Concetti Chiave
- L'ateismo moderno occidentale è un fenomeno reattivo, nato dalla rivendicazione dell'uomo contro l'immagine tradizionale di Dio.
- A partire dal XIX e XX secolo, l'ateismo pratico è prevalente, con persone che vivono come se Dio non esistesse per abitudine piuttosto che per convinzione personale.
- Il Concilio Vaticano II, attraverso la Gaudium et spes, ha analizzato l'ateismo del XX secolo, riconoscendo la varietà delle sue forme e radici.
- L'ateismo teoretico del XVIII secolo ha lasciato il posto a un ateismo pratico che ignora Dio nella vita quotidiana nonostante un riconoscimento teorico.
- Il Concilio attribuisce parte della responsabilità dell'ateismo moderno alla Chiesa, sottolineando le carenze nell'educazione religiosa e nella pratica della fede.
Indice
Origini dell'ateismo moderno
L’ateismo moderno occidentale un fenomeno complesso e multiforme, che, fondamentalmente, è nato in nome di una rivendicazione dell’uomo di fronte all’immagine di Dio che viene comunemente proposta alle masse. L’ateismo, dunque, non è nato come fenomeno di per sé originario, ma fondamentalmente reattivo e solo attraverso un lungo processo evolutivo è sfociato nel tentativo di dar vita ad un umanesimo autonomo e autosufficiente.
Evoluzione dell'ateismo nel XX secolo
In particolare a partire dal XX° e dal XIX° secolo, ha cominciato a predominare l’atteggiamento di vita dell’ateo che vive come se Dio non ci fosse, spesso non frutto di una ricerca personale, o di un allontanamento consapevole dalla fede cristiana in Dio, ma perché dato per scontato che Dio non “sia” o non “serva”.
Concilio Vaticano II e l'ateismo
In questo senso già la Costituzione pastorale sulla Chiesa nel mondo contemporaneo Gaudium et spes, promulgata dal Concilio Vaticano II trattava dell’ateismo del XX secolo e si focalizzava su tutte le sfaccettature di questo fenomeno così complesso. Nell’articolo diciannove in particolare, parlando delle forme e delle radici dell’ateismo, il documento afferma che “Con il termine “ateismo” vengono designati fenomeni assai diversi tra loro”, il concilio, insomma, registra che da un ateismo teoretico, tipico degli individui o gruppi del XVIII secolo che affermavano in maniera anche riflessa la mancanza di una sicura conoscenza di Dio o ne negavano l’esistenza. Da questo fenomeno si è successivamente passati ad un ateismo pratico, riscontrabile in individui o gruppi che, anche se riconoscono in teoria il problema o la questione “Dio”, vivono poi in pratica come se Dio non ci fosse.
Responsabilità della Chiesa nell'ateismo
Il Concilio Vaticano II cerca poi di dare anche una spiegazione a questa situazione, dando anche risposte concrete rispetto alle colpe e alle responsabilità della chiesa, è infatti interessante come la colpa venga addossata all’educazione religiosa e alle carenze della prassi religiosa una parte della responsabilità della nascita del moderno ateismo. Come si legge alla fine sempre dell’articolo 19: «l’ateismo, considerato nel suo insieme, non è qualcosa di originario, bensì deriva da cause diverse, e tra queste va annoverata anche una reazione critica contro le religioni, anzi in alcune regioni specialmente contro la religione cristiana. Per questo alla genesi dell’ateismo possono contribuire non poco i credenti, nella misura in cui, per aver trascurato di educare la propria fede, o per una presentazione ingannevole della dottrina, od anche per i difetti della propria vita religiosa, morale e sociale si deve dire piuttosto che nascondono e non che manifestano il genuino volto di Dio e della religione».
Domande da interrogazione
- Qual è l'origine dell'ateismo moderno occidentale secondo il testo?
- Come viene descritto l'atteggiamento dell'ateo nel XX e XIX secolo?
- Quali sono le forme di ateismo identificate dal Concilio Vaticano II?
- Quali responsabilità attribuisce il Concilio Vaticano II alla Chiesa riguardo alla nascita dell'ateismo moderno?
L'ateismo moderno occidentale è descritto come un fenomeno complesso e reattivo, nato dalla rivendicazione dell'uomo contro l'immagine di Dio proposta alle masse, e si è evoluto in un umanesimo autonomo e autosufficiente.
L'atteggiamento dell'ateo in questi secoli è caratterizzato dal vivere come se Dio non esistesse, spesso non come risultato di una ricerca personale, ma perché si dà per scontato che Dio non "sia" o non "serva".
Il Concilio Vaticano II distingue tra un ateismo teoretico, tipico del XVIII secolo, e un ateismo pratico, dove individui o gruppi vivono come se Dio non ci fosse, nonostante riconoscano teoricamente la questione di Dio.
Il Concilio Vaticano II attribuisce parte della responsabilità alla Chiesa, citando l'educazione religiosa inadeguata e le carenze nella prassi religiosa come fattori che contribuiscono alla genesi dell'ateismo moderno.