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Concetti Chiave

  • Giovan Battista Marino, iniziatore del barocco italiano, descrive in modo sublime l'azione di una donna che si pettina, utilizzando un linguaggio completamente metaforico.
  • Le metafore principali nel sonetto si riferiscono al mare, iniziando con il termine "onde dorate" per indicare i capelli della donna, creando un'immagine di bellezza e luminosità.
  • L'uso di allitterazioni e rime interne, come la ripetizione di "onde" e "avorio", conferisce musicalità al sonetto e migliora la fluidità della lettura.
  • Amore è personificato nel sonetto, raccoglie i capelli spezzati e li intreccia in catene, simboleggiando la potenza del sentimento amoroso.
  • Marino utilizza vari dispositivi poetici, come anastrofi ed enjambement, per accentuare la musicalità e l'effetto emotivo del componimento, immergendo il lettore in un'atmosfera eterea e pura.

La lirica è tratta dalla raccolta “La Lira” (1608) di Giovan Battista Marino. Nato a Napoli nel 1569, fu l’iniziatore del movimento barocco in Italia e da lui presero esempio vari poeti detti poi “marinisti”. Soggiornò in varie città italiane, anche a Parigi, dove riscosse grande successo. Morì a Napoli nel 1625.

Indice

  1. Descrizione del Sonetto
  2. Analisi delle Figure Retoriche

Descrizione del Sonetto

Il sonetto è intitolato “Donna che si pettina” descrive, appunto, l’azione di una donna che passa il pettine tra i capelli; Marino riesce con un linguaggio totalmente metaforico a far sembrare un’azione così banale quasi sublime. Le metafore sono riferite principalmente al mare; ed è infatti con le parole “onde dorate” che si apre il sonetto, indicando con esse i capelli della donna. Il colore dorato che viene ad essi attribuiti sembra renderli ancora più belli e lucenti. Troviamo nel v. 1 la ripetizione della parola “onde”, formando così una rima interna. L’atmosfera luminosa creata dal colore dorato viene accentuata al v. 2, quando si introduce la figura della “navicella d’avorio”, cioè del pettine di un colore bianco e puro che, come una nave, fende dolcemente i capelli; il vezzeggiativo rende l’azione più fluente. Al v. 3 il colore d’avorio viene dato anche alla mano della donna che lo sta reggendo. L’immagine eterea creata dalla lucentezza dei capelli e dal colore candido della mano e del pettine fa sembrare la donna immersa in un’aura di luce pura. Tra questi due versi la ripetizione della parola “avorio” crea una rimalmezzo. Al v. 4 poi il poeta descrive l’azione reale compiuta dalla mano: con il termine “errori” si intendono quindi i movimenti, in questo caso “errori” dal verbo errare, nel senso di “vagare”. Nella seconda quartina al v. 5 il poeta descrive la donna mentre con il pettine acconcia i capelli e li divide con una riga, facendoli così tremare e smuoverli. In seguito c’è Amore personificato, che viene presentato mentre raccoglie i capelli dorati che si sono spezzati (l’or delle rotte fila) e che sono rimasti impigliati nel pettine. Egli stesso poi intreccia quei fili dorati per farne delle catene da usare contro i suoi ribelli, cioè coloro che si ribellano a lui. Nelle due terzine è il poeta stesso poi a spiegare le sensazioni che i gesti della donna gli procurano. Il “suo biondo tesoro”, metaforicamente la donna che si pettina i biondi capelli (l’aureo mar), è come la tempesta che rende agitato il mare, che muovendosi si increspa. Questa vista è per lui motivo di agitazione, tanto che è il suo stesso cuore ad andare verso la morte. Quest’ultimo tema è ripreso al v. 12, dove non solo il cuore, ma lui stesso naufraga nel mare, resta sommerso a causa della tempesta, cioè del movimento fluente dei capelli dorati. Qui naturalmente la tempesta si ricollega all’aggettivo “procelloso” creando una relazione tra la donna e la tempesta stessa. Il suo naufragio è qualcosa di straordinario, perché finalmente egli si ritrova su di uno scoglio sicuro, fatto di diamanti; qui il poeta indica la purezza della donna o, forse meglio, la sua imperturbabilità, quel mare dorato e meraviglioso, poi, che viene indicato con una metafora dal golfo d’oro, simboleggia la chioma dorata.

Analisi delle Figure Retoriche

Lo schema metrico del sonetto è ABBA-ABBA (rima incrociata) CDC-DCD (rima incatenata). Passando alle figure di suono, troviamo un’allitterazione della o al v. 1, e soprattutto, nella seconda parte del sonetto dal v. 7 in poi, in particolare nei versi 7, 10, 12, 14. Invece nella prima parte del componimento si individua un’allitterazione della i, in particolare nei versi 4, 5, 6. Questi suoni danno una musicalità al sonetto, che lo rende anche più scorrevole alla lettura. Troviamo inoltre un’anastrofe al v. 7 tra “Amore cogliea” e “l’or”; tra i versi 9 e 10, la cui inversione è evidente, così come al v. 11 “il mio core” e “agitato” al v. 12. Enjambement si trovano tra i versi 3-4, 5-6, 9-10. Grazie alle simmetrie e all’accorta ripetizione dei suoni, il componimento risulta musicale e gradevole alla lettura. Inoltre l’utilizzo di metafore rende l’immagine della donna eterea e suscita nel lettore una meraviglia capace di farlo immergere in questa dimensione lucente e pura.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il tema principale del sonetto "Donna che si pettina"?
  2. Il tema principale del sonetto è l'azione di una donna che si pettina, descritta in modo sublime attraverso l'uso di metafore legate al mare, rendendo un gesto quotidiano straordinario.

  3. Come viene utilizzata la metafora nel sonetto?
  4. La metafora è utilizzata per descrivere i capelli della donna come "onde dorate" e il pettine come una "navicella d’avorio", creando un'immagine eterea e luminosa.

  5. Quali figure retoriche sono presenti nel sonetto?
  6. Il sonetto presenta figure retoriche come allitterazioni, anastrofi, enjambement e metafore, che contribuiscono alla musicalità e alla bellezza del testo.

  7. Qual è l'effetto delle azioni della donna sul poeta?
  8. Le azioni della donna provocano nel poeta un senso di agitazione e meraviglia, paragonando il movimento dei capelli a una tempesta che lo porta a naufragare simbolicamente.

  9. Qual è lo schema metrico del sonetto?
  10. Lo schema metrico del sonetto è ABBA-ABBA (rima incrociata) CDC-DCD (rima incatenata), che contribuisce alla struttura armoniosa del componimento.

Domande e risposte

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