Concetti Chiave
- Le Accademie emergono come centri di cultura e dialogo, sviluppando un approccio attivo e partecipativo all'apprendimento, contrariamente ai rigidi schemi medievali.
- L'invenzione della stampa da parte di Johan Gutenberg rivoluziona il mercato librario, trasformando le biblioteche da private a pubbliche e stimolando la ricerca di manoscritti antichi.
- La stampa porta a una nuova interpretazione dei testi antichi, privilegiando una lettura umanistica e metaforica, lontana dall'autorità assoluta del Medioevo.
- Un cambiamento nella concezione economica e fisica dell'uomo si afferma nel Rinascimento, con una rivalutazione del corpo e delle attività economiche come frutto del lavoro e approvazione divina.
- La perdita della libertà fiorentina e l'avvento della signoria di Cosimo de’ Medici trasformano l'umanista in un intellettuale cortigiano, dipendente dal potere signorile.
Indice
L'Accademia e la formazione umanistica
Similmente all'ambiente delle corti, si sviluppa una nuova istituzione: l'Accademia. Essa non è solo centro di cultura e conoscenza ma anche dialogo, confronto, scambio di idee e opinioni, con il risultato di un'attività formativa.
Essa non è più l'antico centro di cultura medioevale volto a insegnare e indottrinare, imponendo rigidi schemi e una passività operativa, priva di discernimento. Nata dall'Accademia di Platone (Quarto secolo D.C), il cui fulcro era proprio il dialogo, essa si presenta invece come un'idea di formazione armonica dell'uomo, il quale si presenta non come "contenitore" ma come partecipante attivo della sua formazione. Ciò è reso possibile soprattutto dallo studio di discipline umanistiche come la pedagogia, che permettono di coinvolgere l'uomo nel processo di apprendimento mediante l'interazione, sviluppando così facoltà emotive, morali, fisiche, oltre che intellettuali, in cui il "gioco" gioca un importante ruolo. Un esempio da citare è Vittorino da Feltre, celebre educatore che fondò una scuola a Mantova.L'invenzione della stampa e la rivoluzione libraria
Il mercato librario acquisisce notevole rilievo con l'invenzione di uno strumento fuori dal comune: la stampa. Essa viene costruita dall'orefice tedesco Johan Gutenberg, che introduce una nuova tecnica di stampa basata sull'utilizzo di tre costituenti importanti, chiamati "caratteri mobili":
-la xilografia, cioè la stampa attraverso l'uso di inchiostro su tavolette di legno incise;
- il torchio, per esercitare la pressione tramite avvitamento;
- il punzone, un arnese che recava su una delle estremità lettere dell'alfabeto.
Il primo testo a essere perciò stampato fu la Bibbia.
Riscoperta dei testi antichi e cambiamenti culturali
Grazie a tale invenzione, si risconta un notevole cambiamento nel settore delle biblioteche, che da private divengono pubbliche, come la Biblioteca Vaticana a Roma, aperta nel 1484. Proprio grazie a tale fatto, incomincia un’incessabile ricerca dei manoscritti antichi, che avevano già ispirato figure come Petrarca e Boccaccio in un periodo in cui la filologia (amore per lo studio, per il discorso) ancora non si era codificata, bensì si prestava come termine ante-litteram. Si scoprono innanzitutto testi ignorati nell’epoca medioevale dalla Chiesa o da errate interpretazioni e manipolazioni dei filologi alessandrini che operavano nei monasteri. Viene portato alla luce, ad esempio, il famoso “De Rerum Natura” di Epicuro, nascosto dalla Chiesa per evidenti teorie materialistiche. Ma, se per l’uomo medioevale i testi antichi costituivano un’autorità che affermava una verità assoluta e da esplicare e cui obbedire, senza mettere in discussione la sua veridicità, l’uomo del Quattrocento stabilisce un distacco con il passato, ossia è consapevole che tali opere non potranno rivivere una seconda volta uguale alla prima e che non possono assimilare la mentalità del periodo in questione, perché sarebbe anacronistico e inutile. Invece si preferisce dare una lettura più metaforica, umanistica, soffermandosi sulle esperienze di quegli eroi che riecheggiano nella coscienza umana. Tali rivoluzioni portano a radicali cambiamenti anche nella concezione fisica, somatica dell’uomo. Negando quei princìpi ascetici che condannavano il corpo come materia che ingabbia l’anima e lo limita dal raggiungere Dio. Questa rivalutazione si riscontra nelle arti figurative, che mediante la scultura di nudi, che esaltano la perfetta armonia umana, si rispecchia il valore antico della “kalokagathia”.
Rinascimento economico e Umanesimo Civile
Anche sul piano economico si ha una svolta: se nell’uomo medioevale il guadagno e ogni fonte di ricchezza era condannato e demonizzato, in quanto ritenuto una trappola del Diavolo ( basti pensare alla lupa nell’Inferno dantesco, allegoria della cupidigia, cui Dante attribuisce la colpa di aver originato tutti i mali dell’umanità), nell’uomo rinascimentale ogni tipo di attività economica che conferisce denaro è normale e completamente umana, anzi, è il frutto del proprio lavoro e della riconoscenza e approvazione di Dio verso di lui.
Questo periodo di rinascita e rinnovazione è noto come “Umanesimo Civile” e si sviluppa nel contesto della prima metà del Quattrocento, a Firenze.
La trasformazione dell'umanista nel Quattrocento
La seconda metà del Quattrocento, sebbene avente caratteristiche molto comuni con la prima, nasce in un ambiente molto diverso dal precedente. Infatti Firenze in questo periodo perde la sua “libertas”, la “florentina libertas” che gli umanisti vantavano così tanto, e il sistema repubblicano cede il posto al potere della signoria di Cosimo de’ Medici (1435). In tal modo il ruolo dell’umanista cambia, diventando da cittadino, libero di partecipare alla vita pubblica, un intellettuale isolato, al servizio del signore. Egli è un intellettuale cortigiano, non più comunale, che trae il suo sostentamento dal lavoro letterario, non più libero, ma adattato alla volontà del signore, da cui dipende il suo successo, divenendo così un vero e proprio specialista che fa delle sue passioni delle attività retribuite. Per sottrarsi a questo inesorabile destino molti scelgono la condizione clericale, abbandonando però la vecchia concezione ascetica. Possono prendere gli ordini minori e quindi sposarsi, avere figli e una serie di rendite economiche e diritti.
L’uomo inoltre elabora una nuova concezione di metafisica, (ispirato dagli insegnamenti platonici) cioè non avverte più il bisogno di ricondurre la realtà a una figura superiore che plasma il destino di ognuno, ma ritiene che l’uomo partecipi a ciò e possa svettarsi quanto gli angeli (visione antropocentrica). L’intellettuale dunque evade dalla realtà, rifugiandosi in un mondo fatto di bellezza e ideali di armonia e serenità eterei e del tutto teorici, in una visione contemplativa della vita che caratterizzerà i secoli successivi e persino il Romanticismo.
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo dell'Accademia nella formazione umanistica del Quattrocento?
- Qual è stata l'importanza dell'invenzione della stampa nel Quattrocento?
- Come ha influenzato la riscoperta dei testi antichi la cultura del Quattrocento?
- In che modo il Rinascimento economico ha cambiato la percezione della ricchezza?
- Come si è trasformato il ruolo dell'umanista nella seconda metà del Quattrocento?
L'Accademia nel Quattrocento si sviluppa come un centro di dialogo e scambio di idee, promuovendo una formazione armonica dell'uomo attraverso lo studio delle discipline umanistiche, coinvolgendo attivamente l'individuo nel processo di apprendimento.
L'invenzione della stampa da parte di Johan Gutenberg ha rivoluzionato il mercato librario, permettendo la diffusione di testi come la Bibbia e facilitando l'accesso ai manoscritti antichi, contribuendo a cambiamenti culturali significativi.
La riscoperta dei testi antichi ha portato a un distacco critico dal passato, favorendo una lettura umanistica e metaforica delle opere, e ha influenzato la concezione fisica e somatica dell'uomo, rivalutando il corpo e l'armonia umana.
Durante il Rinascimento, la ricchezza e il guadagno sono stati rivalutati come frutti del lavoro umano e segni di approvazione divina, in contrasto con la visione medievale che li considerava trappole del Diavolo.
Nella seconda metà del Quattrocento, l'umanista diventa un intellettuale cortigiano al servizio del signore, perdendo la libertà di partecipare alla vita pubblica e adattando il suo lavoro letterario alle esigenze del potere, con alcuni che scelgono la condizione clericale per sfuggire a questo destino.