Concetti Chiave
- Il sonetto esplora il tema della memoria e della malinconia, evocando un balcone un tempo fiorito e ora desolato per l'assenza della donna amata.
- Il balcone funge da correlativo oggettivo della malinconia del poeta, rappresentando fisicamente l'assenza e la solitudine che egli prova.
- Nelle terzine, il poeta rievoca la bellezza passata del balcone adornato dai fiori e dalla presenza della donna, simbolo di felicità e splendore.
- La struttura metrica simmetrica del componimento alterna immagini di bellezza passata con quelle di desolazione presente, sottolineando il contrasto tra felicità e abbandono.
- Il linguaggio del sonetto utilizza termini appartenenti al campo semantico dell'abbandono e della solitudine, accentuando l'atmosfera malinconica e il vuoto lasciato dalla donna.
Ligiadro veroncello, ove è colei
che de sua luce aluminar te sòle?
ben vedo che il tuo damno a te non dole;
ma quanto meco lamentar ti dei!
Chè, sanza sua vagheza nulla sei;
deserti i fiori e seche le viole:
al veder nostro il giorno non ha sole,
la notte non ha stelle sanza lei.
Pur mi rimembra che te vidi adorno,
tra’ bianchi marmi e il colorito fiore,
de una fiorita e candida persona.
A’ toi balconi allor se stava Amore,
che or te soletto e misero abandona,
Perchè a quella gentil dimora intorno
Il Balcone Abbandonato
O leggiadro e piccolo balcone, dov’è colei
che è solita illuminarti della sua luce?
Mi rendo ben conto che l’assenza della donna a te non nuoce,
ma quanto ti dovresti lamentare con me!
Perché senza la sua bellezza non sei nulla,
le viole e i fiori [con cui lei ti decorava] sono abbandonati e desolati
ai nostri occhi ora il giorno non ha più il sole,
senza di lei la notte non ha più stelle.
Mi ricordo che io ti vedevo adornato,
tra marmi bianchi e di fiori colorati,
da una candida e fiorita persona [la donna].
Allora, Amore si affacciava al tuo parapetto
quell’ Amore che ora di abbandona, lasciandoti solo e misero,
perché egli vive accanto a quella leggiadra dimora
Memoria e Malinconia
Questo sonetto fa parte del terzo libro degli Amorum libri tres, il cui contenuto è concentrato soprattutto sul tema della memoria. Esso trae lo spunto dall’osservazione del balcone ormai sfiorito, dove un tempo la donna era solita affacciarsi, in mezzo ad un trionfo di fiori. Il balconcino ormai abbandonato perché la donna amata non lo cura più, fa cadere il poeta in uno stato di malinconia. Il nesso fra la desolazione del balcone e quella dell’animo del poeta ha anche un valore simbolico; infatti il balconcino ricopre il ruolo di una specie di correlativo oggettivo della malinconia del poeta, non soltanto perché è la causa della malinconia dello scrittore, ma perché è un oggetto che allude a essa. Tuttavia, il balcone non prova dolore per la propria condizione perché non è capace di soffrire, come invece succede al poeta. Se esso fosse dotato della capacità di provare un sentimento, dovrebbe soffrire anch’esso, perché senza la donna, che oltre a curarlo esteticamente con i fiori, trasferiva la propria luce su di esso, ora è nulla.
Nelle terzine, il tema della passata bellezza del balcone viene maggiormente sviluppato. Infatti, il fluire della memoria rievoca un passato felice quando la donna lo adornava con la sua bellezza: la donna, la cui persona è definita “fiorita”, appare come il vero fiore, in grado di renderlo bello.. Il poeta è molto felice nel contemplare la donna affacciata è coinvolto interamente in questa atmosfera di splendore diffuso, irradiata dallo splendore della “madonna”.
Struttura Simmetrica del Sonetto
La struttura metrica è: ABBA, ABBA, CDE, DEC
Il componimento alterna il ricordo della passata bellezza e felicità (dai versi 1-2 e 9-12) alla desolazione del tempo presente (dai versi 3-8 e 13-14) per cui esso presenta una struttura simmetrica:
Ligiadro veroncello, ove è colei/che de sua luce aluminar te sòle? - Pur me rimembra che io te vidi adorno/tra’ bianchi marmi e il colorito fiore, de una fiorita e candida persona./A’ toi balconi alor si stava Amore, [Il poeta ricorda i momenti passati in cui era felice, il balcone era illuminato dal sole e dalla bellezza della donna, adornato dai fiori e dalla presenza della stessa amata dalla carnagione bianca e simile a un fiore. Notare una sorta di identità fra sole, fiori e donna amata]. Queste immagini di leggiadria alternano con raffigurazioni negative del tempo presente: il balcone è ora privo della bellezza femminile, i fiori sono secchi perché non più curati, Il giorno è senza sole e la notte non ha più stelle, il balcone, abbandonato dall’Amore, è rimasto solo. I termini adoperati, in questo caso appartengono al campo semantico dell’ abbandono: senza vaghezza, nulla, deserti, secchi, non ha sole, non ha stelle, soletto, misero
Nella seconda quartina la correlazione esistente fra l’oggetto e il poeta è sottolineata da una struttura che richiama il chiasmo: Ché sanza sua vaghezza nulla sei, ……la notte non ha stella senza lei!. Fra questi due versi che esprimono assenza troviamo diversi aggetti che indicano abbandono e solitudine.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale del sonetto?
- Come viene descritta la condizione attuale del balcone?
- Qual è il ruolo simbolico del balcone nel sonetto?
- Come viene strutturato il sonetto?
- Qual è la metrica utilizzata nel sonetto?
Il tema principale del sonetto è la memoria e la malinconia, incentrato sull'osservazione di un balcone abbandonato che un tempo era adornato dalla bellezza di una donna.
Il balcone è descritto come desolato e privo di bellezza, con fiori secchi e senza la luce della donna che un tempo lo illuminava.
Il balcone funge da correlativo oggettivo della malinconia del poeta, rappresentando la desolazione e l'assenza della donna amata.
Il sonetto ha una struttura simmetrica, alternando il ricordo della passata bellezza e felicità con la desolazione del tempo presente.
La metrica del sonetto è ABBA, ABBA, CDE, DEC, con una struttura che richiama il chiasmo per sottolineare la correlazione tra l'oggetto e il poeta.