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Concetti Chiave

  • Il sonetto esplora il dolore di Petrarca per la morte di Laura, paragonando il suo lamento al canto commovente di un usignolo.
  • Attraverso il canto dell'usignolo, Petrarca riflette sulla fragilità umana e la transitorietà della bellezza terrena.
  • Il poeta utilizza contrasti tra vita e morte, evidenziando la caducità dei piaceri terreni rispetto all'eternità dell'anima.
  • Lo stile del sonetto è meno ricercato rispetto ad altre opere, con un ritmo dolce all'inizio che diventa più duro e affannoso nella seconda quartina.
  • Utilizza figure retoriche come ossimori, similitudini e allitterazioni per accentuare il tono emotivo del testo.

Indice

  1. Affinità Tematiche e Dolore
  2. Riflessioni sulla Morte e Bellezza
  3. Stile e Struttura del Sonetto

Affinità Tematiche e Dolore

Questo sonetto, nel Canzoniere, segue subito quello di Zefiro torna, e ‘l bel tempo rimena e dal punto di vista tematico troviamo delle affinità con il sonetto precedente, tanto che i critici sostengono che le due composizioni risalgono allo stesso periodo. Nel dolore provato per la morte di Laura, Petrarca scopre come sua unica compagnia il canto notturno di un usignolo, che riempie quei luoghi di lamenti, e questi suoni così commoventi, suscitano pietà, e attraverso la triste melodia di quel canto, il suo dolore viene amplificato, e addirittura riecheggia. Questo rispecchiarsi nella natura, o meglio in questo caso in un essere vivente, gli permette di riconoscere meglio l’origine della sua angoscia e di comprendere il suo sbaglio: egli credette infatti, che Laura, per la sua straordinaria bellezza, non sarebbe mai morta (v.8: non credeva che la morte avesse potere anche selle creature celesti) e quindi, si rende conto che la morte costituisce il traguardo di ogni esistenza; quindi, viene contrapposta la fragilità dei beni terreni all’eternità della salvezza dell’anima.

Riflessioni sulla Morte e Bellezza

Da notare, che nei due versi successivi (vv.10-11) il poeta mette in antitesi le ultime due parole finali: "sol chiari" e "terra oscura", in modo da accentuare il contrasto vita-morte. In più, sempre al v.10-11, il poeta afferma di non aver mai pensato che quei due occhi così luminosi, addirittura più del sole, sarebbero diventati terra scura. Questa contrapposizione tra la bellezza della donna e la sua transitorietà, che è un'antitesi che oppone la brillantezza dello sguardo della donna che, nella sua momentaneità, diventa buio in seguito alla morte, è riconducibile a quella in “Erano i capei d’oro…”, dove gli occhi della donna brillano oltre i limiti umani e poi si spengono, ma non per la stessa causa. In seguito, descrive uno degli effetti che la morte di Laura ha causato in lui, ovvero la conoscenza del suo crudele destino, che vuole che egli impari, continuando a piangere e a soffrire, come sulla terra non ci sia nulla di piacevole e duraturo; sottolinea quindi l’aspetto della precarietà della vita, il fatto che ogni singola cosa piacevole nella nostra esistenza non è destinata a durare nel tempo e ha la consapevolezza che la loro scomparsa lascia in coloro che rimangono una ferita, un dolore lancinante e irreparabile. Al v.13 la lentezza e la continuità della sua punizione è sottolineata dal doppio uso del gerundio.

Al v.1 abbiamo un ossimoro (piange dolcemente, ma il pianto è segno di dolore). Al v.2, il poeta rielabora e personalizza una similitudine utilizzata da Virgilio nel IV libro delle Georgiche, che paragona il pianto di Orfeo, che cercando di salvare Euridice si volta per guardarla e la perde per sempre, a quello di un usignolo i cui piccoli sono stati rapiti da un aratore.

Stile e Struttura del Sonetto

Rispetto ad altri sonetti, lo stile utilizzato dal poeta è meno ricercato e curato, direi quasi povero di antitesi e parallelismi (un gioco che invece in molti altri sonetti era solito impiegare), effetti sonori, aggettivi,….

Alla tristezza manifestata nella prima quartina corrisponde uno stile dolce, accentuato dalle allitterazioni delle lettere S nei vv.1-2 e della T nel vv.3-4, che rendono il ritmo fluido, rafforzato dall’enjambement del v.3. La seconda quartina, che viene introdotta dall'anafora di et ai vv.5-6, ai vv.7-8 diventa più dura a causa della ripetizione del suono CH, ma anche a causa delle allitterazioni della T nei vv.5-6 della R al v.6. Questo duro e affannoso clima viene segnato anche dalla presenza di dure parole come dura sorte al v.6 e lagne al v.7, e dalla personificazione della morte, che regnerà prima o poi su tutti quanti.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le affinità tematiche tra il sonetto analizzato e quello precedente nel Canzoniere?
  2. Entrambi i sonetti trattano il dolore per la morte di Laura e la riflessione sulla fragilità della bellezza e della vita terrena, con il canto dell'usignolo che amplifica il dolore del poeta.

  3. Come viene espressa l'antitesi tra vita e morte nel sonetto?
  4. L'antitesi è evidenziata nei versi 10-11 con le parole "sol chiari" e "terra oscura", sottolineando il contrasto tra la bellezza luminosa di Laura e la sua inevitabile transitorietà.

  5. Qual è l'effetto della morte di Laura sul poeta?
  6. La morte di Laura porta il poeta a una consapevolezza del destino crudele e della precarietà della vita, lasciandolo con un dolore lancinante e irreparabile.

  7. Quali figure retoriche sono utilizzate nel sonetto per esprimere il dolore?
  8. Il sonetto utilizza un ossimoro al v.1 ("piange dolcemente") e una similitudine al v.2, ispirata da Virgilio, per esprimere il dolore del poeta.

  9. Come si caratterizza lo stile del sonetto rispetto ad altri sonetti di Petrarca?
  10. Lo stile del sonetto è meno ricercato e curato, con un uso limitato di antitesi e parallelismi, ma con un ritmo fluido accentuato da allitterazioni e enjambement.

Domande e risposte

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