refranco
Habilis
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Indice

  1. Un duello o un incontro tra amanti?
  2. Parafrasi

Un duello o un incontro tra amanti?

Il battesimo e la morte di Clorinda risolvono l’episodio in modo da assicurargli un significato religioso adeguato allo scopo educativo della Gerusalemme liberata. Tuttavia in esso non sono tanto l’aspetto eroico dello scontro o quello spirituale della conversione a prevalere, quanto piuttosto la sfumatura amorosa con cui è connotata la rappresentazione del duello. Ne sono spie i frequenti richiami alla sfera erotica, come la similitudine dei «tori gelosi» a cui sono paragonati i due combattenti (53, v. 8), le strette di Tancredi da cui Clorinda si libera, che ambiguamente evocano gli abbracci appassionati di un uomo con la sua amata («nodi di fer nemico e non d’amante », 57, v. 4), e soprattutto l’allusione all’unione sessuale contenuta nel colpo di spada che Tancredi sferra al corpo di Clorinda, tra le mammelle, inondandone le vesti di un caldo fiume di sangue (64, vv. 3-7). Tali riferimenti all’eros, che fanno assomigliare il duello a un incontro tra amanti, testimoniano una volta di più la ribellione di Tasso al rigido codice morale della Controriforma e la sua attrazione per gli aspetti opposti della realtà, che talora convergono tra loro: qui, ad esempio, il furore bellico e la tenerezza, la volontà di distruggere e quella di possedere l’oggetto del desiderio, la sensualità e la santità dell’eroina morente.

Parafrasi

Ottava 52: [Tancredi] vuole sfidarla a duello (ne l’armi provarla): la crede (la stima) un uomo con cui il proprio valore (sua virtù) si possa degnamente mettere a confronto (si paragone). Lei va aggirando la collina montuosa (l’alpestre cima) verso un’altra porta, dalla quale si propone (ove … dispone) di entrare. Egli [la] segue [correndo] con impeto, per cui (onde) molto prima di raggiungerla (che giunga) avviene che produca un rumore (suone) di armi tale (in guisa) che lei si volta e grida: «O tu, che corri così, che cosa porti? » [Tancredi] risponde: «E guerra e morte». ottava 53 «Guerra e morte avrai», [lei] disse «io non rifiuto di dartela (darlati), se la cerchi», e attende ferma. Non vuole Tancredi, che ha visto il suo nemico a piedi (pedon), usare il cavallo, e scende. Ed entrambi (l’uno e l’altro) impugnano la spada appuntita (il ferro acuto), e aguzzano l’orgoglio e accendono l’ira; e vanno a scontrarsi (a ritrovar) non diversamente (non altrimenti) da due tori gelosi e infuriati (d’ira ardenti). ottava 54 Opere così memorabili (opre … sì memorande) sarebbero degne di un giorno luminoso (d’un chiaro sol), degne di un teatro pieno [di pubblico]. Notte, che avvolgesti (chiudesti) nel [tuo] profondo oscuro seno e nell’oblio un evento così grandioso ( fatto sì grande), lascia (piacciati) che io lo tiri fuori di lì (ne ’l tragga) e lo esponga (lo spieghi) e trasmetta (mande) in modo chiaro (’n bel sereno) alle epoche future. Viva la loro fama; e splenda insieme alla loro gloria (tra lor gloria) il nobile ricordo (alta memoria) della tua oscurità (del fosco tuo). ottava 55 Questi non vogliono schivare, né parare [i colpi], né indietreggiare (ritirarsi), e nel duello (qui) non c’è posto (ha parte) per l’abilità la (destrezza). Non si danno i colpi ora accennati ( finti), ora d’affondo (pieni), ora leggeri (scarsi): il buio (l’ombra) e il furore escludono (toglie) l’uso della tecnica (l’arte). Potresti sentire (Odi) le spade urtarsi con un rumore terribile (orribilmente) a metà della lama (a mezzo il ferro), il piede non lascia (non parte) la posizione [in cui è piantato] (d’orma); il piede sta sempre fermo e la mano sempre in movimento (’n moto), né [i colpi di] taglio scendono invano, né [quelli di] punta a vuoto. ottava 56 La vergogna (L’onta) eccita (irrita) l’orgoglio (lo sdegno) alla vendetta, e la vendetta [di chi è colpito] a sua volta (poi) rinnova la vergogna; per cui (onde) un nuovo stimolo e una nuova ragione (cagion) si aggiungono sempre all’intenzione di ferire (al ferir) e alla fretta [di farlo]. Di ora in ora lo scontro (la pugna) si fa più confuso (si mesce) e più ravvicinato (ristretta), ed è inutile adoperare (oprar non giova) la spada: si danno addosso (dansi) con le else delle spade (co’ pomi) e inferociti (infelloniti) e crudeli (crudi) cozzano insieme con gli elmi e con gli scudi.

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