Fabrizio Del Dongo
Genius
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Concetti Chiave

  • Il sonetto fu scritto da Foscolo nel 1813 durante un ritratto, riflettendo il suo spirito liberale in un contesto di crisi bellica.
  • La prima quartina descrive il poeta che si rivolge al pittore, legando il suo aspetto sdegnoso all'incertezza della Libertà nella sua patria.
  • La seconda quartina esprime l'invocazione di Foscolo per armi a favore della Libertà, manifestando il suo amore ostinato e deluso per essa.
  • Nella prima terzina, il poeta si interroga sull'efficacia della sua voce solitaria contro la violenza, collegandosi al contesto delle guerre napoleoniche.
  • La seconda terzina conclude con la speranza che, nonostante tutto, il ritratto del pittore trasmetta la sua immagine ai posteri, creando una circolarità nel sonetto.

Vigile è il cor sul mio sdegnoso aspetto,

e qual tu il pingi, Artefice elegante,

dal dì ch'io vidi nel mio patrio tetto

libertà con incerte orme vagante.

Armi vaneggio, e il docile intelletto

contesi alle febee Vergini sante;

armi, armi grido; e Libertade affretto

più ognor deluso e pertinace amante.

Voce inerme che può? Marte raccende,

vedilo, all'opre e a sacra ira le genti:

siede Italia, e al flagel l'omero tende.

Pur, se nell'onta della Patria assorte

fien mie speranze, e i dì taciti e spenti,

per te il mio volto almen vince la morte.

Indice

  1. Il contesto storico del sonetto
  2. L'invocazione alla Libertà
  3. Il pessimismo del poeta
  4. La circolarità del sonetto

Il contesto storico del sonetto

Il sonetto fu composto nel 1813 in casa di Quirina Mocenni-Magiotti (la donna gentile) mentre un pittore Fabre le stava facendo un ritratto.

Il Foscolo lacerò il foglietto su cui aveva scritto il componimento poetico, ma con la grande pazienza, la donna riuscì a ricostituire la pagina che essa incollò dietro nil ritratto del poeta che era stato dipinto sopra quello di Fabre. Il sonetto è una testimonianza dello spirito liberale del poeta in un momento di crisi bellica.

L'invocazione alla Libertà

Il poeta si rivolge al pittore [Artefice elegante] che lo sta ritraendo, dicendo che dal giorno in cui nella sua patria la Libertà procede con un andamento incerto, il suo cuore tempera e suggella il suo sdegnoso aspetto quale esso viene dipinto.

Il poeta invoca e cerca armi adatte per la lotta in favore della Libertà e sottrae la docile mente dal lavoro sereno delle Muse. Grida a voce alta “Armi”, “Armi”. Egli aspira alla realizzazione della Libertà anche se sempre subisco delusioni pur essendo un amante ostinato.

Il pessimismo del poeta

Il poeta, con una nota di amaro pessimismo si chiede che cosa possa fare una voce inerme come la sua, cioè la voce di un liberale solitario quale è la sua, sopraffatta dalla violenza degli avvenimenti militari. Ecco che Marte [= dio della guerra] si risveglia, si mette all’opera, suscitando nei popoli un sacro furore. Con questo verso, Foscolo si riferisce all’anno 1813, una data cruciale per le guerre napoleoniche (battaglia di Lipsia). L’Italia non si ribella alle esortazioni di Marte, anzi accetta supinamente, offrendo lo schiena, il flagello della guerra e si offre con inerzia agli ordine di Napoleone e a quelli dei suoi parenti.

La circolarità del sonetto

Anche se nella vergogna della docilità della Patria le speranze del poeta restano attonite e come sospese dagli avvenimenti e anche se i suoi anni si dovessero concludere con un’attività morta (= i dì taciti e spenti), almeno la sua immagine passerà ai posteri per opera del pittore. Il sonetto termina con la stessa invocazione al pittore dell’inizio, venendo così a creare una circolarità di immagini e di contenuti.

Nell’insieme, il sonetto tradisce un certo disagio creativo del Foscolo che di nuovo è oppresso dalla situazione politica e probabilmente è per questo che egli lacerò il foglietto su cui aveva scritto il sonetto. Tuttavia, esso manifesta un certo interesse per lo stato d’animo del poeta nel 1813, attraversato da un momento di negligenza, di pigrizia e di incertezza poetica.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il contesto storico in cui è stato composto il sonetto?
  2. Il sonetto fu composto nel 1813 durante un periodo di crisi bellica, mentre Foscolo si trovava in casa di Quirina Mocenni-Magiotti, e riflette lo spirito liberale del poeta.

  3. Come viene rappresentata la Libertà nel sonetto?
  4. La Libertà è descritta come un'entità che si muove con incertezza nella patria del poeta, e il poeta stesso invoca armi per lottare in suo favore, nonostante le delusioni.

  5. Qual è il tono del poeta riguardo alla sua voce e alla situazione politica?
  6. Il poeta esprime un amaro pessimismo, sentendosi una voce inerme sopraffatta dagli eventi militari, mentre l'Italia accetta passivamente la guerra.

  7. In che modo il sonetto presenta una struttura circolare?
  8. Il sonetto inizia e termina con un'invocazione al pittore, creando una circolarità di immagini e contenuti che riflette il disagio creativo del poeta.

  9. Qual è l'importanza del ritratto nel contesto del sonetto?
  10. Il ritratto diventa un mezzo per il poeta di vincere la morte, poiché la sua immagine passerà ai posteri grazie all'opera del pittore, nonostante le sue speranze siano deluse.

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