Concetti Chiave
- Il paradosso di Socrate: considerato il più sapiente tra gli uomini, riconosce che la sua conoscenza è nulla rispetto all'infinito.
- L'uomo può conoscere come Dio solo in modo intensivo attraverso la matematica e la geometria, ma non in modo estensivo.
- La conoscenza umana è limitata e richiede un percorso, mentre la conoscenza divina è immediata e intuitiva.
- Galileo considera l'uomo nobile perché, seppur parzialmente, ha capacità di conoscenza simili a quelle divine.
- L'alfabeto è visto come l'invenzione più straordinaria dell'uomo, capace di superare distanze di tempo e spazio con semplicità.
Il Paradosso di Socrate
Sagredo e Salviati risolvono quello che a Simplicio sembra un paradosso indissolubile: Socrate sostiene di non sapere nulla, mentre l'oracolo di Delfi lo proclama il più sapiente di tutti gli uomini. Il più sapiente degli uomini sta ad indicare una sapienza relativa, degli uomini limita infatti il campo di azione: Socrate è il più sapiente fra gli uomini, che possiedono una conoscenza limitata e perchè l'uomo che possiede più conoscenze. Non sapere nulla sta ad indicare che non sa nulla rispetto alla conoscenza assoluto, rispetto all'infinitezza dello scibile, da qui arriva l'irrequietezza dell'uomo perchè più conosco e più realizzo di non conoscere molte altre cose: l'infinito atterrisce, spaventa. In altri termini Socrate ha compreso che la sua conoscenza è nulla rispetto all'infinito perchè nell'infinito non c'è gradazione: se io conosco una cosa o ne conosco mille, non fa differenza rispetto all'infinito perchè vi saranno infinite altre cose che non conosco.
Conoscenza Umana e Divina
Si analizzino ora i due seguenti periodi:
L'uomo può conoscere come Dio-L'uomo non può conoscere come Dio
Nel primo caso ci si pone sull'essenza, sulla capacità di conoscere; nel secondo da un punto di vista quantitativo è però bene ricordare che Dio conosce e non può conoscere perchè affermare che possa conoscere significa che ha ancora possibilità di conoscere e che quindi non possiede una conoscenza assoluta. L'uomo può conoscere ciò che è quantificabile, ciò che è necessario, inteso come stringente infatti necessarie dimostrazioni ha questi due significati appena esposti; l'uomo quindi conosce intensive, ovvero conosce allo stesso modo di Dio solamente laddove si rapporta a questioni oggettive vale a dire quando si rapporta alle conoscenze geometriche e matematiche che permettono all'uomo di avvicinarsi a Dio, ma l'uomo non conosce extensive perchè rimangono infinite cose che non sa, in altri termini la conoscenza umana non ha la stessa estensione della conoscenza divina: dove non c'è oggettività non può conoscere. Inoltre Dio per conoscere non segue un percorso, ma conosce intuitivamente, immediatamente nel vero senso della parola: senza mezzi. L'uomo al contrario necessita di passaggi, quindi ciò che per dio è intuitivo per l'uomo è frutto di un percorso. Galilei ritiene quindi l'uomo un essere estremamente nobile, perchè in piccola parte, per quanto riguarda la geometria e l'aritmetica, l'uomo conosce allo stesso modo di Dio, sebbene quest'ultimo conosca molte più nozioni.
L'Invenzione dell'Alfabeto
Sagredo afferma che fra le invenzioni dell'uomo la più straordinaria è l'alfabeto, che consentito agli uomini di comunicare fra di loro vincendo le distanze nello spazio e nel tempo: l'alfabeto permette anche di lasciare traccia di noi, di parlare con coloro che vivranno fra migliaia di anni pur non sapendo chi essi siano. La straordinarietà di questa invenzione è che è un qualcosa di semplicissimo: sono 21 caratteri che permettono di comunicare con chiunque nel tempo e nello spazio. L'alfabeto deve essere l'archetipo di tutte le mirabili cose che l'uomo può creare.
Domande da interrogazione
- Qual è il paradosso di Socrate discusso nel testo?
- Come si differenzia la conoscenza umana da quella divina secondo il testo?
- Perché l'alfabeto è considerato un'invenzione straordinaria?
- In che modo l'uomo si avvicina alla conoscenza divina secondo Galilei?
Il paradosso di Socrate è che egli sostiene di non sapere nulla, mentre l'oracolo di Delfi lo proclama il più sapiente di tutti gli uomini. Questo paradosso si risolve comprendendo che Socrate è il più sapiente tra gli uomini con conoscenza limitata, ma la sua conoscenza è nulla rispetto all'infinito.
La conoscenza umana è limitata e quantitativa, mentre quella divina è assoluta e intuitiva. L'uomo può conoscere in modo simile a Dio solo in ambiti oggettivi come la geometria e l'aritmetica, ma non ha la stessa estensione della conoscenza divina.
L'alfabeto è considerato straordinario perché permette la comunicazione attraverso lo spazio e il tempo, consentendo di lasciare traccia di sé e di comunicare con persone di epoche future. È una creazione semplice ma potente, composta da soli 21 caratteri.
Secondo Galilei, l'uomo si avvicina alla conoscenza divina attraverso la geometria e l'aritmetica, poiché in questi ambiti l'uomo conosce in modo simile a Dio, anche se Dio possiede una conoscenza molto più vasta e intuitiva.