Concetti Chiave
- Il termine "Humanista" ha origine nel Rinascimento per definire i cultori degli "studia humanitatis", distinguendosi da humanitas e divinitas inizialmente sviluppate da Petrarca.
- La distinzione tra humanitas e divinitas rifletteva la nuova coscienza storica e politica del XIV secolo, con l'emergere dell'autonomia dello stato e dell'individuo.
- L'evoluzione socio-economica e politica del periodo rinascimentale è influenzata dalla crescita dell'economia borghese e urbana, e dalla crisi delle istituzioni centrali della chiesa.
- La filologia e la critica storica rinascimentale, grazie a figure come Bracciolini e Valla, integrano discipline diverse, anticipando nuove scoperte storiche e letterarie.
- Gli umanisti del Quattrocento sono caratterizzati da un amore per il mondo antico, cercando nei classici modelli di civiltà e vita, pur mantenendo una relazione con i valori religiosi tradizionali.
Indice
Origine e significato del termine Humanista
Il termine Humanista, omologato su artista, canonista, entra in uso in epoca avanzata del Rinascimento, dopo la prima metà del XV secolo, per indicare il cultore degli studia humanitatis. All'origine Umanesimo raccoglieva la distinzione classica tra humanitas e divinitas maturata a partire da Petrarca.
Distinzione tra humanitas e divinitas
Humanitas indicava la restaurazione dell'homo naturale, come agisce nella storia; divinitas definiva l'esperienza dell'uomo-creatura, rigenerato nel battesimo cristiano. Gli studia divinitatis, nel Medioevo, ambivano all'unità spirituale della cultura a 360 gradi; con il XIV secolo emerge una coscienza nuova storica e politica che rivendica l'autonomia dello stato, nel quale l'individuo riconosce la proiezione di sé stesso.
Evoluzione socio-economica e politica
La distinzione tra humanitas e divinitas rivelava processi di sviluppo socio-economico e politico; la formazione di un'economia borghese e urbana e la crisi delle istituzioni centrali della chiesa contribuiscono a tale rivelazione.
Contributi di Mussato e Marsilio da Padova
Sintomi di questa situazione si colgono nella scuola padovana con Albertino Mussato, che può a buon diritto essere considerato un preumanista.
Più programmaticamente nel 1324 Marsilio da Padova scrive il Defensor pacis,argomentando la superiorità dello stato sulla chiesa e del civis sul fidelis.
Filologia e critica storica nell'Umanesimo
Nella filologia, le generazioni sono segnate dall'esperienza di Bracciolini e l'attività di Valla, che sembra smentire una distinzione dell'umanesimo in due correnti: filologica e storiografica.
La critica del testo diventa critica storica con la pubblicazione dell'opuscolo De falso credita et ementita Costantini donatione e anticipa il capolavoro di Flavio Biondo Historiaruma inclinatione romanorum decades. Nell'opera Biondo, egregiamente, giunge a risultati assolutamente nuovi, come si nota in Italia illustrata e Roma trimphans. in questa fase la filologia fa da calamita alle altre discipline e le ingloba in sé.
Accademie e trasformazione dell'umanista
Istituzionalmente la trasformazione da umanista cittadino a umanista cortigiano investe tutta la storia della cultura rinascimentale: il cenacolo di Antonio Beccadelli detto il Panormita a Napoli diventerà Accademia Pontiana; a Roma Pomponio Leto aprirà l' Accademia Romana, sciolta otto anni dopo da Papa Paolo II. A Firenze l'Accademia Platonica di Marsilio Ficino sembra interpretare al meglio la pax medicea e gli orientamenti della illustre casata.
Caratteristiche e valori dell'Umanesimo
L'umanesino prende il via sul finire del Trecento e prosegue per tutto il Quattrocento; si caratterizza per un intenso amore per il mondo antico, soprattutto latino. Il termine deriva da humanae litterae, cioè dal complesso di studi letterari che, per gli antichi, fornivano una formazione eccelsa all'uomo.
Gli umanisti individuano nei classici un modello di civiltà e di vita; l'uomo è posto al centro dell'universo, padrone del proprio destino. I valori religiosi tradizionali non sono rinnegati ma si è spinti a non considerare la vita ultraterrena dell'anima post mortem.
Gli intellettuali ricercano i testi perduti dei maestri antichi, modelli di vita morale e spirituale, e si impegnano nell'emendatio.
Lo studio di tali opere, ritornate alla luce, crea un fecondo dialogo tra passato e presente.
Domande da interrogazione
- Qual è l'origine e il significato del termine "Humanista"?
- Come si distinguevano humanitas e divinitas nel contesto dell'Umanesimo?
- Quali sono stati i contributi di Mussato e Marsilio da Padova all'Umanesimo?
- Qual è il ruolo della filologia e della critica storica nell'Umanesimo?
- Quali sono le caratteristiche e i valori fondamentali dell'Umanesimo?
Il termine "Humanista" è entrato in uso nel Rinascimento, dopo la metà del XV secolo, per indicare i cultori degli studia humanitatis, distinguendosi dalla divinitas.
Humanitas rappresentava la restaurazione dell'homo naturale nella storia, mentre divinitas definiva l'esperienza dell'uomo-creatura rigenerato nel battesimo cristiano.
Albertino Mussato è considerato un preumanista, mentre Marsilio da Padova, nel 1324, scrisse il "Defensor pacis", sostenendo la superiorità dello stato sulla chiesa.
La filologia, con figure come Bracciolini e Valla, ha trasformato la critica del testo in critica storica, anticipando opere come quelle di Flavio Biondo.
L'Umanesimo si caratterizza per l'amore per il mondo antico, ponendo l'uomo al centro dell'universo e promuovendo un dialogo tra passato e presente attraverso lo studio dei classici.