beatriceinnaro
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Concetti Chiave

  • La morte è un tema centrale nelle opere di Foscolo, riflettendo le sue inquietudini e tormenti personali, particolarmente nel contesto del Preromanticismo con la sua attrazione per il macabro.
  • Foscolo vede la morte come un momento di verità e pace, un "porto agognato" dopo il tumulto della vita, come espresso nel sonetto "Alla Sera".
  • Il tema del sepolcro nelle opere di Foscolo rappresenta una memoria personale e civile, invitando le generazioni future a onorare le grandi figure del passato.
  • Nella poesia "Dei Sepolcri", il poeta attribuisce un valore etico ai sepolcri, sostenendo che la poesia può rendere eterna la memoria dei defunti anche quando le tombe svaniscono.
  • Foscolo esplora la fine eterna come un'opportunità per trovare pace e per protestare contro un destino avverso, come illustrato nel suo romanzo epistolare "Le Ultime Lettere di Jacopo Ortis".

Indice

  1. Il tema della morte in Foscolo
  2. Preromanticismo e poesia sepolcrale
  3. Foscolo e la metafora della notte
  4. Il desiderio di pace eterna
  5. Il tema del sepolcro in Foscolo
  6. Sepolcri come simbolo di memoria
  7. La poesia come memoria eterna
  8. La morte come speranza di pace

Il tema della morte in Foscolo

Il tema delle morte e del sepolcro è presente in molti dei testi della produzione foscoliana. Foscolo ha attribuito ad esso una rilevanza personale, dedicandogli gran parte delle sue opere e riflettendo in esse le sue inquietudini giovanili e i tormenti vissuti nei suoi ultimi anni di vita.

Preromanticismo e poesia sepolcrale

Questo è un tema letterario che ha avuto un grande successo verso la fine del Settecento, in pieno Preromanticismo, dove la passione per il macabro e il sinistro hanno contribuito alla diffusione della poesia sepolcrale come modo per meditare sulla morte e sulla fine della vita terrena.

Foscolo e la metafora della notte

Foscolo e i suoi contemporanei vedono la morte come un momento di verità per l’uomo, che si trova davanti a se stesso, alla sua dimensione intima, alle sue passioni e al suo io interiore.

La profondità dell’animo del poeta è esplicitata nel sonetto Alla Sera, il primo dei sonetti del canzoniere Le Poesie. Foscolo invoca la sera e la paragona alla «fatal quiete», a lui è caro il momento in cui cala la notte ma, soprattutto, il passaggio attraverso il crepuscolo, quando le anime vengono dolcemente trasportate nel sonno e nella quiete finale della morte, l’oscurità di chi ha chiuso gli occhi e non li riaprirà più. Nel Neoclassicismo e nel Preromanticismo è frequente la ripresa dei temi e degli autori classici, che il poeta veneziano ammira: la metafora della notte come velo della morte che cala delicatamente sulla vita come un sonno profondo dopo una giornata faticosa è presente anche nel poeta latino Catullo, che nella sua raccolta di poesie, il Liber catulliano, dedica alcuni versi del Carmina “Viviamo e Amiamo” a questa concezione «I giorni possono tramontare e risorgere; noi, una volta tramontata la nostra breve luce, dobbiamo dormire una sola notte eterna».

Il desiderio di pace eterna

Ma la morte non assume accezione negativa, anzi, essa può essere l’agognato porto, la tranquilla e serena meta in cui arrivare dopo l’attraversamento del turbinoso e burrascoso mare della vita.

Il suo animo, che in segreto è inquieto e tormentato, la sua delusione e la sua rabbia per il «reo tempo» che il poeta attraversa con la cessione della sua amata Venezia agli stranieri, vengono finalmente quietati e rasserenati dalla pace eterna «e mentre io guardo la tua pace, dorme quello spirto guerrier ch’entro mi rugge».

Il tema del sepolcro in Foscolo

Il desiderio di trovar pace nella morte è presente anche nel decimo sonetto de Le Poesie, In morte del fratello Giovanni. Oltre che aspirare ad una quiete eterna, che metta fine alle sue sofferenza terrene, «e prego anch’io nel tuo porto quiete», Foscolo introduce un altro importante tema ricorrente nelle sue opere, il tema del sepolcro. Il poeta è fortemente materialista e, soprattutto, ateo, non riconosce una vita dopo la morte e non crede che in qualche modo essa continui. Ciò lo porta a sviluppare un profondo attaccamento alla sepoltura e alla tomba, che diventa il simbolo di una memoria personale e familiare che aiuta a superare il dolore dell’assenza eterna; egli infatti spera di poterla visitare per mantenere vivido il ricordo, anche se dolorosissimo, del fratello perduto «me vedrai seduto su la tua pietra, o fratel mio, gemendo il fior de’ tuoi gentili anni caduto». Il fior a cui fa riferimento Foscolo è un’altra dimostrazione dell’elevato stile e della vasta cultura classica di cui è in possesso il poeta: nell’Eneide, la morte degli eroi virgiliani Eurialo e Niso che, penetrati nel campo dei Rutuli addormentati, vengono infine uccisi dai nemici, viene paragonata ad un «fiore purpureo reciso dallo stelo che morendo si indebolisce».

Sepolcri come simbolo di memoria

Oltre a una valenza personale e molto sentimentale, Foscolo attribuisce ai sepolcri un profondo senso civile ed etico, volto a trasmettere alle generazioni successive le vicende esemplari degli uomini grandi del passato, invitandoli ad imitarli e a onorarli.

Nella sua poesia Dei Sepolcri, il sepolcro ispira virtù, è il simbolo della patria e della nazione, poiché consente di proiettare nel futuro la fama di chi lo merita: per Foscolo è infatti ingiusto che coloro che hanno lasciato un’eredità così grande ed eccelsa come il poeta Parini debbano essere sporcati dal sangue di comuni ladri «e forse l’ossa col mozzo capo gl’insanguina il ladro che lasciò sul patibolo i delitti».

Da questo profondo attaccamento per i sepolcri egli costruisce un’efficace quanto sbalorditiva argomentazione che lo porta a infondere un incredibile valore affettivo nelle tombe e anche un radicato elitarismo, in quanto l’illusione di non morire può ancora esistere se esse mantengono vive il ricordo del defunto in coloro che restano, e solo chi non lascia alcuna memoria di sé tra i vivi non trova nessun conforto nel pensiero della pietra che rappresenta la persona: «sol chi non lascia eredità d’affetti poca gioia ha dell’urna».

La poesia come memoria eterna

Anche i sepolcri, però, non durano per sempre, e qui entra un’ulteriore tema molto caro al poeta, anch’esso ricorrente in molti dei suoi componimenti: la poesia. Quando le tombe vengono inevitabilmente distrutte dal tempo, la poesia si sostituisce ad esse «Siedon custodi de’ sepolcri, e quando il tempo con sue fredde ale vi spazza fin le rovine, le Pimplèe fan lieti di lor canto i deserti». Essa rimpiazza i sepolcri con i suoi versi che hanno il potere di rendere eterna la memoria dei grandi uomini, di tramandarla alle generazioni future e, così, rendere immortale quell’anima che dopo la morte, per Foscolo, cade in un fondo e oscuro oblio e scompare per sempre.

La morte come speranza di pace

La fine eterna non è, quindi, un tema di angoscia e inquietudine per il poeta, ma una speranza di ritrovare la pace tanto bramata. Ritrovandosi nella stessa situazione che Foscolo ha dipinto per Jacopo Ortis, protagonista ed eroe romantico del romanzo epistolare Le Ultime Lettere di Jacopo Ortis, la morte è una rinuncia consapevole alla propria vita, per protestare a un destino avverso, che sia l’amore o un sogno infranto, che consente di dimostrare la propria virtù e di praticare i propri ideali di libertà.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il significato del tema della morte nelle opere di Foscolo?
  2. Il tema della morte è centrale nelle opere di Foscolo, riflettendo le sue inquietudini personali e i tormenti della sua vita. La morte è vista come un momento di verità e un desiderio di pace eterna.

  3. Come Foscolo utilizza la metafora della notte per rappresentare la morte?
  4. Foscolo paragona la notte alla "fatal quiete", un momento di passaggio verso la pace eterna, simile al sonno profondo dopo una giornata faticosa, ispirandosi anche ai classici come Catullo.

  5. Qual è il ruolo del sepolcro nella poetica di Foscolo?
  6. Il sepolcro è un simbolo di memoria personale e familiare, essenziale per mantenere vivo il ricordo dei defunti e trasmettere le virtù degli uomini grandi alle generazioni future.

  7. In che modo la poesia sostituisce i sepolcri secondo Foscolo?
  8. Quando i sepolcri vengono distrutti dal tempo, la poesia prende il loro posto, rendendo eterna la memoria dei grandi uomini e tramandandola alle generazioni future.

  9. Come Foscolo vede la morte in relazione alla pace e alla virtù?
  10. Foscolo vede la morte non come un'angoscia, ma come una speranza di pace e una rinuncia consapevole alla vita per protestare contro un destino avverso, dimostrando virtù e ideali di libertà.

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