Concetti Chiave
- La penitenza celtica emerse nel VI secolo per ovviare alla penitenza tradizionale, ormai poco praticata.
- Era caratterizzata dalla ripetibilità, applicandosi sia a peccati gravi che leggeri.
- Mantenimento del segreto: la confessione e lo stato di penitente dovevano rimanere privati.
- Col tempo, il periodo di penitenza fu ridotto, con l'assoluzione spesso immediata dopo la confessione.
- Questo cambiamento spostò l'enfasi verso il ruolo del sacerdote, riducendo l'importanza della comunità.
Penitenza celtica
Fino al VI° secolo rimase in vigore la penitenza tradizione, poi però coloro macchiati di peccati gravi cominciarono a rimandare il processo fino alla vecchiaia o in punto di morte a motivo delle severità delle penitenze, e quindi la disciplina penitenziale divenne leggera e l’impegno per convertirsi divenne un normale sacramento sul letto di morto, così la penitenza scomparve. Nel VI° questo vuoto venne colmato dalla prassi della penitenza celtica, distintivi di questa pratica sono:
- Ripetibilità, veniva infatti amministrata ogni volta che uno ha peccato in modo grave ma si cominciarono a fare oggetti di questa penitenza anche peccati più leggeri;
- Mantenimento del segreto, non solo la confessione, bensì pure il fatto che uno è penitente devono rimanere il più segreti possibile e per questo viene anche detta penitenza privata;
- Progressiva scomparsa del tempo di penitenza, originariamente anche questa forma di penitenza ha tre fasi, ovvero la confessione davanti al sacerdote, periodo di penitenza e la riammissione da parte del sacerdote.
Con questo cambiamento si manifesta una nuova concezione teologica, con il passaggio dalla penitenza pubblica a privata il ruolo della comunità diviene infatti meno chiaro mentre in primo piano balza la funzione del sacerdote e il cambiamento dell’assoluzione enfatizza questo aspetto.