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Concetti Chiave

  • Foscolo ha esercitato un grande fascino sulle generazioni romantico-risorgimentali grazie alle sue esperienze di vita intensa e variegata, nonché al suo impegno politico.
  • Ne "Ultime lettere di Jacopo Ortis", Foscolo esplora la crisi degli entusiasmi giacobini e la protesta eroica, mostrando un'inevitabile accettazione della violenza storica.
  • L'ambivalenza caratterizza la produzione foscoliana, con temi che spaziano dalla lacerazione interiore romantica alla bellezza risarcitoria del neoclassicismo.
  • Nei "Sepolcri", Foscolo propone l'azione concreta come superamento dei limiti umani, suggerendo un impegno attivo nella vita associata.
  • Foscolo concepisce una laica immortalità riservata ai forti attraverso azioni eroiche, pur esplorando successivamente un distacco dalle urgenze affettive nelle sue opere più tarde.

Indice

  1. Foscolo e il suo fascino
  2. Crisi e protesta eroica
  3. Ambivalenza nella produzione foscoliana
  4. La risposta dei "Sepolcri"
  5. Laica immortalità e distacco

Foscolo e il suo fascino

Tra i poeti italiani, Foscolo, è quello che sulle generazioni romantico-risorgimentali ha esercitato il fascino maggiore. Contribuivano a ciò sia le sue vicende biografiche: fu uomo di varie e ardenti passioni amorose; conobbe gli ambienti più vari, in Italia e all’estero; si impegnò vivacemente, almeno per un certo periodo, nella vita politica e trascorse l’ultima parte della sua esistenza in esilio. Oggi alla sua poesia ci si può accostare con animo sgombro da entusiasmi e passioni contingenti, e quindi meglio disposti a cogliere la complessità di una personalità umana e di una produzione poetica che non sono prive di contraddizioni o comunque di ambivalenze: ciò non comporta una revisione del giudizio di valore – Foscolo resta sempre un “classico” del nostro Ottocento –, ma può modificare una valutazione che puntava un po’ schematicamente sulla “compattezza” e sulla “lezione eroica” dell’autore dei “Sepolcri”.

Crisi e protesta eroica

Un dato di fondo della società (non solo italiana) dell’ultimo Settecento è la crisi degli entusiasmi giacobini di fronte alla spegiudicata politica napoleonica (trattato di Campoformio) e Foscolo diede una rappresentazione, che riscosse un larghissimo successo, nel romanzo “Ultime lettere di Jacopo Ortis” (1802), molti ricavaroono dal gesto conclusivo di Jacopo, il suicidio, una lezione di “protesta eroica”. Una lettura più distaccata e più consapevole, oggi, può mettere in luce che in quest’opera c’è una componente di protesta contro la violenza del gioco politico che calpesta gli entusiasmi e i sentimenti dei patriottici, ma ci sono anche parecchie occasioni nelle quali l’atteggiamento del protagonista si risolve nella desolata constatazione di una legge di violenza che da sempre ha dominato la storia umana. La violenza è vista allora come una legge “naturale” e da ciò derivano un’accettazione amaramente rassegnata e la constatazione dell’inevitabile fallimento dell’intellettuale-patriota, che in quel contesto è nient’altro che un profeta disarmato. La Disperata protesta e la dolente rassegnazione coesistono dunque in quest’opera, pur trattandosi di atteggiamenti contrastanti. Ma questa ambivalenza, questo coesistere e reciproco di tramarsi di componenti contrastanti, sono frequenti nella produzione foscoliana.

Ambivalenza nella produzione foscoliana

Si ripresentano ad esempio nella produzione lirica (odi e sonetti) degli anni 1800-1803, nella quale trovano espressione sia la tematica biografico – affettiva (gli affetti familiari, le “secrete cure” del disagio di vivere), sia il vagheggiamento di un mondo che compensi della mediocrità del presente, un mondo fondato su valori eterni come la Bellezza e la Poesia, il mondo della mitica grecità. Con questa polivalenza di atteggiamenti e di temi, Foscolo, in una personale e irripetibile sintesi, mediava atteggiamenti e sensibilità che per un verso rientravano nell’alveo della cultura e dell’arte romantica (il dissidio individuo-società, la lacerazione interiore, l’oscura aspirazione alla “fatal quiete”, la morte), per un altro verso si collegavano all’orientamento neoclassico (la Bellezza concepita come risarcimento dell’angoscia di vivere, l’evasione nel culto di un mondo mitico nel quale si era realizzata la pienezza del vivere).

La risposta dei "Sepolcri"

Una risposta però particolarmente significativa ai problemi che nella produzione precedente aveva affrontato Foscolo la dà con i “Sepolcri” (1807). Significativa perché come superamento dei limiti della condizione umana egli addita non la contemplazione (che tutto sommato restava un’esperienza estetica), ma l’azione, il concreto impegno nel vivere associato.

Laica immortalità e distacco

Nella visione materialistica e non religiosa dello scrittore sono indissolubili al destino dell’uomo, e l’unico modo di esorcizzarli è l’agire “altamente”, il “furor d’inclite geste”. Derivava da ciò una sorta di laica immortalità, che non è elargita a tutti, come quella promessa dalla fede religiosa, ma che è conquistata e riservata solo ai “forti”. Anche se è la più famosa, questa non è peraltro l’ultima posizione di Foscolo: negli anni che seguono, in lui sono sempre più prevalenti, ma non i soli, gli atteggiamenti di distacco, la progettazione di un distanziamento dalle urgenze affettive (si pensi al personaggio di Didimo Chierico, che è una specie di snti-Ortis), la faticosa ricerca di una poesia (“Le Grazie”) volta a celebrare un mondo mitico e mitizzato come un “altrove” che distanzi e compensi le delusioni storiche.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il fascino esercitato da Foscolo sulle generazioni romantico-risorgimentali?
  2. Foscolo ha affascinato le generazioni romantico-risorgimentali grazie alle sue vicende biografiche, le sue passioni amorose, il suo impegno politico e l'esilio, che hanno contribuito a creare una personalità complessa e ambivalente.

  3. Come viene rappresentata la crisi degli entusiasmi giacobini nell'opera di Foscolo?
  4. Foscolo rappresenta la crisi degli entusiasmi giacobini nel romanzo "Ultime lettere di Jacopo Ortis", dove il suicidio del protagonista è visto come una protesta eroica contro la violenza politica, ma anche come una rassegnazione alla legge naturale della violenza.

  5. Quali sono le ambivalenze presenti nella produzione lirica di Foscolo?
  6. Nella produzione lirica di Foscolo, si riscontrano ambivalenze tra la tematica biografico-affettiva e il vagheggiamento di un mondo ideale fondato su valori eterni come la Bellezza e la Poesia, mediando tra sensibilità romantiche e orientamenti neoclassici.

  7. Qual è la risposta di Foscolo ai problemi umani nei "Sepolcri"?
  8. Nei "Sepolcri", Foscolo propone il superamento dei limiti umani attraverso l'azione e l'impegno concreto nel vivere associato, piuttosto che la semplice contemplazione estetica.

  9. Come si evolve la visione di Foscolo negli anni successivi ai "Sepolcri"?
  10. Negli anni successivi ai "Sepolcri", Foscolo sviluppa atteggiamenti di distacco e ricerca una poesia che celebri un mondo mitico come un "altrove" che compensi le delusioni storiche, come evidenziato nel personaggio di Didimo Chierico e nell'opera "Le Grazie".

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