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Concetti Chiave

  • Galileo Galilei, nato a Pisa nel 1564, abbandona gli studi di medicina per matematica e fisica, ottenendo successivamente una cattedra di matematica a Pisa e poi a Padova.
  • Nel 1610, pubblica il "Sidereus Nuncius", trattato che descrive la scoperta dei satelliti di Giove, segnando una svolta nella comunicazione delle sue scoperte scientifiche.
  • Galileo sostiene l'indipendenza della scienza dalle sacre scritture, nonostante la sua fede in Dio, e critica il principio di autorità, basando la conoscenza su osservazione e dimostrazione.
  • Nel "Dialogo sopra i due massimi sistemi", pubblicato nel 1632, Galileo utilizza un dialogo tra tre personaggi per esporre le sue idee copernicane, aggirando la censura religiosa.
  • Galileo elabora un metodo scientifico che include l'osservazione, la formulazione di ipotesi, e la verifica sperimentale, ponendo le basi per la scienza moderna.

Indice

  1. Le origini e gli studi di Galileo
  2. Insegnamento e innovazioni a Padova
  3. Scoperte astronomiche e il Sidereus Nuncius
  4. Conflitti con la Chiesa e le lettere copernicane
  5. Il Dialogo sopra i due massimi sistemi
  6. Il pensiero di Galileo su scienza e fede
  7. Critica al principio di autorità e metodo scientifico
  8. Il Dialogo e la teoria copernicana
  9. Confutazione delle teorie aristoteliche

Le origini e gli studi di Galileo

Galileo Galilei, nato a Pisa nel 1564 da una nobile famiglia fiorentina ma con difficoltà economiche, negli studi verrà sempre indirizzato dal padre su studi e professioni che potessero portare un buon remunero, come ad esempio la professione di medico; con un solida conoscenza dei classici (filosofia/letteratura greca e latina) si iscrive alla facoltà di medicina, noterà poi che di suoi interessi sono rivolti alla matematica e alla fisica, infatti dopo solo un anno abbandona medicina per iscriversi a matematica.

Insegnamento e innovazioni a Padova

Dopo i suoi studi gli viene offerta un cattedra di matematica all’università di Pisa, dove rimarrà per circa 3 anni.

Galileo trova il pensiero di Pisa troppo provinciale, gli viene data così l’opportunità di insegnare a Padova, accetta con piacere, poichè secondo lui è mentalmente più aperta di Pisa.

La repubblica di Venezia sperava però che Galileo potesse utilizzare le sue conoscenze per costruire macchine che la mettessero in vantaggio rispetto ad altri stati, perciò brevetta e crea molte macchine, studia il principio di inerzia e la caduta dei gravi.

Scoperte astronomiche e il Sidereus Nuncius

A Padova riesce ad avere uno scambio culturale potendo accogliere in università studenti da tutta Europa, così nel 1609, grazie proprio a questi scambi culturali ha modo di vedere coi suoi occhi il prototipo del cannocchiale, perfezionandolo, e inizia ad osservare il moto degli astri.

Nel 1610, pubblica un breve trattato, il Sidereus Nuncius (annuncio delle stelle), che parla della scoperta dei satelliti di Giove, dedicandola ai de Medici (satelliti medicei), scritto in latino per comunicare la scoperta agli studiosi europei nel più breve tempo possibile.

Galileo vorrebbe continuare i suoi studi scientifici, ma la sua permanenza a Padova lo costringe a spartire il suo tempo anche nella costruzione di macchinari e nell’insegnamento in università.

Viene così chiamato a Firenze, per un incarico la quale unica richiesta era proprio quella di studiare.

Successivamente, proprio grazie ai suoi studi, viene chiamato a Roma, dove viene accolto nell’accademia dei Lincei, ovvero la massima istituzione scientifica, dove inizia ad esporre il suo sostegno riguardo la teoria Coperincana, qui fece amicizia con Federico Cesi (fondatore dell’accademia, proprio lui riuscirà a mediare col tribunale dell’ inquisizione, quando Galileo esporrà la teoria eliocentrica).

Conflitti con la Chiesa e le lettere copernicane

Nel 1613/1615, pubblica le lettere copernicane (fino al 1616, la teoria copernicana non veniva ancora considerata eretica).

Sono 4 lettere; con la prima sostiene l’indipendenza della scienza dalle sacre scritture, l’inquisizione inizia ad allarmarsi, con le altre ritrerò sostanzialmente cerca di riprendersi per evitare ulteriori sospetti.

Nel 1616 viene ufficialmente considerata eretica la teoria eliocentrica dalla chiesa, la posizione di Galileo viene messa in pericolo, ma fortunatamente, Cesi riesce ad evitargli un processo col tribunale dell’ inquisizione.

Il Dialogo sopra i due massimi sistemi

Successivamente, nel 1632, pubblica la sua opera di maggiore importanza ovvero il “dialogo sopra i due massimi sistemi”, la sua opera verrà messa nell’indice dei libri proibiti e lo porterà nel 1633 a processo, condannandolo alla pubblica abiura.

Morirà poi nel 1642, dopo aver dedicato gli ultimi anni della sua vita allo studio.

Il pensiero di Galileo su scienza e fede

Il pensiero di Galileo si concentra sul rapporto tra natura e Dio.

Focalizza la sua attenzione sulla relazione scienza e sacre scritture; secondo lui infatti non ci deve essere una interpretazione letterale della Bibbia, poichè utilizza un linguaggio figurato e metaforico, per far capire i concetti dei fenomeni naturali anche alle persone incolte.

Nonostante ciò, Galileo è credente, e ammette l’esistenza di Dio, perché è colui che ha creato la natura e le sacre scritture.

La natura è esecutrice degli ordini di Dio; quindi, è dalla natura che dobbiamo cercare, e possiamo trovare la verità.

Attraverso due principali punti, ovvero le sensate esperienze e le necessarie dimostrazioni, quindi osservare e applicare ragionamenti scientifici, e questi due punti NON possono essere messi in discussione dalle sacre scritture.

Questo ragionamento è stato espresso chiaramente ad una lettera a Benedetto Castelli, un monaco discepolo di Galileo.

Della separazione fede-scienza, ne parla nella lettera alla figlia del Granduca di Toscana, Cristina di Lorena “lo spirito santo ci deve insegnare come si vadia al cielo, non come vadia il cielo”

Galileo ha inoltre una profonda fiducia nell’intelletto umano; chiunque guardi la natura con l’occhio dell’intelletto umano (matematica) può arrivare ad un livello di conoscenza pari quasi a quello di Dio, l’unica differenza è che Dio sa tutto e l’uomo sa poco.

Critica al principio di autorità e metodo scientifico

Galileo fa inoltre una critica all’IPSE DIXIT (“lo disse proprio lui”) ovvero il principio di autorità, quindi basare la propria argomentazione sul fatto che persone autorevoli lo avessero messo in chiaro e già detto, stando quindi a significare che non si può mettere in discussione.

- Individuare il fenomeno da spiegare.

- Applicare le “sensate esperienze”, quindi osservare attraverso i sensi.

- Applicare le “necessarie dimostrazioni”, quindi formulare ipotesi.

- Verifica sperimentale dell’ipotesi.

- Da qui, se l’ipotesi risulta corretta, posso formare una legge universale, se l’ipotesi non risulta corretta, torno alle -necessarie dimostrazioni.

Il Dialogo e la teoria copernicana

Nel 1632, Galileo ha già 60 anni, e si rende conto che si sta avviando alla vecchiaia, ci tiene perciò al fatto che nel dialogo ci sia un po’ della sua sapienza

Lo scrive sotto forma di dialogo per aggirare l’inquisizione aggirando la censura e riuscendoci, grazie al Granduca di Toscana e all’accademia dei Lincei.

Ottiene così la bolla Imprimatur, bolla che ricevono tutti i libri che hanno superato l’approvazione e quindi l’ispezione dei contenuti per controllarne l’idoneità, del tribunale dell’ inquisizione, dichiarando che sta lavorando per ipotesi, per “puro piacere intellettuale”, comunicato all’inizio del dialogo.

Troviamo tre personaggi, Simplicio, che parla da un punto di vista conservatore/aristotelico, Salviati, che sostiene la teoria copernicana, e infine Sagredo, che rappresenta il pubblico che Galileo vorrebbe avere o perlomeno raggiungere; Sagredo rappresenta un agiato veneziano, colto ma non specializzato, aperto a teorie diverse.

Confutazione delle teorie aristoteliche

Il dialogo è diviso in 4 giornate: nel primo giorno smonta i principi aristotelici, nel secondo confuta la teoria geocentrica, parla di anatomia e sull’ipse dixit, nel terzo spiega il moto di rotazione della terra intorno al sole, nel quarto, spiega il moto delle maree (che si rivelerà poi non corretta).

Dal dialogo si evince il suo sbilanciamento a favore di Copernico, è proprio ciò che gli costerà la messa all’indice e perciò la condanna.

Nella seconda giornata, viene esposto anche il principio di relatività galileiano, portato ovviamente da Salviati.

La prima prova che adducono gli aristotelici è che se la terra si movesse, gli uccelli non riuscirebbero a star dietro al moto della terra, facendo fatica a volare.

- La seconda è che se la terra girasse, la gravità sarebbe “distorta”.

- La terza è che se la terra davvero si muovesse, saremmo travolti da un grandissimo vento.

- La quarta è che se la terra si muovesse, tutti gli oggetti subirebbero la forza centrifuga.

Salviati cerca di confutare queste opinioni, fa quindi l’esempio del Gran Naviglio,ovvero:

Se mettessimo all’interno della stiva di una nave delle farfalle, mosche, uccelli, e lanciassi un oggetto ad un mio compagno, sempre nella stiva della nave, ferma, non succederebbe nulla.

Se iniziassi a far muovere la nave con velocità costante, solo quando il moto è uniforme, possiamo notare che gli animali si muovono senza sforzo, si crea quindi un sistema inerziale di forze.

Domande da interrogazione

  1. Quali furono le origini e gli studi iniziali di Galileo Galilei?
  2. Galileo Galilei nacque a Pisa nel 1564 in una famiglia nobile ma con difficoltà economiche. Inizialmente si iscrisse alla facoltà di medicina, ma presto si rese conto che i suoi interessi erano rivolti alla matematica e alla fisica, e quindi cambiò corso di studi.

  3. Quali furono le principali scoperte astronomiche di Galileo e come le comunicò?
  4. Nel 1610, Galileo pubblicò il "Sidereus Nuncius", un trattato che descriveva la scoperta dei satelliti di Giove, dedicandolo ai de Medici. Utilizzò il latino per comunicare rapidamente la scoperta agli studiosi europei.

  5. Come si sviluppò il conflitto tra Galileo e la Chiesa?
  6. Tra il 1613 e il 1615, Galileo pubblicò le lettere copernicane, sostenendo l'indipendenza della scienza dalle sacre scritture. Nel 1616, la teoria eliocentrica fu dichiarata eretica dalla Chiesa, mettendo in pericolo la posizione di Galileo.

  7. Qual è il pensiero di Galileo riguardo al rapporto tra scienza e fede?
  8. Galileo credeva che la Bibbia non dovesse essere interpretata letteralmente, poiché utilizza un linguaggio figurato. Sosteneva che la natura, creata da Dio, è la fonte della verità e che la scienza e le sacre scritture non dovrebbero essere in conflitto.

  9. In che modo Galileo criticò il principio di autorità e quale metodo scientifico propose?
  10. Galileo criticò il principio di autorità, noto come "IPSE DIXIT", e propose un metodo scientifico basato sull'osservazione sensoriale e sulle dimostrazioni necessarie, che includeva l'individuazione del fenomeno, l'osservazione, la formulazione di ipotesi e la verifica sperimentale.

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