Concetti Chiave
- Nel IX secolo, studiosi musulmani si dedicano alla raccolta e selezione di ahadith, identificando sei raccolte canoniche, tra cui le Sahih di Muslim e Bukhari.
- Un hadith è composto da testo (matn) e catena dei trasmettitori (isnad), con l'affidabilità dei trasmettitori verificata attraverso la "scienza degli uomini".
- Gli ahadith sono classificati in base alla loro affidabilità: sano (sahih), buono (hasan) e debole (da’if), influenzando il loro valore normativo.
- Maggiore è la "sanità" di un hadith, maggiore è il suo valore normativo, limitando l'opinione personale dei giuristi.
- Quando il Corano è chiaro, gli ahadith sani non possono essere contestati, mentre in caso di ambiguità, un hadith debole permette l'intervento giuridico.
Indice
La trasmissione degli ahadith
Sia sciiti che sunniti accettando la Sunna di Muhammad, che si basa sugli ahadith.
Essi erano tramandati prima di tutto oralmente, finchè si giunge ad una situazione in cui ci sono in circolazione più di un milione di essi, reciprocamente contraddittori, molti falsi. I musulmani stessi se ne rendono conto, quindi nel IX secolo una serie di personaggi dedica la propria vita alla raccolta e alla selezione degli hadith. Al termine di questo processo emergono sei raccolte canoniche, tra cui le più importanti sono quelli di Muslim e Bukhari, le Sahih (“autentico”). Contengono circa 8000 ahadith ciascuna. L’aspetto singolare è il criterio utilizzato per la selezione: un hadith è considerato sano prima di tutto secondo criterio di contradditorietà/logica interna. Fondamentalmente però ci si basava sull’affidabilità delle fonti.
La scienza degli uomini
Un hadith infatti si compone di due parti: testo (matn) e catena dei trasmettitori (isnad, che risale fino al Profeta stesso). La mentalità tipica è di verificare la catena, se i trasmettitori sono affidabili o meno, anche in base a criteri di moralità. Nasce quindi la “scienza degli uomini”, che studia le biografie dei singoli trasmettitori.
Livelli di affidabilità degli ahadith
I tradizionalisti vanno così a stabilire vari livelli di affidabilità di un hadith:
a. Sano (sahih): indubitabile, assolutamente vero al di là di ogni possibile dubbio e dunque dotato di valore normativo
b. Buono (hasan): credibile e accettabile, ma lo si ammette, ma con cautela
c. Debole (da’if): passibile di forti critiche di legittimità e di credibilità
Oppure del tutto falso. Maggiore la “sanità” di un hadith, maggiore è il suo valore normativo, minore lo spazio a disposizione dell’opinione dell’alim.
Il valore normativo degli ahadith
Da un punto di vista giuridico, l’hadith sano e il testo Corano esplicito non possono essere contestati, il giurista non ha voce in capitolo. Dove invece il Corano non è chiaro, l’hadith inizia a essere debole, allora il ragionamento del giurista è lecito, con espressione di un’opinione personale.
Domande da interrogazione
- Qual è il processo di selezione degli ahadith nel IX secolo?
- Come viene valutata l'affidabilità di un hadith?
- Qual è il ruolo del giurista quando un hadith è debole o il Corano non è chiaro?
Nel IX secolo, una serie di studiosi musulmani si dedicò alla raccolta e selezione degli ahadith, portando alla creazione di sei raccolte canoniche, tra cui le più importanti sono quelle di Muslim e Bukhari, le Sahih. Il criterio principale per la selezione era l'affidabilità delle fonti e la coerenza logica interna.
L'affidabilità di un hadith viene valutata attraverso la "scienza degli uomini", che studia le biografie dei trasmettitori. Gli ahadith sono classificati in base alla loro affidabilità: sano (sahih), buono (hasan), debole (da’if) o falso, con il livello di "sanità" che determina il loro valore normativo.
Quando un hadith è debole o il Corano non è chiaro, il giurista ha la possibilità di esprimere un'opinione personale e di fare un ragionamento giuridico, poiché in questi casi il testo non è considerato indiscutibile.