lato sono prescritti da Dio dall’altro però sono violentemente criticati dai profeti in nome di Dio e quindi la vera penitenza consiste in un mutato comportamento nel campo sociale.

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