Giuliaf92
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Concetti Chiave

  • Giovan Battista Marino è il poeta più rappresentativo del Barocco in Italia, noto per l'enfasi sulla forma e l'effetto più che sul contenuto.
  • La sua vita è stata caratterizzata da avventure, ambizioni smisurate e una debolezza morale, riflettendo lo spirito "barocco" del tempo.
  • Marino ha vissuto tra Napoli, Roma, Ravenna, Torino e Parigi, guadagnandosi rispetto e protezione, specialmente in Francia.
  • La sua opera più celebre è il poema "Adone", che racconta l'amore tra Adone e Venere, ricco di simbolismi e allegorie morali.
  • Nonostante una pretesa allegoria morale, le opere di Marino celebrano principalmente i piaceri materiali, allineandosi con l'ipocrisia del suo secolo.

Indice

  1. Il Trionfo dell'Effetto nel Seicento
  2. La Vita e le Opere di Marino
  3. Il Poema Adone e la sua Allegoria

Il Trionfo dell'Effetto nel Seicento

Il Seicento rappresenta nel campo delle lettere il trionfo dell’effetto più che del gusto, della forma più che del contenuto.

I poeti seicentisti sentono che il Rinascimento è giunto ad un grado di perfezione, oltre il quale non resta che la creazione ex novo; il desiderio di novità è appunto la caratteristica del secolo.

Ma poiché la povertà della vita storia (predominio spagnolo) e della vita interiore (ipocrisia delle classi colte nel secolo della Controriforma) impedisce la creazione di un nuovo contenuto, di una nuova coscienza, i poeti seicentisti s’illudono di creare modificando le forme; si lavora specialmente nell’innovare la parola; si bada non a ciò che si dice, ma al come si dice.

Perciò il più celebrato poeta del secolo è Marino. Infatti la sua opera poetica è certo la più significativa espressione della tendenza barocca in Italia, così come la sua stessa personalità e vicenda autobiografica ben rappresentano un tipo d’umanità e di vita “barocca” sia per le sue smisurate ambizioni e per le sue avventurose peripezie sia per la debolezza morale, le preferenze dell’apparire sull’essere.

La Vita e le Opere di Marino

Giovan Battista Marino è nato a Napoli nel 1569, visse fra attività letteraria, spregiudicate vite amorose, debiti e incarceramenti che lo costrinsero a riparare a Roma e a Ravenna (al servizio del cardinale Pietro Aldobrandini) per poi passare a Torino nella corte di Carlo Emanuele I, finché, avendo sparlato del duca, fu incarcerato. Passò poi alla corte francese a Parigi dove fu onorato, protetto e ven pagato da Maria dei Medici e dal re Luigi XIII; fu accolto con grandissimo favore dai letterati francesi, che lo ammirarono come maestro di una nuova scuola poetica, specie per il poema Adone. Nel 1623 rientrò in Italia, fu accolto a Roma e poi a Napoli con onori altissimi come gloria poetica della nuova letteratura italiana. Morì a Napoli nel 1625. In realtà il Marino non ebbe una vera vita di sentimenti religiosi e di profonde persuasioni morali e ideali. Questa sua mancanza di moralità si nota anche nelle sue opere dove egli si preoccupa dell’esaltazione descrittiva perché colpiscano più i sensi che i sentimenti del lettore.

Il Poema Adone e la sua Allegoria

La sua produzione più notevole è contenuta nei tre libri della Lira, nella Galleria, e nella Sampogna; ma l’opera più famosa è il poema Adone. L’Adone narra le vicende del mitico pastore di nobile stirpe che si innamora, ricambiato, di Venere nell’isola di Cipro, dove, nel giardino del Piacere, passa insieme all’amata attraverso le gioie procurate dai sensi e quelle dell’intelligenza e visita con lei, il cielo della luna, degno dei mali e dei sogni, il cielo di Mercurio, regno dell’arte, il cielo di Venere, regno della bellezza. Adone, perseguitato da Marte, amante di Venere, è costretto a fuggire da Cipro e a ripararsi presso la maga Falsirena che lo tramuta in pappagallo. Salvato poi da Mercurio e ripreso il suo aspetto umano ritorna a Cipro e viene nominato da Venere re di Cipro. Marte aizza contro di lui un cinghiale che lo ferisce e lo uccide provocando la disperazione di Venere, la quale onorerà la sua morte con l’istituzione di giochi funebri descritti a lungo nella fine del poema con l’inserimento in essi di un sontuoso avvenimento contemporaneo: la notte di Luigi XIII, re di Francia, e di Anna, principessa d’Austria.

Il poema dovrebbe avere una sua allegoria morale: il piacere smoderato, senza regole, finisce in dolore; ma in realtà il Marino scrive per esaltare tutte le gioie della vita materiale e la sua allegoria è una concessione al secolo ipocrita.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la caratteristica principale del Seicento nel campo delle lettere?
  2. Il Seicento è caratterizzato dal trionfo dell'effetto più che del gusto, e della forma più che del contenuto, con un desiderio di novità che spinge i poeti a innovare la parola.

  3. Chi è il poeta più celebrato del Seicento e perché?
  4. Il poeta più celebrato del Seicento è Giovan Battista Marino, la cui opera rappresenta la tendenza barocca in Italia, caratterizzata da ambizioni smisurate e preferenze per l'apparire sull'essere.

  5. Quali sono le esperienze di vita significative di Giovan Battista Marino?
  6. Marino visse tra attività letteraria, vite amorose spregiudicate, debiti e incarceramenti, e fu accolto con favore in Francia, dove fu protetto da Maria dei Medici e ammirato dai letterati francesi.

  7. Qual è l'opera più famosa di Marino e di cosa tratta?
  8. L'opera più famosa di Marino è il poema "Adone", che narra le vicende del pastore Adone innamorato di Venere, esplorando le gioie dei sensi e dell'intelligenza, e culmina con la sua morte e l'istituzione di giochi funebri.

  9. Qual è l'allegoria morale del poema "Adone" e come viene interpretata?
  10. L'allegoria morale del poema "Adone" suggerisce che il piacere smoderato finisce in dolore, ma in realtà Marino esalta le gioie della vita materiale, con l'allegoria vista come una concessione al secolo ipocrita.

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