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Petrarca, Francesco - Voi ch'ascoltate in rime sparse il suono (4) Pag. 1
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Sintesi

‘’Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono’’ di Francesco Petrarca



Parafrasi



Voi che ascoltate in rime sparse il suono
di questi sospiri in cui io nutrivo il cuore
e nel mio primo errore giovanile
quand’ero in parte un altro uomo da quello che sono ora,
dai vari stili in cui piango e ragiono
fra una speranza vana e doloro inutile,
per chi ha sperimentato personalmente questo sentimento,
spero di provare pietà nonché perdono.
Ma ora vedo bene che per molto tempo fui per tutta la gente
motivo di dicerie, per cui spesso
ho vergogna di me stesso;
e la vergogna è il frutto della mia illusione,
e il pentirsi, e il conoscere chiaramente
che tutto ciò che il mondo rincorre è di breve durata.

Analisi



Il testo è rivolto al pubblico ed è formato da 2 quartine a rima incrociata e 2 terzine a rima incatenata. Petrarca parla di una delusione amorosa, e si rivolge a chi ha sperimentato questo suo stesso sentimento, perché sono gli unici che possono capirlo, e spera di ricevere pietà e perdono. Per questo sentimento egli prova una profonda vergogna, e riconosce che le passioni terrene sono un errore; anche se ne è ancora attratto.
Al rigo v.1 con ‘’voi’’ intende chiamare all’attenzione il suo pubblico ideale.

Questo testo è il sonetto di apertura del Canzoniere petrarchersco, ma è posto alla fine di quest'opera
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