Concetti Chiave
- Il sonetto di Petrarca esplora il tema della fuga del tempo e dell'inevitabilità della morte, con un focus sul dolore causato dal ricordo del passato, la consapevolezza del presente e l'incertezza del futuro.
- Le due quartine si concentrano sulla sofferenza personale di Petrarca, espressa attraverso un ritmo vigoroso e un accumulo di ansia, mentre le terzine introducono il tema dell'amore perduto per Laura.
- La navigazione è usata come metafora della vita e delle sue difficoltà, con il timoniere rappresentante la coscienza di Petrarca e le stelle spente simboleggianti la morte di Laura.
- Petrarca riprende il tema del "Carpe Diem" per enfatizzare l'importanza della vita terrena, contrastando la visione cristiana della vita ultraterrena.
- Lo stile del sonetto include l'uso di latinismi per evocare l'epoca classica, evidenziando l'influenza umanistica di Petrarca e il suo interesse per la cultura latina.
La vita fugge, et non s’arresta una hora,
et la morte vien dietro a gran giornate,
et le cose presenti et le passate
mi dànno guerra, et le future anchora;
e ’l rimembrare et l’aspettar m’accora,
or quinci or quindi, sí che ’n veritate,
se non ch’i’ ò di me stesso pietate,
i’ sarei già di questi penser’ fòra.
Tornami avanti, s’alcun dolce mai
ebbe ’l cor tristo; et poi da l’altra parte
veggio al mio navigar turbati i vènti;
veggio fortuna in porto, et stanco omai
il mio nocchier, et rotte arbore et sarte,
e i lumi bei che mirar soglio, spenti.
Indice
La Fuga del Tempo
L’argomento centrale del sonetto è quello della fuga del tempo.
Il sonetto rientra nelle rime in morte di Laura, scritto quando è già morta: datato tra il 1348-1357. Il titolo non è stato dato da Petrarca, i componimenti erano numerati, successivamente è stata usata il verso uno.
Petrarca dice nella prima quartina che non solo la vita fugge e non si arresta, ma la morte sopraggiunge velocemente (a gran giornate), e le cose che lo colpiscono, lo fanno soffrire, sono le cose passate, presenti e future che non sono ancora successe (dolori presenti, ricordi e attese future che non sembrano positive). Alla fine c’è un punto e virgola, quindi una pausa forte ma che suggerisce il collegamento tra le quartine, seguito da ‘et’ nel verso 5 con la ripresa dello stesso elemento, passato presente e futuro.
Dolore e Riflessione
Nella seconda quartina: Lo addolorano (accora) ricordare e aspettare (passato e futuro). Petrarca dice così che se non avesse pietà di se stesso, sarebbe già fuori da questi pensieri: avrebbe già concluso la sua vita se non avesse pietà di se. Le due quartine sono molto incentrate, come negli altri sonetti, sulla sua figura, e qua ci dice che il passare del tempo gli provoca dolore.
Metafora della Navigazione
Nelle terzine c’è riferimento alla donna amata: dal tema centrale del tempo, si passa a quello dell’amore per Laura, tema centrale del canzoniere.
Gli vengono in mente alcune cose dolci e belle della vita, che alcune volte il suo cuore sofferente provò però, dall’altra parte, vede una tempesta turbare la sua navigazione (metafora). La sfortuna (fortuna intesa come tale), la vede anche nel suo porto; il suo timoniere è ormai stanco, rotti sono gli alberi della nave (sartie), e le stelle, belle che di solito ammirava, ora sono spente. Usa quindi dal vv 11 fino al 14 la metafora della navigazione.
Si riferisce al momento di crisi, va verso la vecchiaia, la sua navigazione non è più quello di una volta. Il timoniere è la sua interiorità, la sua coscienza, gli elementi rotti della nave il corpo vecchio e fiacco. Le stelle a cui guardava come orientamento sono gli occhi della donna amata, spenti perché Laura è morta, e lei era l’orientamento di Petrarca in quanto suo obbiettivo.
Struttura e Ritmo del Sonetto
Le forme: il testo è un sonetto con rime secondo lo schema ABBA nelle quartine, CDE nelle terzine (invertita). Il componimento si suddivide in due parti, separati da una pausa al verso 8. Nella prima parte prevale un ritmo vigoroso, caratterizzato dal polisindeto, cioè dalla ripetizione della congiunzione e (per esempio: et la morte vien dietro a gran giornate, et le cose presenti et le passate mi danno guerra, et le future. ) che crea un effetto di accumulo e di ansia. Nelle quartine si esprime bene la riflessione sulla morte; nelle terzine, il ritmo è rallentato e il poeta fa un bilancio della propria vita. Il bilancio è incentrato sulla metafora della navigazione, con l’utilizzo di termini quali “nocchier”, “àrbore et sartie”, “navigare” e “porto”.
Tematiche del Carpe Diem
Le tematiche
1. Il tempo scorre velocemente (fugens) topos letterario carpe diem, dalla poesia di Orazio, autore latino, che conclude con ‘ carpe diem quam minima credula in postero’, che significa ‘cogli l’attimo, sii il meno possibile fiduciosa nel futuro’ . il tema del Carpe Diem è un tema latino, già usato dai greci ma meno, mentre i latini molto di più: l’idea è che si debba vivere la vita intensamente al momento in cui si vive, questione legata al classicismo e al paganesimo, secondo la concezione che la vita che viviamo è preziosa; con il cristianesimo l’elemento del Carpe Diem viene passato, la vita terrena è solo un breve passaggio verso l’eternità, non è importante cogliere l’attimo ma, anzi, ogni gesto che si compie deve essere compiuto in vista di una vita nell’aldilà.
Petrarca e la Vita Terrena
Petrarca riprende la tematica del ‘Carpe Die,’ in quanto umanista, non solo perché riprende una tematica latina, ma anche perché da importanza alla vita terrena oltre che a quella eterna. In quella vita, terrena, bisogna vivere al momento, perché non si ferma mai. Da quello che esprime, soprattutto nelle terzine, non è proiettato verso l’aldilà: le stelle, occhi di laura, sono spenti, non è più punto di riferimento (Beatrice per Dante ha ancora vita ultraterrena); poi parla del porto: la navigazione è la vita, il porto è l’approdo, punto finale, ed è la morte; vede ancora più sfortuna, tempesta. Forse vede ancora più sfortuna perché si sente un peccatore, anche dopo la sua crisi ed aver seguito i dettami della chiesa come chierico, si immagina la sua vita nell’aldilà piena di tormenti, e questo lo fa apprezzare ancora di più la vita terrena. Lo fa infatti soffrire ricordare il passato e aspettare il futuro, mentre il presente è fuggente, infatti nella seconda quartina non c’è nemmeno.
Confronto con Orazio
Nella seconda parte dell’orazione, Orazio, che dedica la poesia ad una donna che vuole andare dai veggenti, e le dice di cogliere l’attimo e di non riporre fiducia nel futuro.
L’idea di Petrarca non è la stessa: secondo lui non ci si può affidare al futuro perché è convinto che sia di sofferenza, visione del futuro estremamente pessimistica (gli riserverà maggiori dolori), si sente peccatore e sa che non avrà una vita felice nell’aldilà; mentre Orazio non è sicuro che il futuro sia negativo, ma piuttosto il suo è un futuro incerto, quindi nel dubbio non si deve aspettare.
Latinismi nel Titolo
Nel titolo si notano due latinismi: et e hora Petrarca riprende nello stile. Et era ancora molto usato, hora è usato appositamente per suggerire la ripresa della lingua e il riavvicinamento all’epoca del latino.
Orazio vive con Augusto, che incentiva fede nel paganesimo, ma Orazio rappresenta coloro che non erano credenti, nella poesia dice che non si sa se gli dei gli abbiano riservato più anni ma lo fa per non essere perseguitato (1 secolo d.C.), epoca in cui si mette in dubbio la fede.
Domande da interrogazione
- Qual è il tema centrale del sonetto di Petrarca?
- Come viene utilizzata la metafora della navigazione nel sonetto?
- In che modo il sonetto riflette le tematiche del Carpe Diem?
- Qual è la struttura e il ritmo del sonetto di Petrarca?
- Come si confronta la visione di Petrarca con quella di Orazio riguardo al futuro?
Il tema centrale del sonetto è la fuga del tempo, con un focus sulla vita che scorre rapidamente e la morte che si avvicina velocemente, causando dolore attraverso i ricordi del passato, le esperienze presenti e le attese future.
La metafora della navigazione viene utilizzata per descrivere la vita di Petrarca come un viaggio in mare, con il timoniere stanco e la nave danneggiata, simboleggiando la sua interiorità e il corpo invecchiato, mentre le stelle spente rappresentano la perdita di Laura come guida.
Il sonetto riflette le tematiche del Carpe Diem attraverso l'idea che il tempo scorre velocemente e bisogna vivere intensamente il presente, un concetto ripreso dalla poesia latina di Orazio, sebbene Petrarca mostri una visione più pessimistica del futuro.
Il sonetto segue lo schema ABBA nelle quartine e CDE nelle terzine, con una pausa al verso 8 che separa le due parti. Il ritmo è vigoroso nelle quartine, caratterizzato dal polisindeto, mentre nelle terzine rallenta per un bilancio della vita attraverso la metafora della navigazione.
La visione di Petrarca è più pessimistica rispetto a quella di Orazio; mentre Orazio suggerisce di non riporre fiducia nel futuro incerto, Petrarca è convinto che il futuro riservi sofferenza, riflettendo una visione più negativa e tormentata della vita ultraterrena.