Concetti Chiave
- Il concilio di Calcedonia del 451 affronta la concezione trinitaria, rispondendo alle critiche di politeismo mosse da altre religioni.
- Il documento del concilio sottolinea che Gesù Cristo è un unico Figlio, perfetto in divinità e umanità, consostanziale al Padre e agli uomini.
- Si afferma la natura duale di Cristo: vero Dio e vero uomo, in due nature distinte ma unite in una sola persona.
- Il testo enfatizza la continuità con gli insegnamenti dei profeti, di Gesù stesso e del simbolo dei Padri della Chiesa.
- Il concilio riassume l'elaborazione cristologica dei primi secoli, mettendo l'accento sull'aspetto spirituale piuttosto che su quello storico.
Il concilio di Calcedonia del 451 - Concezione trinitaria
La concezione della trinità cristiana era ormai una problematica che affliggeva la chiesa da diversi secoli, veniva infatti spesso sminuita o messa in discussione dalle altre religioni, che consideravano il cristianesimo come una fede politeista. A tutte queste concezioni errate, il concilio di Calcedonia risponde tramite un documento in cui si legge:"Seguendo i santi Padri, tutti unanimemente insegniamo che sia confessato un solo e medesimo Figlio, il Signore nostro Gesù Cristo, lo stesso perfetto in divinità, e lo stesso perfetto in umanità, lo stesso veramente Dio, e veramente uomo di anima razionale e di corpo, lo stesso consostanziale al Padre secondo la divinità, e consostanziale a noi secondo l'umanità, in tutto simile a noi eccetto il peccato, lo stesso generato dal Padre prima dei secoli secondo la divinità, (generato) negli ultimi giorni per noi e per la nostra salvezza da Maria la Vergine, la Madre di Dio, secondo l'umanità; un solo e medesimo Cristo Figlio, Signore, Unigenito, riconosciuto in due nature senza mescolanza né trasformazione, senza divisione né separazione, senza che per l'unione la differenza delle nature sia tolta, salva anzi la proprietà di ciascuna natura, e concorrendo in un'unica persona e in una sola ipostasi, non separato o diviso in due persone ma l'unico e medesimo Figlio Unigenito Dio Verbo, il Signore Gesù Cristo, secondo quanto un tempo i profeti insegnarono di lui e lo stesso Gesù Cristo ci insegnò, e il simbolo dei Padri ci trasmise".
In questo documento si può notare come il contesto storico passi in secondo piano rispetto al quello spirituale dell'annuncio della natura divina di Gesù.
La prima parte del testo va a sottolineare un incrocio di quattro elementi fondamentali, come dimostra la ripetizione della formula "lo stesso". Queste parole vanno infatti a raccontare la vera struttura delle primissime formule di fede storico-narrative: Gesù Cristo va inteso come il soggetto dei predicati divini e umani, quindi come parte uomo e parte dio. Similarmente, la stessa struttura narrativa viene palesata nella seconda parte, tramite l'aiuto nella contrapposizione tra affermazioni e negazioni, si propone la dualità della natura di Gesù, in quanto figlio di Dio ma venuto in terra per redimere tutti gli uomini dai loro peccati e garantirne la salvezza successiva. Con queste parole dunque, si può affermare che il concilio di Calcedonia abbia riassunto l'elaborazione cristologica dei primi secoli.Domande da interrogazione
- Qual era l'obiettivo principale del concilio di Calcedonia riguardo alla concezione trinitaria?
- Come viene descritta la natura di Gesù Cristo nel documento del concilio di Calcedonia?
- Qual è l'importanza della formula "lo stesso" nel documento del concilio di Calcedonia?
Il concilio di Calcedonia mirava a chiarire e difendere la concezione trinitaria cristiana, affermando che Gesù Cristo è un'unica persona con due nature, divina e umana, senza mescolanza o separazione.
Gesù Cristo è descritto come perfetto in divinità e umanità, consostanziale al Padre secondo la divinità e a noi secondo l'umanità, riconosciuto in due nature senza mescolanza, trasformazione, divisione o separazione.
La formula "lo stesso" sottolinea l'unicità di Gesù Cristo come soggetto dei predicati divini e umani, evidenziando la sua dualità di natura e la sua missione di salvezza per l'umanità.