Concetti Chiave
- La gnosi propone una conoscenza diretta delle cose divine, diversa dalla concezione cristiana tradizionale, rifiutando il significato dell'incarnazione del Verbo.
- Il Cristo è visto come uno degli eoni emanati dalla divinità, formando il pleroma, un concetto che richiama idee platoniche e religioni orientali.
- Gli gnostici distinguono tra un principio del bene e uno del male, spesso associando il male alla materia, risultando in una dualità insuperabile.
- La gnosi classifica gli uomini in tre categorie: spirituali, materiali e psichici, con differenze nella loro relazione con il bene e il male.
- Il tentativo gnostico di connettere le idee platoniche e paoline risulta in una distorsione, opponendosi alla dottrina cristiana del riscatto.
La gnosi: il bene e il male
Gnosis significa "conoscenza", e gli gnostici son così chiamati perché ostentano una diretta conoscenza delle cose divine, in forza della quale ritengono se medesimi "salvi", e inevitabilmente "perduti" colore che di tale conoscenza non partecipano. Essi accettano, quindi, la concezione "soteriologica" cristiana, ma le danno un fondamento affatto diverso, in cui non è difficile scorgere il rifiuto di tutto ciò che il cristianesimo aveva portato. L'incarnazione del Verbo perde ogni importanza, anzi, è spesso interpretata come solo apparente, con dottrina che, dal greco dokéom ("apparire") vien detta docetismo. Gli gnostici non possono ammettere, infatti, che la divinità abbia realmente sofferto, e quindi pensano che solo un'apparenza di Gesù sia stata crocefissa.
Il Cristo è considerato come uno tra gli eoni (o entità "eterne") che emanano dalla divinità in serie digradanti e complesse, formando tutti insieme il pleroma, cioè la pienezza dell'esistenza spirituale (ove si colloca anche il "mondo intelligibile" di Platone). Il processo di emanazione (caratteristico di religioni orientali) è descritto in forme diverse, ma sempre molto minute, dai vari autori che, tuttavia, non solo non giustificano donde traggano notizie così precise sulla divinità (la loro scienza era infusa), ma - cio' che è peggio - quasi mai sembrano offrire con queste loro costruzioni un effettivo contenuto di pensiero. Per contro la dogmatica cristiana, pur nel presentare misteri rivelati, offre alla meditazione concetti tutt'altro che arbitrari o insignificanti.
Al principio del bene, così descritto, gli gnostici contrappongono un principio del male, generalmente collocato nella materia: perché, di fronte alla lotta tra bene e male che si sviluppa nel mondo, non possono ammettere un principio solo. La materia stessa, che per taluni è originaria, per altri discende dal medesimo principio primo da cui emana anche il pleroma: ma, mentre quest'ultimo si forma per semplice diminuzione e attenuazione, il principio del male nasce per una sorta di inversione o negazione. Il principio originario, posto al di là di ogni pensabilità determinata, è detto da Basilide un "nulla": un abisso insondabile da cui emerge la matrice del bene e (per una caduta inesplicabile) quella del male.
Ciò che viene dai due opposti principi, del bene e del male, può bensì mescolarsi nel mondo, ma fondersi mai.
Ad esempio, nell'uomo vi è un contatto estrinseco tra materia e spirito, attraverso l'anima: ma lo spirito non è punto affetto da ciò che fa la materia, e viceversa. Perciò gli uomini spirituali (o "pneumatici") possono commettere gli atti più turpi senza contaminarsi, mentre per gli uomini materiali (o "ilici") non c'è penitenza che possa riscattarli.
Frammezzo, Valentino colloca gli uomini "psichici", come quei cristiani che pretendo di stabilire, attraverso l'anima, un contatto tra spirito e materia.
In questi concetti traspare il tentativo di afferrare, attraverso una sorta di platonismo (contrapposizione tra intelligibile e sensibile, insufficientemente collegati dall'anima) l'antitesi paolina tra la "carne" e lo "spirito", tra le "opere" e la "fede". Ma il platonismo è inteso male, perché del buono e del cattivo si fanno due distinte realtà; e di San Paolo non c'è che una caricatura. Il cristianesimo, che è una dottrina del riscatto e della mediazione, è sostanzialmente negato.
Domande da interrogazione
- Qual è il significato di "gnosi" e come si differenziano gli gnostici dai cristiani tradizionali?
- Come interpretano gli gnostici l'incarnazione di Cristo?
- Che ruolo ha il "pleroma" nella dottrina gnostica?
- Come viene descritto il principio del male dagli gnostici?
- Qual è la visione gnostica della relazione tra spirito e materia nell'uomo?
"Gnosi" significa "conoscenza", e gli gnostici si distinguono per la loro pretesa di avere una conoscenza diretta delle cose divine, che li rende "salvi", a differenza di chi non partecipa a tale conoscenza. Essi accettano la concezione soteriologica cristiana, ma con un fondamento diverso, rifiutando l'incarnazione del Verbo come reale.
Gli gnostici spesso interpretano l'incarnazione di Cristo come solo apparente, una dottrina nota come docetismo, poiché non possono ammettere che la divinità abbia realmente sofferto.
Il "pleroma" è considerato la pienezza dell'esistenza spirituale, formato da eoni che emanano dalla divinità. È un concetto centrale nella dottrina gnostica, rappresentando il mondo intelligibile.
Gli gnostici contrappongono al principio del bene un principio del male, generalmente associato alla materia. Questo principio può derivare dal medesimo principio primo del pleroma, ma nasce per inversione o negazione.
Gli gnostici vedono un contatto estrinseco tra materia e spirito attraverso l'anima, ma ritengono che lo spirito non sia influenzato dalla materia. Gli uomini spirituali possono commettere atti turpi senza contaminarsi, mentre gli uomini materiali non possono essere riscattati.