Fabrizio Del Dongo
Genius
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Concetti Chiave

  • Il passo delle ottave 53-57 del Morgante descrive la battaglia di Roncisvalle, enfatizzando il contrasto tra la tragicità dell'evento e il tono comico-dissacrante di Pulci.
  • La rappresentazione della battaglia è vivida e surreale, con i saraceni che cadono in massa e Lucifero che li inghiotte, paragonati a fiocchi di neve nera.
  • Il campo di Roncisvalle è descritto come un luogo infernale e caotico, un vero e proprio "spezzatino" di carne e sangue, amplificando l'immagine della devastazione.
  • Nonostante la tragedia, l'ottava 55 si sofferma su una scena di festa con danze e strumenti musicali medievali, creando un contrasto grottesco con il contesto di guerra.
  • Il commento sottolinea l'uso di un linguaggio comico e giochi di parole per sdrammatizzare la battaglia, ridicolizzando la serietà del conflitto e la morte eroica di Orlando.

Indice

  1. La Battaglia di Roncisvalle
  2. L'Inferno di Roncisvalle
  3. Festa Infernale
  4. Il Campo di Battaglia
  5. Sangue e Mar Rosso
  6. Comico e Drammatico

La Battaglia di Roncisvalle

Il passo corrisponde alle ottave 53-57 del II canto del Morgante. Siamo alla conclusione della vicenda. Lo scontro fra saraceni e cristiani è ormai decisivo ed è qui che Orlando, anche secondo la consolidata tradizione, troverà la sua epica morte. Ma anche in questa occasione, di per sé già tragica, il Pulci non abbandona la sua consueta comicità e il tono dissacrante presenti in tutta l’opera.

L'Inferno di Roncisvalle

Credo che in quel giorno sarebbe stato meno spaventoso vedere l’Inferno stesso piuttosto che Roncisvalle; i saraceni cadevano come pere [dagli alberi] e Sguarciaferro [uno dei demoni] li portava [via con s[] in grande quantità; a tal punto che il vento inarrestabile ed impetuoso soffiava ovunque, contro ogni roccia, su ogni cammino, su ogni spalto e su di ogni bolgia e costruzione fortificata, e la città di Dite [= l’Inferno] faceva una grande festa. [Tutti questi elementi del paesaggio infernale sono ripresi dall’ Inferno di Dante)

Quel giorno, Lucifero aveva spalancato tutte le sue bocche [e quindi non solo le tre che gli sono attribuite da Dante][, tanto che sembrava una nidiata di piccoli corvi, pronti a ricevere l’imbeccata dai genitori e tirava giù a gruppi le anime dei saraceni che piovevano giù, tali da sembrare fiocchi di neve marrone scuro come il saio dei monaci [ riferimento al colore scuro della pelle dei Saraceni[ nello stesso modo come fanno le farfalle [=la manna] usate dai pescatori per attirare i pesci alla superfice dell’acqua: non chiedere se mangiasse fiocchi di neve, dal momento che li trangugiò con la stessa voracità con cui le anatre ingoiano il cibo.

Festa Infernale

E facevano in cerchio tanti balli popolari che ciò che io sto raccontando è un’inezia rispetto a ciò che accadeva davvero e la festa non dura soltanto stamani, ma continua domani, dopodomani, il giorno dopo ancora e poi un altro qualsiasi ancora come succede spesso durante le veste romane della vendemmia [evidentemente le feste romane della vendemmia, a quel tempo erano famose per non finire mai]; e chi suonava il tamburo e chi le nacchere, chi la baldosa [uno strumento a corde], chi la cicutrenna e gli zufoletti [entrambi strumenti a fiato] e i piccoli salti della danza erano tutti agili e veloci, come il movimento di un fuso che gira.

Il Campo di Battaglia

E Roncisvalle sembrava un recipiente ripieno di spezzatino immerso nel sangue, di peducci [parte finale delle zampe degli animali] e di altri ossi fatti bollire in un apposito liquido, a tal punto che sembrava il lago ribollente dell’Inferno, senza che diminuisse davanti a Nesso [riferimento al fiume infernale Flegetonte, il grande fiume di acque bollente, che diminuiva di profondità di fronte al centauro Nesso finché quest’ultimo non lo potesse guadare; invece nel testo, la profondità sembra aumentare]; e il vento, in aria, creava dei mulinelli con il sangue che spruzzava.

Sangue e Mar Rosso

Il campo di battaglia era tutto ricoperto di sangue, da sembrare il Mar Rosso in tempesta, e chi sembrava ancora in vita vi sguazzava: si poteva gettare lo scandaglio ovunque, da tanto che il sangue era profondo e poi verificare come è solito fare l’ammiraglio della nave ossia il nocchiere che sa usare la sonda [per constatare la profondità dell’acqua] perché il sangue, tracimando, invadeva la valle.

Il giorno dello scontro di Roncisvalle sarebbe stato più bello vedere gli abissi che il luogo della battaglia, tale era la quantità di saraceni che piombò all’inferno. Lucifero se li ingoiava in gran numero, mentre arrivavano dall’alto, come una nevicata nera: sembrava una vera e propria festa, che durò più giorni, tra suoni, canti e balli. Roncisvalle, intanto, pareva un enorme spezzatino di carne in cui ribollivano ossa e membra dei morti, mentre il vento faceva mulinare in aria il sangue. Era come essere nel mar Rosso in tempesta, con una tale quantità di sangue che occorreva servirsi dello scandaglio per trovare il fondo.

Comico e Drammatico

La battaglia di Roncisvalle, nei Pirenei, costituisce l’epilogo glorioso della storia di Orlando per cui l’atmosfera dovrebbe essere drammatica. Invece, il Pulci ricorre ad un linguaggio comico, a giochi di parole e a virtuosismi verbali che prendono in giro lo scenario angoscioso della guerra e della morte. (i saraceni cadono come pere, il diavolo porta morti a balle, le bocche di Lucifero sono spalancare, pronte a divorare le anime, quest’ultime piovono a ciocche e è presente la similitudine dei corvi che imbeccano la nidiata). Se Roncisvalle è una disfatta per i Cristiani, per il diavolo è invece una festa, visto il grand numero di infedeli che finiscono all’Inferno. All’allegria dei diavoli è riservata l’intera ottava 55 in cui sono presenti strumenti e danze tipicamente medievali. Interessante è la fantasia linguistica presente al verso 4 dell’ottava 55 (“poscrai e poscrigno e posquacchera”). Si tratta di un verso assolutamente senza senso e del tutto inutile ai fini della narrazione; tuttavia il valore fonico-espressivo serve per dare l’immagine del gran marasma di immagini e di rumori.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il contesto della Battaglia di Roncisvalle nel "Morgante"?
  2. La Battaglia di Roncisvalle è descritta come un evento epico e decisivo tra saraceni e cristiani, culminando con la morte eroica di Orlando, ma viene narrata con un tono comico e dissacrante tipico del Pulci.

  3. Come viene rappresentato l'Inferno di Roncisvalle?
  4. L'Inferno di Roncisvalle è descritto come un luogo spaventoso, con saraceni che cadono come pere e Lucifero che ingoia le anime con voracità, creando un'immagine di caos e distruzione.

  5. Qual è il significato della "Festa Infernale"?
  6. La "Festa Infernale" rappresenta l'allegria dei diavoli che celebrano la caduta dei saraceni all'Inferno, con danze e suoni che continuano per giorni, paragonate alle interminabili feste romane della vendemmia.

  7. Come viene descritto il campo di battaglia di Roncisvalle?
  8. Il campo di battaglia è paragonato a un recipiente di spezzatino immerso nel sangue, con ossa e membra ribollenti, e il sangue che scorre come il Mar Rosso in tempesta, richiedendo l'uso dello scandaglio per misurarne la profondità.

  9. In che modo il Pulci utilizza il linguaggio comico nella narrazione della battaglia?
  10. Il Pulci utilizza un linguaggio comico e giochi di parole per ridicolizzare lo scenario drammatico della battaglia, con immagini come i saraceni che cadono come pere e le bocche di Lucifero spalancate, creando un contrasto tra il dramma e la comicità.

Domande e risposte

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