Concetti Chiave
- Nella prima metà del Quattrocento, l'imitazione petrarchesca emerge nella poesia volgare, guidata dai poeti cortigiani, e domina nel Cinquecento.
- Matteo Maria Boiardo, nato nel 1441, fu un nobile umanista che governò Reggio Emilia e scrisse l'Orlando innamorato mentre era al servizio del duca Ercole a Ferrara.
- Il Canzoniere di Boiardo, "Gli amori", è composto da 180 testi che esplorano le gioie, le sofferenze e il pentimento amoroso, rinnovando la tradizione con una carica poetica vivace e sensuale.
- Lorenzo de’ Medici, noto come il Magnifico, fu un influente statista e poeta fiorentino, le cui opere spaziano dall'amore spirituale alla celebrazione dei piaceri giovanili nei Canti carnascialeschi.
- Il "Trionfo di Bacco e Arianna" di Lorenzo è un inno alla vita, che invita a godere del presente, combinando allegria ed edonismo con una riflessione sulla fugacità del tempo e la precarietà dei beni terreni.
Indice
L'imitazione petrarchesca nel Quattrocento
Nella prima metà del Quattrocento comincia a delinearsi, nell’ambito della poesia volgare, il fenomeno dell’imitazione petrarchesca, che si sviluppa in modo significativo, grazie a una serie di poeti cortigiani, nella seconda parte del e dominerà nel secolo Cinquecento.
La vita e le opere di Boiardo
Il conte Matteo Maria Boiardo nacque nel 1441 da una famiglia dell’antica nobiltà feudale. Appena ventenne si trovò a reggere il feudo di famiglia in Reggio Emilia. Qui trascorse parecchi anni impiegando il tempo negli studi umanistici. Si trasferì a Ferrara (dove scrisse la sua opera maggiore, l’Orlando innamorato), al servizio del duca Ercole. Negli anni successivi ebbe l’incarico di governatore prima a Modena, poi a Reggio, dove morì nel 1494.
Il Canzoniere di Boiardo
Spicca per originalità il Canzoniere di Matteo Maria Boiardo, Gli amori (Amorum libri). Raccoglie le sue liriche in volgare ispirate per la dama Antonia Caprara. L’opera è composta di 180 testi e segue una precisa struttura: il primo libro tratta delle gioie dell’amore felice e corrisposto, il secondo le sofferenze per il tradimento, il terzo il pentimento e la preghiera.
Gli schemi della tradizione sono rinnovati da una carica poetica esuberante e fresca: si manifesta un’intensa sensualità, vitale ottimismo e un linguaggio spontaneo e colorito.
Lorenzo il Magnifico e la poesia
Figura chiave nel Quattrocento italiano, Lorenzo, detto il Magnifico, fu signore di Firenze. Superata la crisi dopo la congiura dei Pazzi, svolse un ruolo fondamentale nel conservare l’equilibrio fra gli Stati italiani.
La sua produzione poetica comprende una sorprendente varietà di temi e toni, includendo liriche amorose, componimenti realistici e opere di argomento religioso.
Nell’opera eterogenea di Lorenzo de’ Medici si presenta una serie di Rime, ricche di richiami petrarcheschi, ma anche dalla Vita nuova di Dante, che esaltano l’amore come elevazione spirituale. Però nel Magnifico vi è l’interesse per la poesia popolare, a cui appartengono i Canti carnascialeschi, destinati alle feste di carnevale. Qui sono presenti elementi di edonismo, cioè inviti a godere della giovinezza e dei piaceri.
I Canti carnascialeschi di Lorenzo
Toni allegri e gioiosi, improntati a un edonismo paganeggiante, emergono soprattutto nelle Canzoni a ballo e nei Canti carnascialeschi, tra cui famosissimo è il Trionfo di Bacco e Arianna, un inno a godere della vita finché è possibile.
Il Trionfo di Bacco e Arianna
La canzone accompagnava uno dei “trionfi”, carri mascherati che sfilavano per Firenze durante il carnevale, con accompagnamento di musiche e canti.
Il motivo della ballata è l’invito a godere delle gioie del presente poiché il futuro è ignoto.
Il canto è dedicato a Bacco, la divinità del vino, della gioia e del piacere. La ripresa di della concezione “carnevalesca” della letteratura medievale appare più elaborata e distaccata. Del canto bacchico resta l’andamento agile e incalzante, data la situazione raffigurata.
Ma il carattere edonistico della rappresentazione nasce da una concezione di fondo pessimistica e malinconica: quella che si basa sul trascorrere del tempo e sulla precarietà dei beni terreni.
Il ritornello (Chi vuol esser lieto, sia/di doman non c’è certezza) allude alla bellezza e alla gioia da un lato, al fuggire della giovinezza e alla precarietà del futuro dall’altro.
Domande da interrogazione
- Qual è il fenomeno poetico che si sviluppa nel Quattrocento e domina nel Cinquecento?
- Chi era Matteo Maria Boiardo e quali sono le sue opere principali?
- Quali sono le caratteristiche principali del Canzoniere di Boiardo?
- Qual è il ruolo di Lorenzo il Magnifico nella poesia del Quattrocento?
- Qual è il tema centrale del "Trionfo di Bacco e Arianna" di Lorenzo il Magnifico?
Nel Quattrocento si sviluppa il fenomeno dell'imitazione petrarchesca, che diventa dominante nel Cinquecento grazie ai poeti cortigiani.
Matteo Maria Boiardo era un conte nato nel 1441, noto per la sua opera "Orlando innamorato" e il "Canzoniere" intitolato "Gli amori", ispirato alla dama Antonia Caprara.
Il Canzoniere di Boiardo si distingue per la sua originalità, esuberanza poetica, sensualità intensa, ottimismo vitale e un linguaggio spontaneo e colorito.
Lorenzo il Magnifico, signore di Firenze, è una figura chiave che ha contribuito a mantenere l'equilibrio tra gli Stati italiani e ha prodotto una varietà di opere poetiche, tra cui i Canti carnascialeschi.
Il tema centrale del "Trionfo di Bacco e Arianna" è l'invito a godere delle gioie del presente, poiché il futuro è incerto, riflettendo un edonismo con una concezione pessimistica e malinconica del tempo che passa.