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Concetti Chiave

  • La lirica "Trieste" di Umberto Saba descrive un percorso solitario del poeta attraverso la città, culminante in un angolo nascosto che offre rifugio e solitudine.
  • Saba utilizza figure retoriche per personificare Trieste, paragonandola a un ragazzaccio e a un amore geloso, rivelando il suo contrasto tra asprezza e tenerezza.
  • Trieste è rappresentata come una città vivace e storicamente significativa, ma anche riservata, riflettendo l'animo del poeta diviso tra solitudine e socialità.
  • Il lessico della poesia alterna un registro quotidiano con termini elevati, creando un linguaggio che rispecchia la complessità emotiva del poeta.
  • La poesia condivide elementi con "L'infinito" di Leopardi, in quanto entrambi i poeti trovano rifugio in luoghi solitari per contemplare il mondo circostante.

Indice

  1. Descrizione della lirica "Trieste"
  2. La strada in salita e il cantuccio
  3. Trieste: grazia e asprezza
  4. Vita e riservatezza di Trieste
  5. Confronto con Leopardi
  6. Un viaggio attraverso Trieste

Descrizione della lirica "Trieste"

La lirica “Trieste”, scritta da Umberto Saba nel 1912, appartiene alla sezione Trieste e una donna del Canzoniere.

La lirica è formata da tre strofe costituite da un libero alternarsi di endecasillabi, settenari, quinari (e un solo ternario) variamente rimati (presente soprattutto la rima baciata: erta-deserta, fiore-amore, gelosia-via) e legati da numerosi enjambements.

La strada in salita e il cantuccio

Nella prima strofa il poeta descrive la strada in salita che percorre fino a giungere in un piccolo spazio chiuso da un muricciolo, un cantuccio in cui il poeta piace nascondersi quando è in cerca di solitudine.

Da notare la presenza di diversi vezzeggiativi, come muricciolo e cantuccio, il cui scopo è quello di conferire ad alcuni elementi della città di Trieste una connotazione affettiva.

Trieste: grazia e asprezza

Nella seconda strofa Saba ricorre ad alcune figure di significato per caratterizzare Trieste. Paragona la città a un ragazzaccio aspro e vorace (personificazione, similitudine) e a un amore pervaso dalla gelosia (similitudine). Tali immagini evidenziano di Trieste il contrasto di tenerezza e di asprezza che la distingue. Saba osserva la propria città dall’alto e gli pare che ogni cosa sia avvolta dall’ “aria natia” che è anche un’aria strana e tormentosa.

Vita e riservatezza di Trieste

Infine, nell’ultima strofa, il poeta mette in risalto un aspetto importante della sua città. Trieste è una città che pullula di vita (“La mia città che in ogni parte è viva”) e che è stata al tempo un grande porto dell’Impero austro-ungarico. Nonostante ciò, i suoi abitanti sono comunque piuttosto riservati e diffidenti. Queste caratteristiche di Trieste rispecchiano l’animo interiore del poeta, diviso tra il bisogno di solitudine e l’esigenza di entrare in contatto con altri uomini. Trieste gli riserva proprio quel cantuccio adatto a lui, perfetto per la sua vita “pensosa e schiva”.

Sul piano lessicale, Saba adotta un registro quotidiano, arricchito da preziosismi. Tra le parole appartenenti al lessico quotidiano individuiamo “ragazzaccio” e “cantuccio”, mentre tra quelle appartenenti a un registro più elevato vi sono “erta” e “schiva”.

Volendo possiamo sintetizzare il contenuto della lirica assegnando a ogni singola strofa un titolo che ne descriva il contenuto: alla fine di una strada ripida; la grazia scontrosa di Trieste; un cantuccio adatto a me.

Confronto con Leopardi

La situazione cantata da Saba presenta alcuni punti in comune con L’infinito di Giacomo Leopardi: in entrambi i casi il poeta si allontana dagli altri per trovare rifugio in un luogo solitario. Ma mentre sull’ermo colle leopardiano lo sguardo del poeta è limitato da una siepe, dall’erta deserta di Saba è possibile osservare ogni chiesa e strada della città di Trieste.

Un viaggio attraverso Trieste

Ho attraversato tutta la città. Poi ho percorso una strada in salita, trafficata in principio e poi deserta, che termina con un piccolo muro: un posto segreto in cui mi nascondo e resto da solo; e mi pare che nel punto in cui esso finisce, finisca anche la città. Trieste ha una grazia scontrosa. Se piace, è come un ragazzaccio dal carattere aspro e vorace, dagli occhi azzurri e mani troppo grandi per regalare un fiore; come un amore pervaso dalla gelosia. Da questa salita scopro ogni sua chiesa, ogni sua strada, se conduce alla spiaggia affollata o alla collina sulla cui cima sorge una casa, l’ultima. Intorno a ogni cosa c’è un’aria strana e tormentosa, l’aria di casa. La mia città, che è viva in ogni sua parte, riserva un cantuccio solo per me, adatto alla mia vita pensosa e appartata.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la struttura della lirica "Trieste" di Umberto Saba?
  2. La lirica è composta da tre strofe con un libero alternarsi di endecasillabi, settenari, quinari e un solo ternario, con rime variabili e numerosi enjambements.

  3. Come viene descritta la città di Trieste nella seconda strofa?
  4. Trieste è paragonata a un ragazzaccio aspro e vorace e a un amore pervaso dalla gelosia, evidenziando il contrasto tra tenerezza e asprezza.

  5. Quali sono le caratteristiche degli abitanti di Trieste secondo Saba?
  6. Gli abitanti di Trieste sono descritti come riservati e diffidenti, riflettendo l'animo del poeta diviso tra solitudine e contatto umano.

  7. In che modo Saba confronta la sua esperienza con quella di Leopardi?
  8. Saba si allontana dagli altri per trovare rifugio in un luogo solitario, simile a Leopardi, ma dalla sua posizione può osservare tutta Trieste, a differenza del limite visivo imposto dalla siepe leopardiana.

  9. Qual è il significato del "cantuccio" nella lirica?
  10. Il "cantuccio" rappresenta un luogo di rifugio e solitudine per il poeta, perfetto per la sua vita pensosa e appartata, e simboleggia l'intimità e la riservatezza di Trieste.

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