Concetti Chiave
- Il poeta invoca i luoghi testimoni della sua felicità con Laura, mettendo in risalto la bellezza e la dolcezza di tali momenti.
- Esprime il desiderio che il suo corpo sia sepolto dove ha amato Laura, immaginando che la morte sarà meno crudele se avrà questa speranza.
- Immagina un futuro in cui Laura ritorna al luogo dove lo vide, e la sua vista gli ispira pietà e misericordia divina.
- Descrive un idilliaco locus amenus, dove fiori cadono dolcemente su Laura, simbolizzando un trionfo d'amore.
- Riflette sull'impressione celestiale di Laura, che lo trasporta in un'altra realtà, trovando pace solo in quei luoghi amati.
ove le belle membra
pose colei che sola a me par donna;
gentil ramo ove piacque
(con sospir' mi rimembra)
a lei di fare al bel fianco colonna;
erba e fior' che la gonna
leggiadra ricoverse
co l'angelico seno;
aere sacro, sereno,
ove Amor co' begli occhi il cor m'aperse:
date udïenza insieme
a le dolenti mie parole estreme.
Indice
Riflessioni sull'amore e la natura
Il poeta chiama testimoni i luoghi in cui è stato felice con Laura, le acque del fiume Sorga dove, colei che è l’unica donna della mia vita.
Erbe e fiori che la donna sfiorò con la sua gentilezza
l’erba che lei sfiorò con la quiete della donna
In questo luogo l’amore che ho provato guardando Laura mi aprì il cuore. O tutti voi ascoltate queste mie parole.
S'egli è pur mio destino
e 'l cielo in ciò s'adopra,
ch'Amor quest'occhi lagrimando chiuda,
qualche gratia il meschino
corpo fra voi ricopra,
e torni l'alma al proprio albergo ignuda.
La morte fia men cruda
se questa spene porto
a quel dubbioso passo:
ché lo spirito lasso
non poria mai in piú riposato porto
né in piú tranquilla fossa
fuggir la carne travagliata e l'ossa.
Desiderio di riposo eterno
Se il mio destino, e sembra quasi che il cielo lo voglia, sia che l’amore mi faccia lacrimar, una qualche sorte benigna faccia in modo tale che il mio corpo meschino sia sepolto qui fra i buoi e la mia anima torni al cielo che è la propria sede naturale priva del corpo. La morte sarà meno dura per me se io potrò affrontare con questa speranza il trapasso che è sempre dubbioso, perché il mio spirito stanco non potrebbe fuggire dal mio corpo travagliato lasciandolo in un luogo più riposato.
Tempo verrà ancor forse
ch'a l'usato soggiorno
torni la fera bella e mansüeta,
e là 'v'ella mi scorse
nel benedetto giorno,
volga la vista disïosa e lieta,
cercandomi; e, o pietà!,
già terra in fra le pietre
vedendo, Amor l'inspiri
in guisa che sospiri
sí dolcemente che mercé m'impetre,
e faccia forza al cielo,
asciugandosi gli occhi col bel velo.
Speranza di misericordia divina
Forse ci sarà un tempo in cui Laura (che lui definisce bella, fiera e mansueta) ritorni presso questo luogo dove ella mi vide per la prima volta e giri gli occhi cercando di vedermi, però non mi vedrà perché io sarò qui sepolto e, vedendomi già sepolto, ciò le ispirerà un senso di pietà così dolce da farmi ottenere la misericordia di Dio.
Da' be' rami scendea
(dolce ne la memoria)
una pioggia di fior' sovra 'l suo grembo;
ed ella si sedea
umile in tanta gloria,
coverta già de l'amoroso nembo.
Qual fior cadea sul lembo,
qual su le treccie bionde,
ch'oro forbito e perle
eran quel dí a vederle;
qual si posava in terra, e qual su l'onde;
qual con un vago errore
girando parea dir: - Qui regna Amore. -
Descrizione di un locus amoenus
Vi è una descrizione idillica del locus amenus. Dai rami scendeva dolcemente, nel momento in cui l’ho conosciuto, un mazzo di fiori sul suo grembo, e lei era coperta da questa nuvola amorosa di fiori. Alcuni fiori cadevano sulla sua gonna, altri sulle sue treccie e quel giorno sembravano perle; altri ancora si posavano sulla terra, altri sul fiume ed altri, con un leggero errare (vagabondaggio), diffondevano intorno l’atmosfera di un trionfo d’amore.
Quante volte diss'io
allor pien di spavento:
Costei per fermo nacque in paradiso.
Cosí carco d'oblio
il divin portamento
e 'l volto e le parole e 'l dolce riso
m'aveano, e sí diviso
da l'imagine vera,
ch'i' dicea sospirando:
Qui come venn'io, o quando?;
credendo d'esser in ciel, non là dov'era.
Da indi in qua mi piace
quest'erba sí, ch'altrove non ò pace.
Riconoscimento della bellezza divina
Quante volte io dissi che lei è nata in paradiso. Così, il suo modo di comportarsi, il suo volte, il suo sorriso e le sue parole mi avevano allontanato dalla vera immagine. Quando ci sono arrivato? (crede di essere in cielo ma non lo è, pazzo!). Da allora mi piace tanto quest’erba e questi luoghi, tanto che riesco a trovare pace solo in questo luogo. Se tu, o poesia, avessi ornamenti quanti ne vuoi, potresti uscire dal bosco ed andare dalla gente per dirle ciò che provo.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema principale del testo?
- Cosa desidera il poeta riguardo al suo destino?
- Qual è la speranza del poeta riguardo a Laura?
- Come viene descritto il locus amoenus nel testo?
- Come riconosce il poeta la bellezza divina di Laura?
Il tema principale del testo è l'amore e la natura, con il poeta che riflette sui luoghi in cui è stato felice con Laura e l'amore che ha provato per lei.
Il poeta desidera che, se il suo destino è di morire, il suo corpo sia sepolto in un luogo tranquillo e la sua anima possa tornare al cielo, rendendo la morte meno dura.
Il poeta spera che Laura, tornando nei luoghi dove lo ha visto per la prima volta, provi pietà vedendolo sepolto e che questo le ispiri una preghiera per ottenere la misericordia divina.
Il locus amoenus è descritto come un luogo idilliaco, con fiori che cadono dolcemente dai rami sul grembo di Laura, creando un'atmosfera di amore e bellezza.
Il poeta riconosce la bellezza divina di Laura affermando che il suo comportamento, il volto, le parole e il sorriso lo hanno fatto sentire come se fosse in paradiso, trovando pace solo nei luoghi che le ricordano.