Concetti Chiave
- Jacopo Ortis intraprende un viaggio in Italia per sfuggire all'angoscia amorosa, incontrando a Milano il poeta Parini che descrive le difficoltà dell'Italia sotto dominazione straniera.
- Parini esprime pessimismo riguardo alla possibilità di libertà, influenzato dalle esperienze storiche e dalle delusioni politiche, suscitando riflessioni patriottiche in Jacopo.
- L'incontro tra Jacopo e Parini evidenzia il contrasto tra il fervore giovanile e il realismo disincantato del poeta, simbolo di una generazione delusa dalle promesse non mantenute.
- Foscolo, attraverso le parole di Jacopo, riflette il sentimento di molti patrioti italiani contro i governi assoluti e l'insofferenza verso il dominio francese.
- La lettera culmina in un pessimismo profondo, con Parini che dubita della possibilità di successo patriottico senza compromessi morali, chiudendo con un'invocazione al suicidio.
Indice
Il viaggio di Jacopo
Jacopo ha lasciato i Colli Euganei ed ha intrapreso un viaggio attraverso l’Italia per sottrarsi allo stato di angoscia causato dall’amore per Teresa. Passando prima da Ferrara e da Bologna si è recato a Firenze per poi far tappa a Milano.
Incontro con Parini
Nella città lombarda, egli incontra il vecchio poeta Parini che descrive le sciagure dell’Italia dominata dai Francesi e da uomini di poco spessore che nei periodi di emergenza vengono sempre a galla. Parini manifesta anche la delusione per la libertà promessa e mai ottenuta nel modo in cui i patrioti speravano. Il giovane Ortis si lascia trascinare dall’amor patrio, il suo animo si infiamma e si dichiara pronto a morire purché dal suo sangue possa nascere un vendicatore. Ma il vecchio Parini gli fa perdere ogni speranza perché è sicuro che, visti i tempi, non esiste più alcun filo di speranza per riconquistare la libertà civile.
Riflessioni di Parini
Il Parini, così dicendo, “fremeva per le antiche tirannidi e per la nuova licenza”: la tirannide antica è quella degli Asburgo d’Austria e di Spagna e la licenza nuova è il recente dominio napoleonico; anche se il Parini non ha mai nascosto il suo disdegno per il comportamento dei giacobini, favorito dall’impunità che caratterizzava quei tempi, è Foscolo che parla e dallo scritto di Jacopo traspare lo stato d’animo di molti patrioti italiani, avversari dei governi assoluti, sostenitori delle idee rivoluzionarie ed insofferenti dei soprusi francesi. A questo va aggiunto l’effetto devastante del Trattato di Campoformio nell’anima del poeta.
Amore e disperazione
Di fronte alle riflessioni pessimistiche del Parini, Jacopo non trova nulla a cui potersi appigliare, nessuna passione su cui poter concentrare il suo ardore e inizia a narrare al vecchio poeta la storia dei suoi sentimenti. Nell’indicare Teresa, egli utilizza l’espressione “uno di quei geni celesti”, una reminiscenza del dolce stil novo, ma rivissuta attraverso la sensibilità dei nuovi tempi romantici. Per lui, la vita è un oscuro e doloroso mistero, in cui l’uomo si muove alla ricerca di una vana luce e solo l’amore fra due anime acquista il valore di qualcosa di ineffabile in grado di garantire la vittoria sulle ombre che ci avvolgono. Alle sue parole, il Parini risponde con un sospiro proveniente dal dal profondo del cuore. Ad un certo punto compare la madre del giovane, una madre affettuosa e benefica, che segue i furori del figlio, che lo segue fino al dirupo dal quale il giovane ha programmato di gettarsi e spiritualmente lo salva; tuttavia se essa conoscesse tutte le angosce segrete del figlio, non esiterebbe ad implorare dal cielo la sua morte.
Parini e la politica
Il Parini controbatte con le sue riflessioni amare: questo tuo furore di gloria, dice rivolgendosi a Jacopo, potrebbe spingerti a compiere qualche eroica e difficile impresa; tuttavia la fama degli eroi deriva solo in minima parte dalla loro audacia ed il resto è dovuto alla fortuna e ai delitti.
“...che non si dee aspettare libertà dallo straniero….” Questo è un aforisma che durante il Risorgimento ebbe una grande diffusione e diventò il caposaldo della dottrina di Giuseppe Mazzini. Il concetto è ampliato dalla frase seguente “Chiunque s’intrica nelle faccende di un paese conquistato non ritrae che il pubblico danno, e la propria infamia.” = colui che in un paese in mano al dominatore s’interessa delle cose pubbliche, in realtà non provoca altro che danno sia per per il paese che per se stesso, passando da infame.
Foscolo e la libertà
In realtà, il Foscolo fu molto più concreto e realistico rispetto a Jacopo perché si lasciò coinvolgere nelle vicende politiche degli stati italiani satelliti della Francia poiché più volte in difesa dei Francesi contro le potenze europee alleate. Tuttavia non arrivò mai ad adulare i vincitori e nei confronti di Napoleone mantenne sempre un atteggiamento intransigente nel campo della libertà politica.
Dubbi e pessimismo
Ad un certo punto, il Parini che aveva sempre negato a Jacopo la possibilità di accedere alla libertà, mette in dubbio che il giovane patriota possa realizzare il suo intento senza macchia. Infatti dice:” Quand’anche tu riuscissi nell’adempimento degli incarichi politici, a rimanere immune dai vizi e dalle vergogne consuete, tu saresti lodati in modo ipocrita fino ad essere pugnalato alle spalle.” Fino ad ora, il Parini aveva mostrato le difficoltà che si frapponevano alla realizzazione di un’impresa patriottica; invece, verso la fine della lettera suppone che i tempi siano propizi e che Jacopo abbia le forze necessarie per raggiungere lo scopo prefissato. Ma è solo per dimostrare che ogni tentativo sarà destinato a fallire. Le domande sono: Un uomo della tempra di Jacopo Ortis avrà la forza di passare alla politica pura? Avrà il coraggio di spargere tutto il sangue necessario?Avrà il coraggio di compiere tutti i delitti indispensabili per dar vita ad un libero Stato? E quando avrà raggiunto il suo scopo, riuscirà a reprimere nel proprio animo la libidine del potere assoluto? E’ ovvia che risposta è sempre negativa e da questo punto in poi inizia la parte più alta della lettera. Anche il linguaggio viene modificato: lontano dalla ricchezza sovrabbondante del linguaggio amoroso, esso diventa più epigrafico.
Conclusione pessimistica
Nel complesso questa lettera è quella più ricca di pessimismo e di sfiducia dello Jacopo Ortis e non può che concludersi che con l’invocazione al suicidio “O Cocceo Nerva! Tu almeno sapevi morire incontaminato”. La figura del Parini rivela una pacata tristezza, il conforto che gli deriva dalla fede è degno di lui, ma il sermone che pronuncia e le passioni che lo animano appartengono al Foscolo. Nel complesso la sua immagine è dignitosa, amareggiata anche se distaccata dalle cose e dagli uomini.
Domande da interrogazione
- Qual è il motivo del viaggio di Jacopo attraverso l'Italia?
- Cosa rappresenta l'incontro tra Jacopo e Parini a Milano?
- Quali sono le riflessioni di Parini sulla situazione politica dell'Italia?
- Come viene descritto l'amore di Jacopo per Teresa?
- Qual è la conclusione pessimistica della lettera di Jacopo Ortis?
Jacopo intraprende un viaggio per sfuggire all'angoscia causata dall'amore per Teresa, visitando diverse città italiane come Ferrara, Bologna, Firenze e Milano.
L'incontro con Parini rappresenta un confronto tra il giovane patriota e il vecchio poeta, che esprime delusione per la libertà promessa e mai ottenuta, e la mancanza di speranza per la riconquista della libertà civile.
Parini riflette sulle antiche tirannidi e la nuova licenza del dominio napoleonico, esprimendo disdegno per i giacobini e il devastante effetto del Trattato di Campoformio sull'anima dei patrioti italiani.
L'amore di Jacopo per Teresa è descritto come un sentimento ineffabile, capace di vincere le ombre della vita, ma anche fonte di disperazione e angoscia.
La lettera si conclude con un'invocazione al suicidio, esprimendo un profondo pessimismo e sfiducia, con la figura di Parini che rappresenta una tristezza pacata e un distacco dalle cose e dagli uomini.