Mongo95
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Concetti Chiave

  • I versetti raccontano di come Dio abbia scelto Adamo come suo vicario, incaricandolo di un ruolo unico che lo rende superiore agli angeli, grazie alla conoscenza dei nomi delle cose.
  • Gli angeli si oppongono alla scelta di Dio di elevare l'uomo, ma Dio ribadisce che la sua decisione è giustificata da una sapienza superiore, dimostrata insegnando ad Adamo i nomi di tutte le cose.
  • Iblìs si rifiuta di prostrarsi davanti ad Adamo, venendo punito e trasformato in Diavolo, con un ruolo di tentatore degli uomini per distinguere i fedeli dai non fedeli.
  • Nel racconto coranico, sia Adamo che la sua compagna sono tentati allo stesso modo da Satana, senza distinzione di colpa tra uomo e donna, e vengono perdonati da Dio, eliminando il concetto di peccato originale.
  • Il Corano offre una visione diversa rispetto al racconto biblico, in cui la figura di Cristo come redentore non è necessaria, e il concetto di peccato originale non esiste, mettendo in discussione varie dottrine cristiane.

Versetti 30-3: Da subito si trova un esempio di iltifat. In questi versetti si narra di un tramma svoltosi in cielo e possono distinguersi in due parti:
a. Versetti 30-34:
Dio ha deciso di prescegliere l’uomo Adamo (il primo uomo, eletto a simbolo dell’umanità) e di farne il suo “vicario”, il suo khalifa. L’uomo è il califfo di Dio, cioè il suo sostituto, che viene appositamente scelto ed esaltato. In questo ambito califfo chiaramente non ha significato politico, come d’altronde mai lo assume nell’intero mushaf.

Gli angeli si ribellano a questa decisione, dato che viene scelto un individuo (un essere) che porterà sulla Terra corruzione e spargerà il sangue, mentre loro saranno per l’eternità a cantare le lodi di Dio. Egli ribatte di saperne di più degli angeli, che tale azione è a ragion veduta, per motivi che lui sa ma che sfuggono alle altre creature. Per sottolineare questa elezione dell'uomo, Dio gli insegna i nomi di tutte le cose. Gli angeli, pur essendo enti perfetti, sono quindi in realtà inferiori all'uomo, perchè loro i nomi non li sanno. Inoltre, Dio si rivolge agli angeli ordinandogli di prostrarsi di fronte ad Adamo, fatto che rappresenta un segno di eccezionale predilezione. Tutti lo fanno, tranne Iblìs, che si ribella insuperbendosi.
b. Versetti 35-37:
Il racconto si sposta direttamente su Adamo, che abiterà un giardino dove, insieme alla sua compagna, potrà godere di tutta la sua abbondanza. Soltanto un albero e i suoi frutti sono vietati, ma alla fine Satana riuscirà a farli cedere alla tentazione e Dio si ritrova costretto a cacciare la coppia dal giardino per continuare la vita sulla Terra. Infine però arriva anche il perdono da Dio.

In questi versetti emerge il prometeismo dell’uomo, che risulta essere più grande degli stessi angeli. Dio ha offerto un “patto” agli uomini che li lega a Lui con un vincolo di obbligo ad adorare Dio e obbedire alle sue regole. Si ha quindi un prometeismo (associato anche ad una forma di malvagità innata) che però contemporaneamente si carica dell’onere di essere vincolato: l’uomo in prelazione nei confronti di Dio. Egli sceglie l’uomo archetipo Adamo, stringe con lui il patto e lo chiama alle sue responsabilità; come speciale segno di questa elezione poi gli dona la caratteristica unica di conoscere i nomi della cose (Inoltre, attraverso le parole, l’uomo esercita potere sulle cose).
Ma come può Dio ordinare agli Angeli di venerare un uomo allo stesso modo in cui Egli ha ordinato di venerare sé stesso? Iblìs, il Diavolo è riconosciuto dalla tradizione islamica, solo che viene citato con due nomi diversi:
1. Iblìs (deformazione del greco diabolos); l’angelo ribelle, Lucifero
2. Shaytan (quasi traslitterazione di Satana); indica il demonio in generale
Nel Corano, confrontando sinotticamente i vari luoghi in cui si parla di Iblìs, la storia viene narrata in maniera abbastanza diversa rispetto alle altre Sacre Scritture. La sua vicenda non è narrata omogenamente, oltretutto non si capisce bene come egli sia fatto (a volte è fatto di luce e fiamma). Più o meno la vicenda è questa narrata nella sura 2: Iblìs si rifiuta di prostrarsi agli uomini, Dio lo punisce trasformandolo in Diavolo. Di conseguenza lui afferma che tenterà le sue creature (gli uomini) e che ne porterà all'inferno 99 su 100. I mistici si chiedono perchè Iblìs si rifiuti di adorare l'uomo: lo fa non perchè è malvagio (come Lucifero), ma perchè ama profondamente Dio, quindi rifiuta di prostrarsi a chi non è Dio, lo fa per amore dell'Unicità (come racconta il mistico Hallaj). Poi, quando viene punito, diventa malvagio, il diavolo tentatore. Il racconto si completa, al Giorno del giudizio, con anche i diavoli che vengono giudicati e definitivamente cacciati, alcuni si rivolgeranno ad Iblìs chiedendogli ragioni della sua disobbedienza. Egli allora si mette a piangere affermando che così è stato come Dio ha voluto. Che cosa significa tutto ciò? È come dire che se non ci fosse stato Giuda, Cristo non sarebbe andato in croce. Allora perchè viene condannato se ha fatto ciò che Dio voleva che facesse? Iblìs non ha adorato l'uomo per amore di Dio, ma non lo ha fatto per sua volontà, ma solo perchè Dio stesso lo ha costretto a farlo, così che diventasse Diavolo e tentatore di uomini, così che Egli potesse distinguere che gli è veramente fedele da chi non lo è.
La vicenda di Adamo ed Eva presenta dei momenti che distinguono nettamente il racconto coranico da quello biblico. Prima di tutto non è Eva ad essere tentata da Satana per poi trascinare con sé nel peccato anche Adamo. Nel Corano entrambi disubbidiscono ugualmente a Dio: il Corano e l’Islam mettono quindi uomo e donna sulle stesso piano.
Inoltre viene chiaramente detto che la specie umana viene perdonata da Dio, quindi nell’Islam non esiste l’idea del peccato originale e la colpa di Adamo ed Eva non viene trasmessa a tutti i loro discendenti. Le implicazioni sono enormi: non c’è alcuna necessità di un battesimo, ma soprattutto la figura di Cristo non ha più alcuna utilità come redentore, quindi si mette in dubbio il concetto stesso di incarnazione, Trinità, se non tutta la costruzione teologica cristiana.
Esistono due nomi con cui viene indicato il paradiso:
1. Janna (giardino)
2. Firdaws (parola di origine persiana)

Domande da interrogazione

  1. Qual è il significato del termine "khalifa" nei versetti 30-34?
  2. Nei versetti 30-34, "khalifa" si riferisce all'uomo come vicario o sostituto di Dio, non in senso politico, ma come simbolo dell'umanità prescelta da Dio.

  3. Perché gli angeli si ribellano alla decisione di Dio di scegliere Adamo?
  4. Gli angeli si ribellano perché vedono l'uomo come un essere che porterà corruzione e spargerà sangue sulla Terra, mentre loro lodano Dio eternamente.

  5. Come viene rappresentato Iblìs nei versetti e qual è la sua motivazione per non prostrarsi ad Adamo?
  6. Iblìs è rappresentato come un angelo ribelle che si rifiuta di prostrarsi ad Adamo per amore dell'Unicità di Dio, non per malvagità, ma perché non vuole adorare chi non è Dio.

  7. Qual è la differenza tra il racconto coranico e quello biblico riguardo Adamo ed Eva?
  8. Nel Corano, sia Adamo che Eva disubbidiscono a Dio senza che Eva trascini Adamo nel peccato, e la specie umana viene perdonata, eliminando l'idea del peccato originale.

  9. Quali sono i due nomi usati per indicare il paradiso e qual è la loro origine?
  10. I due nomi usati per indicare il paradiso sono "Janna" (giardino) e "Firdaws" (di origine persiana).

Domande e risposte