Concetti Chiave
- Il termine "coscienza" in italiano racchiude diversi significati, tra cui consapevolezza e giudizio morale, mentre in altre lingue è più specificamente distinto.
- In inglese e tedesco, esistono termini separati per indicare la consapevolezza psicologica e la coscienza morale, rispettivamente conscience/consciousness e Gewissen/Bewusstsein.
- La coscienza rappresenta un sapere immediato e profondo, non sempre accompagnato dalla capacità di argomentazione riflessa, ma fondamentale per la verità che guida la vita umana.
- L'esperienza della coscienza è apodittica e collegata all'evidenza interiore dell'unità del proprio io, non è qualcosa di conosciuto ma la base di ogni conoscenza.
- La coscienza morale si sviluppa attraverso un processo storico e sociale, influenzato dalla socializzazione primaria e dalle relazioni parentali, piuttosto che essere una facoltà innata.
Indice
Definizione e significato della coscienza
Comunemente, il termine coscienza è usato per designare lo strato più profondo della personalità dell’uomo. Nella lingua italiana il termine coscienza, significa in maniera indistinta consapevolezza, coscienza di sé, come anche coscienza in accezione precisamente morale, luogo di giudizio del “cuore” dell’uomo, della moralità delle azioni. L’evoluzione tendenziale del termine va decisamente nella direzione dell’accezione psicologica del termine, in quanto coscienza viene a significare come consapevolezza, come coscienza di sé, appare per questo una considerazione estremamente limitata, soprattutto se si considera la sua accezione in altri idiomi.
Distinzioni linguistiche della coscienza
In altre lingue, invece, si tende infatti a distinguere maggiormente la coscienza nelle sue particolarità: nella lingua inglese, si distingue tra conscience (coscienza in senso morale) e consciousness (consapevolezza in senso psicologico), allo stesso modo nella lingua tedesca, tra Bewusstsein (consapevolezza) e Gewissen (coscienza in senso morale).
Esperienza e genesi della coscienza
La coscienza è quindi la figura del sapere “immediato” di quella verità che fa vivere e dà da vivere, designazione sintetica di tutte le forme nelle quali si realizza la presenza a sé dell’uomo, questo provoca il fatto dunque, che il sapere della coscienza non sia per forza accompagnato dalla capacità d’argomentazione riflessa. È tale tratto che spiega come mai un uomo possa essere sinceramente e giustamente “convinto” della verità che dà da vivere senza (sempre e subito) saper dire il perché; ma questo non implica una posizione ingenua od acritica, perché la verità della quale l’uomo vive non è un’idea, e, quindi, la relazione con essa non ha la forma del giudizio. La coscienza appare innanzi tutto come un’esperienza apodittica, cioè un’evidenza pratica non rimovibile, che fa riferimento insieme al pensare e all’agire e che si accende attraverso l’evidenza interiore dell’unità profonda del proprio ‘io’: propriamente essa non è una realtà che io conosco, ma la condizione di possibilità di ogni conoscere.
Processo storico e socializzazione della coscienza
Sarà dunque necessario partire da un approccio fenomenologico, che renda innanzitutto ragione della genesi dialogica della coscienza, l’esperienza primordiale del rapporto tra madre e bambino ci pare altamente istruttivo. Proprio per questo, la coscienza morale non può essere pensata come facoltà innata, tanto meno può essere identificata con la facoltà della ragione. Essa risulta invece da un processo storico, che coincide con la storia della prima identificazione del soggetto. Il processo in questione è propiziato dalla vicenda della socializzazione primaria, e dunque delle relazioni parentali. Tale processo di identificazione psicologica istituisce le condizioni che sole rendono possibile e necessaria la decisione del soggetto; soltanto mediante la disposizione libera di sé si realizza infatti la sua identità compiuta, spirituale e non riduttivamente psicologica.
Domande da interrogazione
- Qual è il significato del termine "coscienza" nella lingua italiana?
- Come viene distinta la coscienza in altre lingue rispetto all'italiano?
- Qual è la natura della coscienza secondo il testo?
- Come si sviluppa la coscienza morale secondo il testo?
Nella lingua italiana, il termine "coscienza" designa indistintamente la consapevolezza, la coscienza di sé e la coscienza morale, ovvero il luogo di giudizio del "cuore" dell'uomo e della moralità delle azioni.
In altre lingue, come l'inglese e il tedesco, si distingue tra coscienza morale e consapevolezza psicologica, utilizzando termini diversi come "conscience" e "consciousness" in inglese, e "Gewissen" e "Bewusstsein" in tedesco.
La coscienza è descritta come un sapere "immediato" e un'evidenza pratica non rimovibile, che non richiede necessariamente argomentazione riflessa, ma è una condizione di possibilità di ogni conoscere.
La coscienza morale non è una facoltà innata, ma si sviluppa attraverso un processo storico legato alla socializzazione primaria e alle relazioni parentali, che istituiscono le condizioni per la decisione del soggetto e la sua identità spirituale.