Concetti Chiave
- Il poeta dialoga con una capra per illustrare l'affinità tra il dolore umano e animale, passando da un tono scherzoso a uno tragico.
- La capra, sola e legata, emette un belato che esprime un dolore profondo, simile a quello umano.
- Il monotono belato della capra diventa simbolo dell'universalità e eternità del dolore condiviso tra uomini e animali.
- Il volto della capra richiama quello degli ebrei prigionieri, sottolineando un parallelo con la sofferenza umana.
- Il poeta usa una sintassi semplice per trattare temi profondi, rivelando l'uguaglianza del dolore tra tutte le forme di vita.
Indice
Dialogo con una capra solitaria
Ho parlato a una capra.
Era sola sul prato, era legata.
Sazia d’erba, bagnata
dalla pioggia, belava .
(Il poeta risponde quasi per scherzo al belare di una capra. Egli dice di aver parlato con una capra al fine di suscitare l’interesse del lettore. Da scherzoso, il tono diventa poi tragico, sfociando nell’amara constatazione del fatto che il dolore provato dagli uomini e dagli animale è lo stesso)
Ho parlato ad una capra, era sola sul prato, e legata (come gli ebrei prigionieri).
Sazia d’erba, bagnata dalla pioggia, belava (il belato della capra non è determinato da un bisogno concreto, ma è espressione di un dolore antico e profondo, risultato della solitudine e della prigionia).
Il dolore universale e eterno
Quell’uguale belato era fraterno
al mio dolore. Ed io risposi, prima
per celia, poi perché il dolore è eterno (gli aggettivi sottolineano l’universalità del lamento),
ha una voce e non varia.
Questa voce sentiva (forma arcaica del toscano sentivo, prima persona singolare)
gemere in una capra solitaria.
Quel belato monotono era simile al mio dolore (al dolore provato da un essere umano) ed io risposi prima come scherzo, imitando il verso dell’animale, poi perché il dolore è eterno (l’aggettivo eterno richiama l’universalità del dolore umano), ha una voce sempre uguale che io sentivo gemere in quella capra solitaria.
Affinità del dolore umano e animale
In una capra dal viso semita
sentiva querelarsi ogni altro male,
ogni altra vita.
In una capra dal viso semita (richiamo al viso degli ebrei), io sentivo querelarsi (lamentarsi, si tratta di un termine Peregrino), ogni altro male, ogni altra vita (il male che permea il mondo e l’esistenza).
La sintassi utilizzata dal poeta è semplice ed elementare, in quanto essa corrisponde allo scopo poetico che l’autore si propone di raggiungere: parlare di argomenti poco comuni ma importanti e di matrice umana. Tramite l’immagine di una capra, il cui volto richiama quello degli ebrei, il poeta scopre l’affinità del dolore provato dagli uomini e dagli animali in egual modo.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema centrale del "Dialogo con una capra solitaria"?
- Come viene descritto il dolore nel testo?
- Qual è il significato del "viso semita" della capra?
Il tema centrale è l'affinità tra il dolore umano e animale, evidenziata attraverso il dialogo tra il poeta e una capra solitaria, che simboleggia la solitudine e la prigionia.
Il dolore è descritto come universale ed eterno, con una voce monotona e invariabile, che accomuna il lamento della capra a quello umano.
Il "viso semita" della capra richiama il volto degli ebrei, sottolineando l'universalità del dolore e la connessione tra le sofferenze umane e animali.